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N. 2 - 1° semestre 1996 - Circolo Culturale Armigeri del Piave

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vo e iniziava la manovra di fuga a Mach 2 con il pieno di carburante e in configurazione<br />

“pulita”.<br />

Il B-70 invece non entrò mai in servizio nonostante fosse una macchina<br />

fantascientifica per gli anni ‘60; si trattava di un <strong>del</strong>ta con alette stabilizzatrici<br />

anteriori, i suoi sei reattori gli permettevano una velocità di Mach 3 pari a oltre<br />

3200 km/h e nel volo ipersonico le estremità alari si piegavano verso il basso<br />

per “ingabbiare” le onde d’urto e sfruttarle per la propulsione.<br />

Un incidente di volo, in cui un F-104 venne risucchiato dai vortici d’estremità<br />

<strong>del</strong> B-70 ed entrambi gli aerei ne uscirono distrutti, chiuse definitivamente<br />

la carriera <strong>del</strong> grosso esamotore, tuttavia é lecito pensare che ci fossero<br />

anche problemi di bilancio, dal momento che ogni volo costava allo stato circa<br />

un milione di dollari (di allora).<br />

Da notare come questo aereo, anche se non entrò in servizio, diede il via<br />

allo sviluppo <strong>del</strong> caccia più veloce <strong>del</strong>la storia: il MiG-25, concepito appunto<br />

per l'intercettazione <strong>del</strong> B-70.<br />

Anche i russi tentarono la strada <strong>del</strong> bombardiere strategico iperveloce e<br />

anch’essi la abbandonarono dopo poco tempo; il progetto di Tupolev nominato<br />

T-4 (con “T” i sovietici indicano i prototipi di aerei supersonici) riuscì a superare<br />

mach 2.5 ma, visto l’abbandono <strong>del</strong> B-70 negli U.S.A. e visto anche il costo<br />

di gestione <strong>del</strong>l’apparecchio, si pensò che il posto giusto per questo quadrireattore<br />

con ala a <strong>del</strong>ta fosse il museo Monino a Mosca.<br />

Per onor di cronaca diciamo anche che il T-4 ebbe il discutibile privilegio<br />

di essere il primo aereo al mondo a costare più <strong>del</strong> suo peso in oro!<br />

Lo sviluppo <strong>del</strong>la missilistica si spostò, nella metà degli anni ‘60, sempre<br />

più verso i missili da crociera (o “Cruise”); capostipite di questa famiglia di<br />

armi fu la V1 tedesca che colse impreparati gli inglesi nel 1944.<br />

Molto più veloci e perfezionati i Cruise <strong>del</strong>la nuova generazione resero<br />

praticamente inutili i grossi e veloci (e costosi) bombardieri degli anni ‘60: ora<br />

era sufficiente un aereo che potesse portarsi in prossimità <strong>del</strong>l’obiettivo senza<br />

essere scorto e poi lanciare il missile che avrebbe seguito autonomamente la<br />

rotta fino al bersaglio.<br />

Ciò che rendeva interessante ora l’impiego dei bombardieri strategici era<br />

la possibilità di colpire con successo diversi obiettivi impiegando un solo velivolo<br />

caricato con alcuni missili.<br />

Per rendere poco visibile un bombardiere si poteva agire sul suo profilo<br />

di missione oppure sulla riflessione radar; i bombardieri ora in servizio nell'U-<br />

SAF rispecchiano questi canoni: il B-1 e il B-2.<br />

Caratterizzati da una lunga e sofferta gestazione, più per cause politiche<br />

che altro, entrambi sono gioielli <strong>del</strong>la tecnologia aeronautica in grado di restare<br />

in aria oltre 20 ore mediante rifornimento in volo e raggiungere ogni parte <strong>del</strong><br />

globo.<br />

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