Scarica il pdf - La Riviera
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HANNO COLLABORATO<br />
Francesco <strong>La</strong>ddarina, Ian Zimirri, Giuseppe<br />
Patamia, Alessandra Bev<strong>il</strong>acqua,Bruno<br />
Gemelli, Carmelo Carabetta, Valentina Elia,<br />
Antonio Cormaci, Mario <strong>La</strong>bate, Antonio<br />
Tassone, Giulio Romeo, Ilario Ammendolia,<br />
Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele<br />
Mangiola.<br />
LA COLONIA PENALE<br />
Pensavo che prima o poi Rocco e Kike, i miei ospiti, si sarebbero<br />
spazientiti e avrebbero preso a calci me e l'accozzaglia di<br />
delinquenti che i ho raccolto, buttandoci fuori dall'Aspromonte.<br />
Ricordate tutta la bella gente che gli ho portato? Dittatori,<br />
truffatori, papponi. In tanti alla galera hanno preferito l'inferno<br />
aspromontano.<br />
Questo posto è diventato di moda. I cattivi fanno a gara per<br />
venirci, e i paesi civ<strong>il</strong>i si liberano della feccia mandandola in<br />
montagna da noi. All'inizio avevamo <strong>il</strong> terrore che tutta questa<br />
teppaglia disturbasse la quiete, inquinasse <strong>il</strong> sistema. Niente.<br />
Certo <strong>il</strong> merito e di Kike e Rocco, che fuc<strong>il</strong>i alla mano li hanno<br />
messi in riga.<br />
Ma anche i cattivi ci hanno messo del loro, si sono impegnati.<br />
Hanno dato un calcio al loro passato, dimenticato gli agi ai<br />
quali erano abituati.<br />
Tutti si danno da fare, prendere ordini in fondo per loro non è<br />
una novità. Sveglia all'alba, lavoro, vita sana, mangiare naturale.<br />
Stanno diventando buoni, sono felici e non rimpiangono<br />
nulla dell'antico potere e della vecchia ricchezza. Alla fine <strong>il</strong><br />
male è come la droga, se ne può uscir fuori.<br />
L'astinenza è forte i primi tempi, la tentazione di sopraffare gli<br />
altri è sempre in agguato, ma i calci dei fuc<strong>il</strong>i dei miei amici<br />
sono molto convincenti e questi poveri mostri lasciano che <strong>il</strong><br />
bene gli entri in corpo senza r<strong>il</strong>uttanza. Chi l'avrebbe detto che<br />
l'inferno può avere una funzione sociale? Certo nessuno aveva<br />
mai pensato, a parte <strong>il</strong> buon Dante, che ci si doveva andare da<br />
vivi.<br />
<strong>La</strong> sanzione scattava in genere dopo <strong>il</strong> passaggio nell'altrove, e<br />
i dannati non tornavano più a rimediare ai loro danni. L'esperimento<br />
aspromontano ha del buono, riadatta i fetenti e li<br />
restituisce come candidi gigli. Si è vero che anche le società<br />
civ<strong>il</strong>i prevedono l'inferno, che loro chiamano carcere, ma così<br />
com'è rende poco: i cattivi in genere ci escono peggiorati, e<br />
non si capisce <strong>il</strong> perché, nemmeno io lo comprendo e non è<br />
che ci abbia passato poco tempo dentro.<br />
Ma <strong>il</strong> sistema non funziona, è un fatto. E allora ecco l'uovo di<br />
Colombo. <strong>La</strong> colonia penale d'Aspromonte. Costa zero, non<br />
inquina e toglie per sempre i cattivi dal mondo.<br />
Ruggero Calvano<br />
PACE<br />
Si è spenta quella brace<br />
che portava la pace<br />
<strong>il</strong> vento che soffiò<br />
era l’odio e l’invidia<br />
che l’uomo portava dentro di sè.<br />
Ad un tratto apparve una luce<br />
dolce ed incandescente<br />
ombreggiante ed esprimente:<br />
“l’odio e l’invidia non fanno di te<br />
una persona intelligente”.<br />
Ad un passo l’abbraccio del perdono<br />
ci fu un soffio e riaccese<br />
la brace del perdono.<br />
Pietro Commisso<br />
Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di<br />
preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da<br />
intendersi gratuite.<br />
FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se<br />
non pubblicati, non verranno restituiti.<br />
I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la<br />
<strong>Riviera</strong> Editore” per tutto <strong>il</strong> territorio nazionale ed estero.<br />
GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o<br />
riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente<br />
responsab<strong>il</strong>i.<br />
come l'Interno, la Difesa e gli Esteri muoversi ognuno nel proprio ambito<br />
senza ricondurre ogni azione necessaria all'interno di un quadro complessivo<br />
di responsab<strong>il</strong>ità e di soluzioni. Ovvero, di porre i termini e le condizioni della<br />
partecipazione italiana ai partner dell'Unione e atlantici nell'ambito di una<br />
chiara pianificazione e gestione della crisi dal momento che gli immigrati non<br />
sono altro che <strong>il</strong> prodotto della medesima crisi che si intende arginare, “governare”<br />
anche con altri mezzi. Berlino e Parigi hanno ben chiaro <strong>il</strong> problema dell'immigrazione<br />
perché vissuto e governato da anni. L'Unione Europea, al contrario,<br />
stenta a definire una propria politica verso i migranti pur avendo scelto<br />
di favorire, almeno nelle prossimità a Sud, un'azione di partenariato euromediterraneo.<br />
Una scelta che avrebbe dovuto dare significato al processo di Barcellona<br />
aiutando non solo <strong>il</strong> r<strong>il</strong>ancio economico e gli scambi dei Paesi del Nord<br />
Africa con l'Unione Europea ma, anche, favorire processi di democratizzazione<br />
che oggi ci sfuggono, ancora una volta, di mano. Tuttavia se l'Europa<br />
manca, manca anche in proporzione al contributo, alla credib<strong>il</strong>ità, alla possib<strong>il</strong>ità<br />
avuta di poter “governare”, condizionare, i processi e le politiche dell'UE<br />
da parte dell'Italia. Governare significa condurre. Condurre una nazione<br />
anche attraverso mari in tempesta, in giorni burrascosi. Se tale capacità non la<br />
si ha è diffic<strong>il</strong>e che altri ci <strong>il</strong>luminino l'orizzonte perché <strong>il</strong> dominio domestico<br />
non supera quello altrui dal momento che quello altrui non cercherà certamente<br />
<strong>il</strong> nostro. Il d<strong>il</strong>ettantismo in politica non paga. Le scelte errate le pagano<br />
le comunità, i popoli. In Italia opposizione e governo in questo si accomunano.<br />
Lo scambio d'accuse poi non porta da nessuna parte. Uscire dall'Unione?<br />
<strong>La</strong> condanna al fallimento politico di uno Stato e l'abbandono alle intemperie<br />
politiche, ad ogni invasione che aprirà, volenti o nolenti ogni confine.<br />
Perché nessun confine è destinato a reggere all'impatto della storia se la storia<br />
non si è in grado di …governarla.<br />
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STAMPA: De Rose S.r.l. - Montalto U. (CS)<br />
DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J.<br />
EDITORE - <strong>La</strong> <strong>Riviera</strong> S.r.l. Sede legale - Via dei Tigli, 27 - 89048 Siderno (RC)<br />
ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane<br />
“Ogni schieramento politico dovrebbe essere spinto<br />
a lavorare dal senso di responsab<strong>il</strong>ità,operare<br />
con la consapevolezza delle proprie azioni senza<br />
delegare nessuno”: è una delle tante dichiarazioni<br />
di uno dei candidati a sindaci di uno dei comuni in<br />
cui si vota a maggio.<br />
“Spinto a lavorare dal senso di responsab<strong>il</strong>ità …”<br />
