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39<br />

Libri<br />

L’uomo e la regina<br />

di Aldo Coloprisco<br />

ALDO COLORISCO<br />

calabrese di San Procopio,<br />

ha al suo attivo opere teatrali<br />

come Maschere<br />

(<strong>La</strong>ruffa, Reggio Calabria<br />

1986), Aspromonte! Aspromonte!<br />

(Falzea, Reggio<br />

Calabria 1994), <strong>La</strong><br />

’ndrangheta s’a caca (<br />

<strong>La</strong>ruffa, Reggio Calabria<br />

2000). Di tutto rispetto. Ed<br />

ora ci sorprende con L’uomo<br />

e la regina (<strong>La</strong>ruffa,<br />

Reggio Calabria 2010),<br />

romanzo. Felicissimo questo<br />

romanzo per tematiche<br />

e st<strong>il</strong>e, lingua, una lingua<br />

lirica, poetica, che ben s’adatta<br />

di volta in volta alle<br />

situazioni che nel corso<br />

dell’opera sono presentate.<br />

Coloprisco porta in questo<br />

suo romanzo tutta la sua<br />

preparazione culturale<br />

umanistica, <strong>il</strong> suo sconfinato<br />

amore per <strong>il</strong> teatro.<br />

CARMINE CHIODO<br />

L’uomo e la regina è anche un’opera che in un certo qual<br />

senso poggia su una scrittura teatrale e poi nel corso di<br />

essa avvengono scene, molte scene collegate bene da<br />

quell’ab<strong>il</strong>e regista che è Aldo coloprisco che ci dà un<br />

romanzo sulla vita e sulla morte, uno scavo in entrambe.<br />

Fantasia e realtà talora si mescolano, e a ciò s’accompagna<br />

la scrittura sempre fluida che mette in evidenza le<br />

sfumature e i diversi stati d’animo del personaggio che<br />

non ha un nome e degli altri personaggi (taluni di essi<br />

amano <strong>il</strong> teatro, quello pirandelliano in modo particolare).<br />

Fin dalle prime battute dell’opera appare <strong>il</strong> protagonistra,<br />

una persona adulta, malata, che dopo una “<strong>La</strong><br />

malattia appunto esce di casa,<br />

per andare incontro alla vita,<br />

alla realtà,e si porta in centro,i<br />

n quello di Roma. Il romanzo<br />

è ambientato in prevalenza a<br />

Roma ma c’è pure la Calabria<br />

che è al centro di varie opere<br />

teatrali di Colorisco. Egli dapprima<br />

si è esercitato nella scrittura<br />

teatrale dandoci belle<br />

commedie,di alto significato<br />

umano, e riduzioni teatrali di<br />

opere famose della lettetratura<br />

italiana moderna .penso alla<br />

riduzione teatrale in dialetto<br />

calabrese di Gente in aspromonte<br />

di Corrado alvaro.<br />

Orbene,forte di questa passione<br />

per <strong>il</strong> teatro ,coltivata fin da<br />

ragazzo,Coloprisco per esprimere<br />

l’urgere del suo mondo<br />

interiore ,<strong>il</strong> suo impatto con la<br />

città,per ripristinare voci e<br />

situazioni di un tempo ormai trascorso scrive questo suo<br />

primo romanzo. Comunque, questo primo romanzo<br />

dello scrittore calabrese è da ammirare e lodare per la<br />

sua resa poetica. è opera di vera e propria poesia. Direi<br />

che questa è la nota precipua dell’opera di Colorisco.<br />

<strong>La</strong> regina è una fanciulla bellissima che spesso si fa vedere<br />

e tenta l’uomo col bastone e <strong>il</strong> cappello che si aggira in<br />

vari luoghi della Capitale(Piazza della repubblica,Via<br />

Nazionale,<strong>il</strong> Pantheon,Il Ponte di Elio,<strong>il</strong> Tevere) e qui<br />

