Resterai per sempre la nostra <strong>La</strong>lla Papà Mamma e tua sorella Nadia GIORGIO PAPALUCA Sono trascorsi tre mesi dalla dipartita dell’indimenticab<strong>il</strong>e amico Nico Noce,interlocutore sensib<strong>il</strong>e ed attento alle problematiche culturali del nostro tempo . Egli era infatti un uomo di raffinata cultura,un critico letterario fine ed acuto. Amico sincero,mai viscido ed insidioso,esprimeva i suoi sentimenti,le sue opinioni,i suoi desiderata con quella schiettezza s<strong>il</strong>ana che ispirava fiducia e simpatia. A Lui ed a me bastava uno sguardo per comprenderci e sorridere benevolmente delle banalità e delle debolezze umane. Umorista nato ed intelligente ,collaborò giovanissimo con <strong>il</strong> famoso settimanale satirico “ Il travaso delle idee. Eppure,incredib<strong>il</strong>e a dirsi errava sulle sue labbra un sorriso che sapeva di tristezza e di profonda malinconia. E’ forse questo “ <strong>il</strong> distintivo spirituale dei grandi umoristi? Insegnò,per molti anni,discipline giuridiche ed economiche nell’I.T.C. di Siderno distinguendosi non solo per la soda preparazione scientifica,ma anche per <strong>il</strong> rapporto amichevole,affettuoso,colloquiale oon i giovani ed <strong>il</strong> giocoso estro poetico con cui rallegrava professori e discenti in particolari circostanze: nomine in ruolo, compleanni,matrimoni,collocamenti in pensione. Nel giorno del mio commiato dalla scuola ,Nico compose un “ enkomion”di 192 versi, in cui,bontà sua, esaltò gioiosamente la mia carriera scolastica e la mia attività letteraria. <strong>La</strong> poesia è stata riportata nel mio opuscolo “ Il giorno del commiato,Frama Sud,1989. Ecco una strofe: Alternav’al gran Leopardi, al Manzoni ed al Petrarca, del suo humour toni e dardi, di cui sua cultur’è carca, ed invero,ve lo giuro, la battuta sua è al cianuro. Nel 1981 collaborò al primo Annuario scolastico dal titolo “ 30 anni “ con l’articolo “ Le fonti del terrorismo e con le ironiche e divertenti “ cicalate”: “Spigolando in giro,Notte Afgana,Personaggi alla ribalta. Nel 1995,per “ Una scuola che cambia,secondo annuario dell’I.T.C. di Siderno ,scrisse l’articolo Legalità e giustizia. Viveva in Nico lo spirito di Apollo e di Dioniso: spiritualità e saggezza,<strong>il</strong> senso dell’ordine,del bello,la passione e la vitalità. Non volle vivere in una zona grigia,anonima e piatta: fu infatti un apprezzato animatore di convegni culturali,annunciatore e direttore della televisione locale,lasciando ovunque l’impronta inconfondib<strong>il</strong>e del suo st<strong>il</strong>e,l’eco della sua ironia bonaria e garbata,del suo fine umorismo. Era innamorato di Pirandello,le cui temati- CERIMONIA DEGLI ADDII che,che enuncio in sintesi telegrafica,al fine di rendere comprensib<strong>il</strong>e l’opera poetica del Noce,furono tema costante delle nostre conversazioni. 1)Il mondo ci impone per sempre una maschera che non riconosciamo come nostra,ma che ce la imprigiona la vita autentica. ( <strong>La</strong> patente ) 2)Non esiste una sola verità,ma ne esistono tante quanti sono gli individui e le situazioni, ognuno giudica a suo modo; la verità è di tutti e di nessuno. ( Uno,nessuno ,centom<strong>il</strong>a,Cosi è se vi pare ) 3) L’uomo vive in un drammatico avvicendarsi di saviezza e di follia che non hanno confini netti tra di loro.