PDF - Comune di Marnate
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Marnate</strong> (Va)<br />
Piano delle Regole – Apparato normativo Luglio 2012<br />
funzionalismo imperante era quin<strong>di</strong> rappresentato da un sacrificio descrittivo e da una scarsa<br />
appropriatezza regolatoria.<br />
L’approccio «per tessuti», connotato dalla massima flessibilità, riesce invece a far emergere ab<br />
intrinseco la effettiva matrice tipologica dei <strong>di</strong>versi segmenti morfologicamente omogenei della<br />
città, facendone altrettante autonome unità <strong>di</strong> regolamentazione, ossia ambiti nei quali trova<br />
applicazione un calzante e finalmente <strong>di</strong>versificato impianto regolatorio.<br />
L’operazione classificatoria che deve compiere il pianificatore si articola in più passaggi.<br />
a) I territori consolidati sono, in termini generali, i segmenti urbani non più investiti dalle spinte<br />
verso la trasformazione. È molto importante notare che è l’assetto morfologico del costruito (più<br />
della densità) ad esprimere l’identità tipologica <strong>di</strong> questi luoghi ed a segnarne i confini. Il territorio<br />
consolidato va quin<strong>di</strong> perimetrato e <strong>di</strong>stinto dalle aree che non hanno ancora subito la<br />
trasformazione e<strong>di</strong>ficatoria. Operata questa summa <strong>di</strong>visio, i territori consolidati vanno<br />
ulteriormente ripartiti in tessuti.<br />
b) Nel compiere questa seconda operazione - il cui successo è con<strong>di</strong>zione essenziale per<br />
l’appropriatezza delle proposizioni regolamentari che verranno successivamente impiegate<br />
dall’amministrazione per garantire la qualità urbana - occorre che il pianificatore sappia cogliere<br />
nella fase conoscitiva una complessa semiotica, nella quale il tratto architetturale, le soglie storiche,<br />
il pregio intrinseco sono solo alcuni degli in<strong>di</strong>catori rilevanti.<br />
Nel complesso lavoro <strong>di</strong> riconoscimento <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>catori valoriali, la prima attenzione del<br />
pianificatore a <strong>Marnate</strong> è stata quella <strong>di</strong> non sovrapporre, come accadeva nella logica del d.m.<br />
1444/1968, sud<strong>di</strong>visioni e ricomposizioni artificiose rispetto alle reali linee <strong>di</strong> frattura che<br />
percorrono il territorio. Soprattutto a <strong>Marnate</strong> sarebbe risultato improprio ridurre questa operazione<br />
alla sola fase <strong>di</strong> identificazione dei valori storico-architettonico-testimoniali. Si è quin<strong>di</strong> privilegiato<br />
un approccio attento alle soglie <strong>di</strong> consolidamento, osservando i sistemi territoriali (le unità<br />
funzionali <strong>di</strong> cui ci si è serviti anche nella VAS) anche nella prospettiva dei rispettivi funzionamenti<br />
urbani. Al <strong>di</strong> fuori del perimetro dei tessuti consolidati si sono tuttavia riscontrati e<strong>di</strong>fici che sono<br />
esito <strong>di</strong> episo<strong>di</strong> (isolati) dello sfrangiamento ed appaiono privi <strong>di</strong> una precisa identità territoriale, in<br />
cui l’unico dato strutturale è costituito dall’avvenuta <strong>di</strong>smissione dell’originario statuto agronaturalistico:<br />
il «pieno architettonico» isolato, a volte dozzinale, anonimo, in luogo e nel luogo del<br />
«vuoto <strong>di</strong> natura».<br />
Da questa analisi è risultato che, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> alcuni comuni contermini (Gorla Minore,<br />
Castellanza) ed anche grazie ai confini ‘naturali’ costituiti dall’Olona e dal PLIS attorno ai due<br />
nuclei <strong>di</strong> <strong>Marnate</strong> e <strong>di</strong> Nizzolina non si registra una espansione (che a volte travalica i confini<br />
amministrativi del comune <strong>di</strong> riferimento, ponendo un problema <strong>di</strong> saldature lungo la rete<br />
viabilistica) entro un’area <strong>di</strong> inse<strong>di</strong>amenti che si stende tra i confini dei nuclei storici ed il territorio<br />
a bassa densità, che solo per povertà lessicale continuiamo a chiamare campagna o periferia. Ha<br />
così origine, una nuova morfologia urbana: la “città <strong>di</strong>ffusa”. Si tratta <strong>di</strong> un’entità ancora<br />
<strong>di</strong>fficilmente descrivibile, che costituisce un grave problema per il pianificatore. Il PGT <strong>di</strong> <strong>Marnate</strong><br />
assume come obiettivo la preservazione del ‘doppio argine’ (l’Olona ed i boschi del Rugareto) che<br />
limita l’e<strong>di</strong>ficato.<br />
Tornando agli strumenti <strong>di</strong> cui si serve l’estensore del piano delle regole, va rimarcato che il lemma<br />
«tessuto» è semanticamente neutro: <strong>di</strong> per se rinvia genericamente all’esito <strong>di</strong> una trasformazione<br />
antropica del territorio. La chiave non sta dunque in questo sostantivo: l’accento cade invece sugli<br />
aggettivi che lo accompagnano e con i quali forma, <strong>di</strong> volta in volta, un sintagma.<br />
Arch Anna Manuela Brusa Pasquè – Varese Prof. Avv. Emanuele Boscolo - Angera<br />
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