incontra vari personaggi che hanno tutti una loro<br />

storia,una loro patetica storia. Un romanzo, questo, di<br />

Coloprisco, ben dosato e congegnato. I periodi scorrono<br />

fluidi e senza intoppi.Coloprisco sa usare molto bene la<br />

penna come pure sa tagliare le scene, curare i monologhi,i<br />

dialoghi che si notano nel corso dell’opera.Talvolta,<br />

la lingua tende a trasfigurare la realtà,soprattutto certi<br />

momenti della realtà romana e umana,sono resi molto<br />

bene attraverso una lingua icastica (penso alla rappresentazione<br />

del traffico di Roma,ai viaggi in metro. Qui<br />

agisce <strong>il</strong> protagonista, questo anziano acciaccato che talvolta<br />

basta una piccola spinta per farlo girare come un<br />

bir<strong>il</strong>lo. Colorisco, tutto sommato, non ci dà un’opera<br />

autobiografica ma una profonda meditazione sulla vita e<br />

sulla morte come pure ha voluto contrapporre alla vita<br />

della metropoli quella paesana .<br />

Romanzo come riflessione sulla vita ma pure sulla<br />

morte,e nel contempo presenta una scrittura ag<strong>il</strong>e e fluida-lo<br />

ribadisco-come si può constatare dall’incipit della<br />

stessa opera. “L’uomo, ch’è fermo davanti allo specchio,e<br />

con rapido gesto si aggiusta <strong>il</strong> cappello sollevandolo un<br />

po’ sul lato sinistro,a voce alta si dice quasi contento<br />

.”dopotutto,non sono cosi malridotto”. Un bell’inizio<br />

che mostra come lavora e come entra subito nella delineazione<br />

del personaggio lo scrittore<br />

Coloprisco.Romanzo”teatrale” ,lirico,che presenta<br />

anche l’ironia,la polemica,romanzo in cui si incontrano<br />

varie anime.Coloprisco narra in modo personale e originale,in<br />

cui spicca la lingua che è immediata,incisiva. Al<br />

riguardo faccio alcune citazioni:”Si raddrizza,appoggia<br />

la mano sinistra al bastone ,l’altra al bracciolo della panchina<br />

,e sospirando si alza ,si gira e fissa lo sguardo lontano<br />

dov’è la città che ansima con angosciosi respiri di<br />

bestia ferita da innumerevoli mostri,che l’assalgono con<br />

le canne dei loro fuc<strong>il</strong>i sparando nuvole nere,che scoppiano<br />

e rimbalzando colpiscono i cofani,le fiancate ,i<br />

parabrezza,i cruscotti,gli sterzi,le bocche dei guidatori<br />

che sono attenti alla strada e ascoltano la radio o parlano<br />

al telefonino bestemmiando ,che chiacchierano e<br />

ridono ,e non si accorgono che l’implacab<strong>il</strong>e polvere<br />

scende nel petto fino ai polmoni”(Cap. II,p.15).Le<br />

sequenze narrative hanno un ritmo incalzante ,ed è questa<br />

una delle tante caratteristiche di fondo di questo<br />

romanzo in cui un uomo vecchio e malato spesso ripensa<br />

e rivive fatti,momenti della sua vita adolescenziale ad<br />

esempio e sovente appare una donna alta,slanciata, forse<br />

una ragazza dell’est.Una fanciulla molto bella e soave, la<br />

morte.Leggendo attentamente ci si accorge che l’andamento<br />

ritmico delle varie frasi e periodi rende bene la<br />

vita e certe situazioni anche odierne ,dicono certi risentimenti<br />

e considerazioni dell’uomo Coloprisco.”Amare<br />

considerazioni.Ci riempiono la bocca e le orecchie di<br />

belle parole.Libertà, democrazia,ma poi sono gli altri ,<br />

gl’imperiali signori ,a decidere per tutti. Noi siamo liberi<br />

di scegliere tra le loro prime visioni ,trai f<strong>il</strong>m e le”soap<br />

opere”,orrip<strong>il</strong>anti nella trama,che le televisioni pubbliche<br />

