BILANCIO D'ESRCIZIO E CONSOLIDATO al 31 ... - Mariella Burani

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MARIELLA BURANI FASHION GROUP S.p.A. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL 31/12/2004 Generalmente, l'allocazione e verifica del valore del goodwill acquisito richiede di fare riferimento a una nozione di CGU più ampia rispetto a quella utilizzata per gli intangibili specifici, in quanto essa deve coincidere con il sottosistema aziendale che viene monitorato dal top management della holding per apprezzare l'andamento del complesso coordinato di investimenti cui è associato il goodwill. Per poter implementare l'impairment test del goodwill è infatti necessario che anche gli intangibili specifici acquisiti vengano attribuiti alle CGU identificate a tale scopo (le due aree geografiche dell'esempio proposto sopra). È evidente che non esiste alcun problema di allocazione per gli intangibili specifici il cui valore è definito rispetto a CGU di livello inferiore (per esempio, quelli che insistono sui singoli punti vendita), in quanto essi possono essere attribuiti integralmente alla CGU più ampia che li ricomprende (l'area geografica cui quei punti vendita afferiscono); viceversa, l'allocazione diventa difficoltosa per gli eventuali intangibili specifici che contribuiscono al valore di diverse CGU individuate per l'impairment test del goodwill, come avviene nel caso del marchio (intangibili specifici trasversali). Nella generalità dei casi, gli intangibili specifici potranno essere direttamente allocati a una CGU unica, in quanto contribuiranno solo ai flussi di cassa della stessa. Semmai, le difficoltà maggiori consistono non tanto nella fase di allocazione dell'intangibile specifico a una CGU, quanto nella fase a monte, che richiede di riconoscere differenti intangibili specifici, ciascuno dei quali attribuibile a una diversa CGU. Sebbene il principio generale faccia riferimento alla potenziale trasferibilità autonoma dell'intangibile specifico a terzi, senza ripercussioni rilevanti sulle attività aziendali rimanenti, a volte la sua applicazione operativa risulta alquanto complessa; per poter separare intangibili specifici simili tra loro, infatti, è necessario comprenderne appieno le caratteristiche distintive, e ciò può richiedere analisi approfondite del modo in cui l'azienda è gestita e delle logiche operative dominanti nel settore. Sull'argomento, lo IAS 36 (Draft) fornisce alcune indicazioni generali, affermando che l'impairment test dei beni tangibili e intangibili specifici deve avvenire a livello di singolo asset, nel caso possa esserne individuato il valore in modo puntuale, oppure considerando un gruppo ristretto di assets che generano congiuntamente un flusso di cassa relativamente indipendente da quello prodotto dagli altri assets. Nel caso dei beni intangibili specifici, la verifica del valore, tipicamente, riguarderà un singolo bene intangibile, in quanto è difficile pensare a situazioni in cui risulta necessario considerare congiuntamente più intangibili strettamente interrelati: tale possibilità, infatti, contrasta nettamente con il requisito di identificabilità richiesto dalla definizione stessa di intangibile specifico. Tuttavia, come già evidenziato, gli intangibili specifici normalmente non producono un flusso di cassa autonomo, per cui il valore di ciascuno di essi deve essere definito con riferimento alla CGU di livello più basso cui l'intangibile può essere attribuito. Come detto, la particolare configurazione di CGU cui occorre fare riferimento dipende dal modo in cui l'asset è integrato nella struttura organizzativa e strategica che caratterizzerà l'entità acquirente dopo il perfezionamento della business combination. 43
MARIELLA BURANI FASHION GROUP S.p.A. RELAZIONE SULLA GESTIONE AL 31/12/2004 L'impostazione dello lAS 36 (Draft) riconosce, dunque, che il valore di un asset non è oggettivamente determinabile a priori, ma dipende sostanzialmente dalle scelte strategiche e gestionali dell'acquirente, che determinano un modo peculiare in cui esso interagisce con gli altri assets aziendali. Ciò fa sì che riconoscimento, valutazione e allocazione di un intangibile specifico a una CGU rappresentino fasi strettamente interdipendenti, che fanno leva sulla capacità di cogliere i drivers gestionali che ne guidano l'utilizzo e ne condizionano la capacità di generare cash flow. Esso, infatti, può essere riconosciuto come asset autonomo solo se il suo valore è misurabile con sufficiente attendibilità, quindi se è possibile individuare misure credibili dei cash flows attesi attribuibili all'intangibile stesso. Per quanto riguarda, invece, l'allocazione degli intangibili specifici acquisiti a una reporting unit CGU, ai fini della verifica del valore del goodwill pagato gli IAS prevedono che vengano osservati i seguenti criteri nell'allocazione di un asset specifico acquisito (o di una passività assunta) a una reporting unit CGU: - lo specifico bene deve poter essere attribuito alla business unit considerata in modo diretto o su una base ragionevole e coerente (così come un'eventuale passività deve essere correlata agli assets e all'attività operativa della stessa); - gli assets (e le passività) allocati alla business unit devono contribuire ai cash flows da essa attesi e scontati nella determinazione del suo valore economico (value in use). Si tratta, sostanzialmente, di assicurare un principio di coerenza, secondo il quale tutti gli elementi allocati a una business unit per la definizione del suo valore contabile residuo (carrying value) devono essere considerati anche nella determinazione del suo valore economico, e viceversa. Così, per esempio, se un bene attribuito a una business unit costituisce la garanzia specifica di un debito, è possibile assegnare anche il debito alla medesima business unit, e questo dovrà essere considerato sia nel calcolo del suo valore contabile netto, sia in quello del suo valore economico. I criteri considerati ribadiscono lo stretto legame tra allocazione degli assets e livello gestionale a cui può essere misurato il loro valore. Qualora esistano attività acquisite (e passività assunte) che risultano correlate all'operatività di più reporting, unit/CGU, occorre procedere a una loro allocazione parziale sulla base di criteri ragionevoli, dimostrabili e coerenti; per esempio, se più business units usufruiscono di un particolare asset, tangibile o intangibile, esso potrebbe venire allocato in funzione dei benefici ottenibili da ciascuna business unit o del loro valore economico relativo (relative fair value approach). Anche in tal caso, un'analisi della natura e della dinamica dei drivers di valore dell’asset intangibile considerato (per esempio, un marchio) può fornire un supporto fondamentale per la sua appropriata allocazione. Non tutte le attività acquisite e passività assunte devono essere necessariamente attribuite alle diverse reporting unit/CGU, bensì solo quelle che possono venire allocate rispettando i criteri visti sopra, per esempio, se le liquidità e i titoli acquisiti 44
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