09.06.2013 Views

Parte prima Il bambino bussò al cancelletto di legno, ch'era in tutto ...

Parte prima Il bambino bussò al cancelletto di legno, ch'era in tutto ...

Parte prima Il bambino bussò al cancelletto di legno, ch'era in tutto ...

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

trasse un re<strong>al</strong>e che, con un cenno d'<strong>in</strong>tesa, gettò <strong>al</strong> vaccaro. Questi lo prese a volo facendolo<br />

schioccare contro il p<strong>al</strong>mo della mano; lo prese con la mano s<strong>in</strong>istra, che adoperava con la stessa<br />

abilità della destra, <strong>in</strong><strong>di</strong>fferentemente.<br />

« Compra quel che devi comprare e ritorna su senza aspettarmi » <strong>di</strong>sse l'avvocato.<br />

<strong>Il</strong> capo vaccaro scosse la testa impassibile: « Non basta » <strong>di</strong>sse mostrando la moneta <strong>prima</strong> <strong>di</strong><br />

mettersela nello stretto tasch<strong>in</strong>o del corpetto <strong>di</strong> pelle <strong>di</strong> capra. Senza <strong>di</strong>scutere, Fulgheri cercò <strong>in</strong><br />

tasca un'<strong>al</strong>tra moneta simile <strong>al</strong>la <strong>prima</strong> e gliela gettò. L'uomo la prese a volo come <strong>prima</strong>, la mise<br />

nel tasch<strong>in</strong>o e annuì; poi si tirò <strong>in</strong><strong>di</strong>etro per lasciar passare il c<strong>al</strong>esse, che l'avvocato guidò fuori del<br />

cortile. I mozzi delle ruote passarono tra gli stipiti sfiorandoli, ma senza toccarli. Girò a destra e<br />

prese la s<strong>al</strong>ita <strong>al</strong> gran trotto. Zurito trottava a gambe larghe.<br />

« Dove an<strong>di</strong>amo? » chiese timidamente Angelo.<br />

« An<strong>di</strong>amo a <strong>di</strong>re a tua madre che ci prepari la m<strong>in</strong>estra per quando torniamo. » Davanti <strong>al</strong> vicolo<br />

del Carrubo che sbocca nello stradone, Don Francesco si buttò <strong>in</strong><strong>di</strong>etro sul se<strong>di</strong>le e tirò le re<strong>di</strong>ni<br />

fermando quasi <strong>di</strong> botto, poi fece voltare <strong>di</strong> traverso il cav<strong>al</strong>lo <strong>in</strong> modo che non stesse sotto sforzo.<br />

A un cenno <strong>di</strong> Don Francesco, Angelo schizzò via e corse verso il <strong>cancelletto</strong> <strong>di</strong> casa per chiamare<br />

sua madre. A entrare col c<strong>al</strong>esse nel vicolo non c'era nemmeno da pensarci, tanto era stretto e<br />

sassoso. Eppure ci passavano i pesanti carri a buoi carichi <strong>di</strong> legna, <strong>di</strong> covoni o <strong>di</strong> uva appena colta,<br />

<strong>al</strong> tempo della vendemmia, e c'erano sui muri delle case <strong>di</strong> mattoni cru<strong>di</strong> i segni dei mozzi con il<br />

nero della morchia. Ma Don Francesco non si avventurava mai nel vicolo. Di tra le sbarre del<br />

<strong>cancelletto</strong> <strong>di</strong> <strong>legno</strong>, Angelo vide sua madre <strong>in</strong>tenta a spazzare vic<strong>in</strong>o <strong>al</strong>la legnaia: era <strong>in</strong> sottanella e<br />

ciabatte, e attraverso gli strappi si vedeva il bianco della sottoveste. "Ora lei" pensò il <strong>bamb<strong>in</strong>o</strong> "è<br />

capace <strong>di</strong> uscir così nello stradone!" Sofia, benché timorosa del giu<strong>di</strong>zio della gente, a volte, proprio<br />

per ribellione <strong>al</strong>la <strong>in</strong>giustizia <strong>di</strong> questi giu<strong>di</strong>zi non badava troppo <strong>al</strong>le forme f<strong>in</strong>o ad assumere quasi<br />

atteggiamenti <strong>di</strong> sfida. <strong>Il</strong> ragazzo si str<strong>in</strong>se nelle sp<strong>al</strong>le e con un sasso <strong>bussò</strong> <strong>al</strong> cancello, poi accennò<br />

con la mano <strong>al</strong>lo stradone, dove Don Francesco stava aspettando. Sofia capì a volo e corse <strong>in</strong> casa a<br />

vestirsi. Angelo sp<strong>in</strong>se il cancello, entrò e vide sua madre che stava <strong>in</strong>dossando una sottana senza<br />

strappi. Intanto i suoi magri e bruni pie<strong>di</strong> s'erano liberati delle logore ciabatte cas<strong>al</strong><strong>in</strong>ghe e<br />

cercavano gli zoccoletti <strong>di</strong> lucida tela cerata. Prese per mano il figlio e, senza chiedere <strong>al</strong>tre<br />

spiegazioni, corse con lui f<strong>in</strong>o <strong>al</strong>lo stradone, dove Don Francesco aspettava impaziente facendo<br />

schioccare la frusta per ozio.<br />

« Ho da chiedervi un piacere, comare Sofia » <strong>di</strong>sse sbirciando appena la donna, che f<strong>in</strong>iva <strong>di</strong><br />

aggiustarsi sul petto lo sci<strong>al</strong>le. Lei rispose <strong>al</strong> suo sguardo. Aveva gli occhi neri, ancora giovani, furbi<br />

e sc<strong>in</strong>tillanti.<br />

« Voi non avete che da comandare » <strong>di</strong>sse facendosi seria.<br />

« Vado a B<strong>al</strong>anotti per vedere cos'hanno comb<strong>in</strong>ato quei poltroni, e prendo con me Angelo... Vorrei<br />

che voi andaste a casa mia a rimettere un po' <strong>in</strong> or<strong>di</strong>ne e <strong>in</strong>tanto preparate la m<strong>in</strong>estra, per me e per<br />

lui » <strong>di</strong>sse accennando con un'occhiata. <strong>Il</strong> ragazzo stava affilando uno stecco con il suo coltell<strong>in</strong>o.<br />

La donna str<strong>in</strong>se le labbra e nei suoi occhi passò una luce <strong>di</strong> riconoscenza e <strong>di</strong> tenerezza. Non solo<br />

le faceva piacere ma la commoveva f<strong>in</strong>o <strong>al</strong>le lacrime il fatto che il vecchio signore si <strong>in</strong>teressasse <strong>al</strong><br />

suo <strong>bamb<strong>in</strong>o</strong>. Fece <strong>di</strong> sì con la testa, vivamente.<br />

« Se spolverate nello stu<strong>di</strong>o, non toccate le carte sul mio tavolo: lasciate <strong>tutto</strong> com'è! »<br />

« Lo so, lo so, » <strong>di</strong>sse lei scrollando la testa « me lo avete già detto: lo so che non devo toccare<br />

nulla, state tranquillo. Vi faccio la m<strong>in</strong>estra col formaggio fresco e i f<strong>in</strong>occhi. »<br />

Angelo <strong>al</strong>zò gli occhi e si passò la l<strong>in</strong>gua sulle labbra golosamente. L'avvocato annuì piegando il<br />

busto <strong>in</strong> avanti.<br />

« Quella buona m<strong>in</strong>estra! ... » <strong>di</strong>sse « va bene! ... Saremo a casa <strong>prima</strong> dell'Avemaria. »

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!