e private comprano a peso e trasmettono ventiquattrro<br />

ore al giorno;tra le loro canzoni che le radio mandano,<br />

in lingua originale ,ossessivamente,tra i titoli dei loro<br />

autori,che nelle vetrine e sui banconi delle nostre librerie<br />

fanno bella mostra con copertine r<strong>il</strong>ucenti e invitanti.<br />

Tutto ci arrivaa inscatolato,pronto a essere consumato;e<br />

non è solococacola o”hamburger” ,c’è dippiù,di peggio!<br />

A noi lasciano <strong>il</strong> piffero,perché ci accapigliamo a chi lo<br />

suoni meglio: ciòè adulatori abbiamo un’antica tradizione<br />

e anche come sudditi fedeli”(p.24).Coloprisco qui<br />

parla con la sua anima e l’interroga,e riflette sulla vita,e<br />

spesso la sua mente va al paese,ai suoi genitori ,alla nascita<br />

dei propri figli(v.p.57 )la bella e profonda descrizione<br />

che dà dell’attesa della nascita dei figli e dei segni che<br />

riguardano quella; qui molte note sono poetiche.C’è<br />

una continua alternanza di vita presente e passata ,incontri<br />

con altre persone ,c’ è pure-lo dicevo prima- la Calabria<br />

,in cui capita,tra le altre cose che Massaro Rocco “è<br />

“travolto con le sue pecore dalla furia di fango e di pietre<br />

“.<strong>La</strong> Calabria delle fiumare,la Calabria “selvaggia<br />

ma bellissima”.A parte ciò, c’è lo studente Coloprisco ,<br />

amante della poesia greca e di Omero in modo particolare.<br />

E poi e quasi sempre: le famose valige di cartone<br />

verso M<strong>il</strong>ano,Torino, Genova,”distanze più brevi,ma<br />

bastanti a far piangere <strong>il</strong> cuore”.Il paese è ritratto liricamente<br />

nelle sue sere estive sotto un “cielo di vivide stelle”,un<br />

paese che lentamente muore.<br />

L’opera è un viaggio nella vita ,fatta di vari incontri con<br />

uomini o donne che hanno talvolta una vita drammatica,funestata<br />

dal dolore .A guardar bene, questa opera di<br />

Coloprisco è l’esaltazione della poesia che”muore e<br />

risorge m<strong>il</strong>le e m<strong>il</strong>le volte al secondo ,che vivrà anche<br />

dopo quando gli uomini stolti avranno distrutto se stessi<br />

e la terra”(p.”24).<strong>La</strong> poesia anche se”infelice,ma viva<br />

,vagherà trasportata dal vento ,ascolterà e darà voce ad<br />

ogni sospiro,br<strong>il</strong>lerà al mattino con <strong>il</strong> gelido raggio di sole<br />

e danzerà nell’aria con ogni granello di sabbia;carezzerà<br />

con mani tremanti i lucidi tronchi degli alberi scarni e<br />

inseguirà con dolcissimi canti la primavera<br />

sfuggente;salirà tra le stelle ,chiedendo dell’uomo con<br />

voce tristissima”.Nell’opera c’è tutta quanta la personalità<br />

e sensib<strong>il</strong>ità dell’uomo Coloprisco che sa leggere<br />

nella propria vita e in quella degli altri come pure nella<br />

storia e nella società e politica del tempo in cui viviamo.<br />

L’opera,che è dedicata alla madre,racconta anche <strong>il</strong><br />

“lento inarrestab<strong>il</strong>e distacco da ogni espressione esteriore<br />

di fede,<strong>il</strong> rifiuto dei dogmi,dei santi,delle madonne,la<br />

repulsione ,la nausea,l’inquietudine ,l’affannosa ricerca<br />

di altre certezze ,la delusione,la disperazione , <strong>il</strong> bordo<br />

del precipizio,la voce:Figlio”.Parole che rendono l’esatta<br />

fisionomia dell’opera poetica e teatrale di Coloprisco<br />

che termina con una immagine di vita:”Il sole<br />

tramonta,traspare uno spicchio di luna.Un respiro di<br />

vento increspa le acque del fiume,accarezza <strong>il</strong> viso dell’uomo<br />