( Enrico IV ) 4) Gli avvenimenti non hanno una loro logica immutab<strong>il</strong>e,ma sono determinati,<strong>il</strong> più delle volte,dal perenne flusso del nostro subcosciente. ( Non si sa come ) Vi è incomunicab<strong>il</strong>ità tra gli individui e quindi la inevitab<strong>il</strong>e condanna dell’uomo ad essere solo ed incompreso. Ho citato <strong>il</strong> grandissimo scrittore di Girgenti per ricordare che Nico Noce pubblicò un volume di poesie in vernacolo dal titolo “ All’anima ‘e l’animali,( Frama Sud,1976 ) in cui mette a fuoco,con umorismo pirandelliano,LA DOPPIEZZA, i vizi,le ipocrisie,l’ingordigia,le ruberie degli uomini. Nico porta sul palcoscenico del mondo gli animalie sono moltissimi !- concede loro la parola,come Esopo,Fedro,Tr<strong>il</strong>ussa etc., per togliere la maschera agli uomini, sbugiardarli coram populo, renderli maschere nude. E’ ovvio che per capire e gustare la poesia del Noce,bisogna riportarsi al 1976,e conoscere l’attività dell’autore,democristiano d’assalto,dalla parola fac<strong>il</strong>e,suasiva,efficace,piena di verve. Il giovane poeta s’ispira,quasi d’istinto, alla favola,nata prima dell’arte dello scrivere,strumento di trasmissione dell’esperienza e della fantasia umana,sempre gradita al popolo. Attraverso la finzione allegorica,in un vasto fascinoso affresco,ci presenta,con fine garbo,<strong>il</strong> mondo degli animali che parlano e ragionano meglio dei consumati politologi del monocorde pantano politico. Questo divertente scenario animalesco riflette la varietà dell’indole umana,<strong>il</strong> malcostume politico,l’inefficienza della giustizia,l’insabbiamento degli scandali,l’affermazione sociale dei cornuti contenti,degli squallidi porno mercanti,dei cantanti beoti che,col loro vuoto fracasso,le loro contorsioni ep<strong>il</strong>ettoidi,i loro stravaganti abiti zingareschi,pappano m<strong>il</strong>ioni alla faccia dei fans,degni di miglior sorte,ma anche i riposanti e lusinghieri sogni della domenica calcistica. Leggiamo all’uopo alcuni versi: 1) Penze:’ n’Italia ‘a giustizia è nu muru; -e chi c’en sta appricatu-reste spinnatu e cculi nuru ( e col deretano nudo ) 2) A ssu munnu,- sulu sta bbuonu-chi è cornutu cuntientu. Degno di r<strong>il</strong>ievo è l’inno alla squadra giallorossa,per la quale i Calabresi,sono tutti uniti nell’amore dello sport e della loro terra generosa: E all’umbra ‘e ssa bannera- tutt’u populu è unitu- e sse sente gente vera- ppa partita e nn’o ‘u partitu Bersaglio preferito del poeta sono i deputati e i senatori,tronfi,vuoti,oziosi e mangiatutto. Il Parlamento è un vero serraglio di animali,dove anche la mosca cittadina si trova a suo agio : “ a Rroma-na musca ‘un se perde… a Montecitoriu ccè su… tante mmerde!, e la gazza ladra può affermare con orgogliosa sicurezza: ccà sugnu tra frati chiss’è la casa mia, ccà tuttu me quatra; me prisientu: gazza latra. Sono sotto tiro del poeta: i sindacalisti che hanno monopolizzato pure <strong>il</strong> sole,nella pretesa dispotica di essere i depositari della luce e della verità,in un paese sconquassato dal corporativismo; i socialisti,quattro gatti,arroganti,incoerenti,eternamente pendolari,ma che,da ab<strong>il</strong>issimi giocolieri sanno truccare le aste e tengono sempre tre cappelli in testa; i comunisti,inguarib<strong>il</strong>i liberticidi,angeli politici pieni di veleno; ( significativa è “ a zicca bolscevica: una zecca bolscevica succhia <strong>il</strong> sangue ad una pecora e si vanta “ sugnu zicca bolscevica- finchè ssa piecura-tene ‘na st<strong>il</strong>la-nessuno me tocche,- e la <strong>Riviera</strong> DOMENICA 17 APRILE 2011 38 CIAO LAURA <strong>La</strong>urettina mia, vorrei dirti tante di quelle cose, ma non so da dove cominciare...!!! Dire che mi mancherà un pezzo di vita è dir poco dopo 25 anni di vera amicizia, durante la quale abbiamo condiviso un sacco di momenti belli e