Che significa? Se uno schieramento chiede i voti e<br />
li ottiene, che deve fare poi,mettersi passivo? Detta<br />
in quel modo suona come una sfiducia preventiva<br />
della politica. <strong>La</strong>voro e responsab<strong>il</strong>ità sono la stessa<br />
cosa,questo non c’è neppure necessità di spiegarlo.<br />
“Operare consapevolmente …” Normalmente<br />
non si dovrebbe operare sapendo quello che si fa<br />
e, nel caso, ricordare cosa è stato detto in campagna<br />
elettorale? Infine, “senza delegare …” Ma <strong>il</strong><br />
sistema non prevede che siano le maggioranze a<br />
decidere? Le opposizioni non hanno questa prerogativa<br />
e meno che meno è previsto di delegare le<br />
scelte a soggetti esterni al comune o a soggetti<br />
inquinati.<br />
“Faremo del palazzo comunale una sorta di palazzo<br />
di vetro così i cittadini avranno la possib<strong>il</strong>ità di<br />
guardare anche da casa cosa accade nel comune<br />
…”<br />
“Trasparenza”,”mettere <strong>il</strong> cittadino al<br />
centro”,”condivisione” sono alcune delle parole<br />
talmente usate nel linguaggio politico che se non<br />
CONTROMANO di FILIPPO TODARO<br />
TUTTO COME SEMPRE<br />
Elezioni. Ancora elezioni. Come succede ad ogni primavera per una cosa o per l’altra. Schieramenti,<br />
candidati, alleanze, proclami. Centrodestra, centrosinistra, terzo polo, liste civiche. Ex<br />
comunisti, ex socialisti, ex democristiani, ex missini, ex qualunquisti, ancora tali. Ex sindaci, ex<br />
consiglieri, ex assessori, ex capigruppo. Ex di destra, ex di sinistra…<br />
Giovani di belle speranze (e nient’altro, purtroppo, se non un discreto pacchetto di voti sicuri su<br />
cui contare) che tentano la via della politica (non si sa mai, ci si potrebbe sistemare per la vita), e vecchi marpioni<br />
che della politica hanno fatto <strong>il</strong> loro hobby preferito, la loro seconda attività dalla quale ricavano assai di più<br />
che non dalla prima. Anche alcuni idealisti, irriducib<strong>il</strong>i? Che si sentano davvero al servizio della comunità? Ma<br />
sì, ammetto che ce ne sia qualcuno… Cerco di non essere pessimista al massimo!<br />
In ogni caso tanti. Troppi! Tutti in un vortice, in una sorta di impietoso tritatutto, tra accuse, ingiurie e sberleffi<br />
vicendevoli, “non senso” a gogò e paurosi (in generale) vuoti di idee e di programmi.<br />
Slogan quasi sempre solo retorici, che non dicono nulla, e pure, scommetto, scelti con somma cura e attenzione<br />
maniacale, studiati a tavolino priv<strong>il</strong>egiando solo ciò che colpisce e che appare originale e sensazionale, foto<br />
da posa artistica, e rassicurante al tempo stesso, anch’essa non lasciata al caso, le mani ben in vista e r<strong>il</strong>assate,<br />
come suggeriscono i professionisti della comunicazione, <strong>il</strong> sorriso appena accennato, tipo Gioconda, lo sguardo<br />
vivo e rassicurante, che appaia soprattutto intelligente e non tanto furbo (più aqu<strong>il</strong>a che volpe, per intenderci).<br />
Le quote rosa, le donne per le donne, <strong>il</strong> territorio, l’avvenire, la disoccupazione, i giovani, la vocazione<br />
turistica, l’acqua, i rifiuti, le tasse, <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio, la sanità, l’ospedale, i servizi, i beni culturali…<br />
Insomma niente di nuovo. Assolutamente niente di nuovo.<br />
E pure qualche sprazzo di novità mi ero convinto di intravederlo questo inverno. O, per lo meno così mi era<br />
sembrato seguendo, sia pure alla lontana e in verità molto scettico, <strong>il</strong> dibattito che si andava dipanando, a<br />