,che piano piano si distende ,si rasserena,sorride<br />

lieve. <strong>La</strong> terra trascolora e un cormorano con <strong>il</strong> suo bel<br />

piumaggio solca l’aria e lancia <strong>il</strong> suo richiamo con un<br />

suono roco,quasi un lamento disperato;ed ecco spuntare<br />

la femmina,che gli si accosta con un gridolino,tutta in<br />

calore,lo sfiora con l’ala aperta e poi scappa,perché vuole<br />

che l’altro la insegua,la raggiunga ,la solletichi sotto <strong>il</strong><br />

becco,la prenda in braccio,la porti nella sua alcova e la<br />

faccia sentire la regina del mondo”. Profonda e di sostanza<br />

questa opera di Aldo Coloprisco, uno scrittore, un<br />

poeta da seguire e leggere con attenzione.<br />

la <strong>Riviera</strong> DOMENICA 17 APRILE 2011<br />

CULTURA41<br />

CANTAMI O DIVA<br />

(MA IN DIALETTO)<br />

DON TOTÒ<br />

DA GAPPERÌA.<br />

MICU PELLE<br />

Don Toto' da Gapperia,<br />

omu ddrittu e di sustanza,<br />

nci facia lu fatturi<br />

a lu Marchisi Tuttapanza,<br />

praticuni di la caccia<br />

sapia i posti di pascianza<br />

quandu jia cu signurinu<br />

si sentia n'omu di scenza!<br />

Quandu vinnar'i lezioni<br />

nci cogghju voti abbastanza<br />

chi nesciu deputatu<br />

cu na randi maggioranza.<br />

Promettiu ca faci cosi<br />

mu cunfundi puru a scena,<br />

m'a la Cammara votau<br />

cuntra i leggi d'uguaglianza<br />

“Chi volenu li tamarri?<br />

Terri e allivi ncumunanza,<br />

mu nci caccian'a li ricchi<br />

lu dirittu i patrunanza?<br />

non sapenu ca ndavimu<br />

tutt'a forza i l'ordinanza<br />

e pur'i giudici di parti<br />

mu nci mparan'a crijanza?”<br />

Mo'nte terri du marchisi<br />

serpi, surici e cinghiali,<br />

pappajanni e arcedi i notti ,<br />

e i sipali fannu grutti<br />

sup'e cimi d'allivari<br />

e l'addrichi e li mentastri<br />

accupparu l'arangari […].<br />

Nta na notti i ventu forti<br />

chi scippava l'agghjandari<br />

tuttu u Fegu du marchisi<br />

ncuminciau ad appiccicari<br />

e comu purvari a nu juntu<br />

diventau tuttu mpernali.<br />

Donnu Totu lu cchjù guappu,<br />

lu cchjù ddrittu di guardiani<br />

i l'atta parti da hjumara,<br />

com'arcedu i malaguriu,<br />

jia chjamandu jusu e susu,<br />

cu li mani a li capidi<br />

tutti i genti e puru i santi<br />

mu lu vannu ad aiutari.<br />

Ma la vuci si perdia<br />

nta li timpi du canali<br />

e rimbumbandu ripetia:<br />

“Cca no ndavi cchjù cristiani,<br />

sunnu a Biella ed a Turinu<br />

e a M<strong>il</strong>anu a fatigari,<br />

e cu scrusciu di motori<br />

non ti sentinu gridari!” […].<br />

[in Micu Pelle, Risbigghjamundi- a cura di P.<br />

Crupi Postfazione di V. Teti ( F. Pancallo editore,<br />

Locri 2009), pp. ]<br />

Micu Pelle (l 26 ottobre 1910<br />

Antonimina, Reggio Calabria- IVI 3<br />

maggio 1989). Ha combattuto, nelle f<strong>il</strong>a<br />

del PCI, per <strong>il</strong> riscatto del suo paese, della<br />

Calabria, del Mezzogiorno. Di<br />

Antonimina è stato sindaco del popolo,<br />

popolano e popolare. É <strong>il</strong> poeta della<br />

questione sociale. Fatto inedito nella<br />

poesia dialettale. <strong>La</strong> sua prima raccolta<br />

poetica, Risbugghjamundi, esce nel 1974<br />

a Reggio Calabria come quaderno del<br />

quindicinale

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