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Passera Alessandro 5.E - Liceo Scientifico Antonelli

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federalismo xxxxxxxxx in opposizione allo Stato centrale e un federalismo sovranazionale.<br />

1.5.4 Il Partito d’Azione<br />

Il Partito d'Azione fu tra i partiti della resistenza il più votato ad una riflessione federalista<br />

europea, operata con profondità, xxxxxx, continuità e nettezza. Nel 1943 la posizione del Partito<br />

d'Azione, espressa sul giornale “L'Italia Libera” dichiarava come necessario l'impegno a contribuire<br />

alla formazione di una coscienza unitaria europea, premessa indispensabile alla realizzazione<br />

auspicata di una coscienza unitaria europea di liberi paesi democratici nel quadro di una più vasta<br />

collaborazione mondiale (VII punto de “L'Italia Libera” del 7 gennaio 1943). questo internaziona-<br />

lismo, che si prefiggeva obiettivi a lungo termine, tramite un accordo spontaneo tra Stati, prevedeva<br />

la creazione di una coscienza europea, prima di una federazione,a differenza dell'unità italiana,<br />

dove era accaduto il contrario. Questa posizione iniziale venne ad evolversi con l'ingresso nel<br />

Partito d'Azione di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, che, influenzarono specialmente il partito nel<br />

Nord ancora sotto il controllo fascista, seppero operare una pacifica diffusione degli ideali europei<br />

non solo tra i gruppi dirigenti ed intellettuali, ma anche nella base, favoriti dall'opera di Riccardo<br />

Lombardi, Leo Valiani, Duccio Galimberti e Antonio Repaci, gli altri due appartenenti alle<br />

formazioni partigiane di “Giustizia e libertà”. Il superamento dell'internazionalismo a favore del<br />

federalismo europeo più concreto e meno utopistico non fu accettato dai dirigenti romani o<br />

meridionali del partito, come XXX o La Malfa, ancora vincolati all'idea dello Stato nazionale.<br />

L'apporto del Partito d'Azione alla riflessione federale nella Resistenza fu enorme e fondamentale<br />

per il dopoguerra, benchè il partito dovesse scomparire nell'immediato, una volta finita la guerra<br />

1.6 LA SECONDA META’ DEL NOVECENTO<br />

1.6.1 LA Democrazia Cristiana<br />

Con il Programma di Milano del 25 luglio 1943, la Democrazia Cristiana aveva preso, dopo un<br />

primo attimo di incertezza teorica, posizione favorevole nei confronti di una Federazione degli<br />

Stati europei retti a sistema di libertà (Programma di Milano) nel quadro di una rinnovata Società<br />

delle Nazioni. Solo così si poteva garantire una pace europea e mondiale. Il Programma di Milano,<br />

inizialmente indirizzato solo agli Stati dell'Europa continentale, si allarga in linea teorica anche<br />

all'URSS benchè De Gasperi comprenda l'irrealizzabilità di una Confederazione con il totalitarismo<br />

comunista, spingendo l'Italia verso la NATO. Con il Trattato di Roma, la DC appoggia le spinte per<br />

un liberismo di respiro europeo in campo economico, come voluto dal PLI, sempre però in un'ottica<br />

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