Siderno, intorno alla costituzione di un rinnovato movimento che accogliesse al suo interno persone di buona<br />
volontà, di qualsivoglia passato politico, purché senza macchia e senza infamia, d’alcun genere. L’obbiettivo<br />
era quello di mettersi insieme, ognuno col proprio bagaglio di idee e di esperienza, al servizio della comunità,<br />
discutere, individuare i problemi e cercare di elaborare progetti e programmi in grado di risolverli. Niente di<br />
più necessario e nob<strong>il</strong>e.<br />
Ma è tutto finito. Il movimento si è sciolto.<br />
Perché? Perché nonostante le parole e le bune intenzioni, rimaste solo slogan e belle frasi, a mio giudizio, portava<br />
con sé, ben def<strong>il</strong>ato nelle menti di tutti i componenti (ma forse è meglio dire di moltissimi di loro), <strong>il</strong> virus<br />
della esigenza di affermazione personale immediata, magari, per qualcuno, anche di rivalsa, e forse anche di<br />
rivincita<br />
Fosse stato solo puro movimento di opinione, in grado di superare, finalmente, barriere antiche ed antiche<br />
contrapposizioni di schieramento partitico sarebbe stato più paziente. E alla possib<strong>il</strong>ità eventuale di non ricevere<br />
immediata e sonante gratificazione elettorale, come era anche fac<strong>il</strong>e prevedere, gli aderenti al movimento<br />
avrebbero contrapposto <strong>il</strong> fine ammirevole della propria nascita ed esistenza, un modo nuovo e più nob<strong>il</strong>e<br />
di fare politica, e su di esso, solo su di esso, avrebbero dovuto trovare le motivazioni per andare avanti.<br />
E invece…<br />
FUEGO<br />
di FRANCO CRINÒ<br />
HANNO PARLATO<br />
CHIARO, QUALUNQUE<br />
COSA ABBIANO<br />
VOLUTO DIRE<br />
19<br />
vengono sempre rispettate ( ed immaginiamo<br />
che non lo siano) aumentano la sfiducia<br />
della gente .<br />
“Abbiamo pensato ad un programma confrontab<strong>il</strong>e<br />
…” Ci mancherebbe che non lo<br />
fosse!<br />
Un candidato a sindaco non mette nel suo programma<br />
una strada che è di competenza dello<br />
Stato o un distretto sanitario che è di competenza<br />
della ASP o la assunzione di personale superando<br />
i limiti posti dalla legge.<br />
Un sindaco non può dire,come ha fatto l’altra sera<br />
in tv “A Montecitorio vanno solo per sbrigare le<br />
loro faccende personali… Dei deputati bisogna<br />
dire che fanno bene i loro compiti”… Quale delle<br />
due?<br />
Si ascoltano talvolta cose che non c’entrano per<br />
nulla o cose scontate o poco credib<strong>il</strong>i, discorsi strumentali<br />
e inadeguati.<br />
Il legislatore sembra quasi obbligato ad un certo<br />
tipo di linguaggio incomprensib<strong>il</strong>e,<strong>il</strong> politico sembra<br />
ormai esserne stato catturato ,chi amministra<br />
gli enti locali deve parlare fac<strong>il</strong>e, diretto, concreto.<br />
Il commento di un cittadino che ha assistito ad un<br />
confronto in televisione tra candidati “Hanno parlato<br />
chiaro, qualunque cosa abbiano voluto dire”<br />
Come al solito , tanti candidati alle elezioni provinciali<br />
hanno fatto le loro scelte per opportunismo,<br />
senza nessuna vergogna.<br />
A loro bisognerebbe chiedere di raccontarci i loro<br />
progetti .Non saprebbero farlo.<br />
I cittadini liberi ,che possono parlare soprattutto<br />
con <strong>il</strong> voto, non debbono assecondare queste scelte,comportarsi<br />
da indifferenti o da estranei.<br />
Avranno sennò la responsab<strong>il</strong>ità di non contribuire<br />
a cambiare le cose.<br />
Perché al posto degli ideali falliti,dei programmi<br />
che non sono stati realizzati debbono crescere<br />
fatalmente i faccendieri?