brutti, quante cazzate abbiamo combinato, quante risate e spesso anche pianti...qualche delusione e qualche soddisfazione...ma io e te insieme sempre solari!!! Fino all'altra sera quando abbiamo deciso di scrivere su facebook impegnata (io con te e tu con me)...due amiche...molto di più...due complici, non servivano parole, bastava un semplice sguardo per capirci! Sin dai tempi delle scuole noi ci distinguevamo...i professori alle riunioni ci ritenevano un'unica persona, Fogà e Toscano, era impossib<strong>il</strong>e parlare al singolare...e noi sempre a ridere...ridere...ridere, anche delle nostre "disgrazie". Da oggi tutto questo non sarà più possib<strong>il</strong>e...ho perso la mia migliore amica, l'unica di cui non ho mai avuto dubbi a definirla tale...la mia migliore amica. Gioia mi mancherai tanto, sei stata <strong>il</strong> più bell'angioletto conosciuto sulla terra e continuerai ad esserlo dal cielo! Ti voglio un mondo di bene Carla RICORDANDO NICOLANOCE ED IL SUO VOLUME ‘ALL’ANIMA‘E L’ANIMALI campu tranqu<strong>il</strong>la ); la potenza della tessera della Democrazia cristiana: Me sugnu scrittu- cchì pensat’a mia- alla Cristiana Democrazia… a viri ssa tessera?- Fa sempre miraculi- e io zumpu l’ostaculi ( supero gli ostacoli ); Andreotti,prezzemolo d’ogni ministero,<strong>il</strong> cui monocolore irrita i tori nell’arena politica. Liberale al centro,si abbandonò poi ad una sfrenata samba con Mancini. In fine,vecchio e stanco sta in poltrona. A ssu puntu ‘na scarp’e pezzente alla porta le busse, trase,t’a guarde e lle fa: MBECCHIAIA…’E QUAZZETTE… RUSSE. Il poeta non risparmia i suoi strali alla Calabria Regione,sconcertante insalata,alla quale prende parte,e a buon diritto,la lattuga: Io staju jennu. A Palazz’Europa… a ffà parte ra Giunta,- m’annu ‘mbitata… mancu sul’iu- pella nzalata. Gli onorevoli deputati regionali,uomini tranqu<strong>il</strong>li,ospitano nelle loro camere anche la civetta,contro la quale la gente spara,perché la ritiene di malaugurio. Sul grande palcoscenico della nostra epoca non potevano essere assenti i mafiosi e i ndranghetisti,i veri lupi dell’Aspromonte e della S<strong>il</strong>a,terrore dei cittadini e dei cinghiali,colpiti spesso a morte, per errore. Simpatico e ridanciano <strong>il</strong> falso pudore di una serva,navigata discepola di Venere: A vespa Tiresa-curriennu ‘ ntra l’erva- avìa,senz’offesa- pungiutu ‘na serva,- e chissa: “ Segnure,ohi! Ohi! Cchi ddulure! Tiresa t’a guarde- pu’escrama: Sta muta - ‘um bì quantu scarde( lamentele ingiustificate) ppè ‘nna pungiuta! E UN PUNGIGLIUNE- ‘ E PEPPE ‘ U PATRUNE? Nella poesia di Noce vi è un diffuso senso di sfiducia nella speranza di modificare una società che ha corrotto i valori del sentimento,della semplicità,della sincerità,dell’onestà. I versi schietti,arguti,scanzonati,sono scritti in vernacolo che ha le stesse possib<strong>il</strong>ità artistiche della lingua nazionale ed in ogni regione ha dato un quadro genuino della realtà municipale,del carattere delle aspirazioni,delle miserie del popolo. <strong>La</strong> poesia di Noce,sempre festiva, è fluida,piana ,senza ingorghi discorsivi. Il volume,edito da Frama Sud nel 1976, si legge d’un fiato,per <strong>il</strong> fine garbo espositivo di tr<strong>il</strong>lusiana memoria e per la dolcezza id<strong>il</strong>lica delle albe lucenti e dei fascinosi crepuscoli s<strong>il</strong>ani,sempre vivi nell’animo di Nico Noce,nato a Spezzano della S<strong>il</strong>a <strong>il</strong> 25 apr<strong>il</strong>e 1933 e morto tragicamente a Locri <strong>il</strong> 12.1.2011.
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