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Parte prima Il bambino bussò al cancelletto di legno, ch'era in tutto ...

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cuneo, pochi metri più <strong>in</strong> là. La strada era così stretta che i rami degli olivi formavano su <strong>di</strong> essa una<br />

volta compatta. Un ramo portò via <strong>di</strong> netto il cappello a Don Francesco; il vecchio fece una strana<br />

risata, <strong>al</strong>zò una mano, strappò una manciata <strong>di</strong> foglie; poi impugnò il fucile, lo armò e si preparò a<br />

sparare l'ultimo colpo che gli restava. Muovendo le <strong>di</strong>ta, lasciò andare a una a una le foglie nel<br />

vento della corsa. <strong>Il</strong> ragazzo gli sorrise e <strong>al</strong>zò le mani per ripararsi dai rami sottili che gli frustavano<br />

il viso.<br />

« Tieniti forte! » gli gridò Don Francesco imbracciando il fucile e mirando attentamente. Mirò a<br />

lungo; poi il colpo rimbombò fortissimo, moltiplicato d<strong>al</strong>l'eco delle conv<strong>al</strong>li. La p<strong>al</strong>la colpì <strong>di</strong><br />

striscio la groppa e il collo del cav<strong>al</strong>lo, che, spaventato d<strong>al</strong>la detonazione e d<strong>al</strong> dolore della ferita,<br />

serrò ancor più il g<strong>al</strong>oppo. <strong>Il</strong> c<strong>al</strong>esse rullava m<strong>in</strong>acciando a ogni istante <strong>di</strong> rovesciarsi. Don<br />

Francesco lanciò il fucile contro la testa del cav<strong>al</strong>lo; il fucile scivolò davanti <strong>al</strong>le stanghe, e f<strong>in</strong>ì<br />

sotto una ruota. Don Francesco sedette str<strong>in</strong>gendosi la testa tra le mani, ma i paurosi sobb<strong>al</strong>zi del<br />

c<strong>al</strong>esse lo sb<strong>al</strong>lottavano <strong>di</strong> qua e <strong>di</strong> là. A un tratto prese Angelo tra le braccia e se lo str<strong>in</strong>se <strong>al</strong> petto,<br />

lo prese sotto le ascelle e lo sollevò. « Tieniti con le mani ai rami, str<strong>in</strong>gi forte, » gridò « poi<br />

proverò io... »<br />

<strong>Il</strong> ragazzo annuì, <strong>al</strong>zò le mani, str<strong>in</strong>se forte e fu strappato via; rimase sospeso a tre metri da terra, e<br />

vide il c<strong>al</strong>esse <strong>al</strong>lontanarsi per la strada pianeggiante. Don Francesco s'era voltato a guardarlo e<br />

agitava le braccia lunghe e magre. Lui agitò le gambe come risposta. <strong>Il</strong> vecchio gridava qu<strong>al</strong>cosa,<br />

ma Angelo non afferrava il senso delle parole. Sotto <strong>di</strong> sé vedeva la strada polverosa. Poteva<br />

lasciarsi scivolar giù, cadere sulla polvere, che avrebbe attutito la caduta; forse era questo che il<br />

vecchio gli stava gridando. Si lasciò scivolare e cadde con un pugno <strong>di</strong> foglie tra le mani. Cadde<br />

mollemente sulla polvere soffice e c<strong>al</strong>da sollevando una nuvoletta. <strong>Il</strong> c<strong>al</strong>esse, rimpicciolito d<strong>al</strong>la<br />

<strong>di</strong>stanza, cont<strong>in</strong>uava la sua corsa <strong>in</strong> fondo <strong>al</strong>la strada lunghissima. Nell'aria era sospeso un<br />

pulviscolo sottile rossastro simile <strong>al</strong>la nebbia del primo matt<strong>in</strong>o. Sotto i f<strong>in</strong>imenti del cav<strong>al</strong>lo s'era<br />

formata una schiuma bianca, arrossata sulla groppa d<strong>al</strong> sangue che colava d<strong>al</strong>la ferita, un lungo<br />

solco che lasciava scoperta la carne viva. Don Francesco aveva il viso <strong>tutto</strong> spruzzato <strong>di</strong> sangue, se<br />

lo sentiva sulle labbra, tepido e dolciastro. Si pulì la bocca col dorso della mano, sputò. Estrasse<br />

d<strong>al</strong>la tasca della cacciatora un robusto coltello a molla, lo aprì e si <strong>in</strong>g<strong>in</strong>occhiò per tagliare le tirelle.<br />

Come mai non ci aveva pensato <strong>prima</strong>? Ora la strada correva lungo il letto <strong>di</strong> un torrente secco. La<br />

tirella che stava cercando <strong>di</strong> tagliare era fatta con tre o quattro grosse strisce <strong>di</strong> cuoio cucite assieme.<br />

Non era facile tagliarla, ma <strong>al</strong>la f<strong>in</strong>e ci riuscì. <strong>Il</strong> cav<strong>al</strong>lo, liberato <strong>in</strong> parte, fece un gran b<strong>al</strong>zo <strong>in</strong><br />

avanti, ma rimaneva attaccato con l'<strong>al</strong>tra tirella. "Bisognava tagliarle tutte e due<br />

contemporaneamente" pensò. Nello stesso momento il c<strong>al</strong>esse sbandando <strong>tutto</strong> a destra, rotolò <strong>in</strong><br />

fondo <strong>al</strong> letto del torrente. Don Francesco si sentì sb<strong>al</strong>zato <strong>in</strong> aria, poi cadde sui grossi ciottoli,<br />

travolto.<br />

Angelo era <strong>di</strong>steso sulla polvere soffice e c<strong>al</strong>da, <strong>in</strong> mezzo <strong>al</strong>la strada. Sentiva lo sferragliare che si<br />

<strong>al</strong>lontanava e il battere ritmico degli zoccoli. La terra gli portava questi rumori ben <strong>di</strong>st<strong>in</strong>ti: era<br />

come se vedesse il c<strong>al</strong>esse gi<strong>al</strong>lo con Don Francesco che agitava le lunghe braccia magre e, più <strong>in</strong><br />

là, oltre la sua testa nuda e c<strong>al</strong>va la groppa bianca <strong>di</strong> Zurito con il solco rosso della ferita. Sentì il<br />

sapore dolciastro del sangue sulle labbra. Si <strong>al</strong>zò a sedere, aveva sempre il fracasso delle ruote nelle<br />

orecchie. A un tratto udì uno schianto, e il fracasso cessò. In fondo <strong>al</strong>la strada, vide il c<strong>al</strong>esse,<br />

piccolissimo, s<strong>al</strong>tare <strong>in</strong> aria, rovesciarsi su un fianco, e vide anche, per un attimo, la figur<strong>in</strong>a nera <strong>di</strong><br />

Don Francesco, sospesa sul groviglio del c<strong>al</strong>esse gi<strong>al</strong>lo e del cav<strong>al</strong>lo bianco; poi non udì e non vide<br />

più nulla. La strada deserta si perdeva <strong>al</strong>l'orizzonte, la nuvola <strong>di</strong> polvere si andava posando. Angelo<br />

chiuse gli occhi, e si abbandonò sf<strong>in</strong>ito nell'improvviso silenzio meri<strong>di</strong>ano.<br />

Si svegliò <strong>al</strong> tramonto, quando il sole, <strong>prima</strong> <strong>di</strong> scendere <strong>di</strong>etro Monte Magno, gli dardeggiò <strong>in</strong><br />

faccia gli ultimi raggi <strong>di</strong> sotto le fronde degli olivi. Si stropicciò gli occhi, si ricordò della folle

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