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Terza serie (2001) VI, fascicolo 1-2 - Brixia Sacra

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console degli appelli (e sicuramente di più<br />

prima del 1285), in numero proporzionale ai<br />

quartieri per l’ufficio dei bandi, quattro o<br />

otto per gli estimatori, due o quattro per il<br />

massaro del Comune, altri in numero imprecisato<br />

per i procuratori, per gli incaricati dell’accertamento<br />

delle proprietà comunali e<br />

per gli adempimenti necessari all’esazione<br />

dei tributi. Cfr. DE FEO, Note di diplomatica<br />

comunale, pp. 147-151. Ad aumentare il<br />

numero dei professionisti impiegati contribuisce<br />

l’istituto della vacatio, che obbliga<br />

quanti hanno ricoperto una carica ad astenersene<br />

per un determinato periodo. Gli statuti<br />

stabiliscono inoltre che tutti gli scribi del<br />

Comune devono essere notai: Statuti di Brescia,<br />

CLXXXIII col. 1638.<br />

8 Questa norma è valida non solo per gli<br />

ufficiali comunali, ma in generale per tutti gli<br />

operatori documentari: Ibidem, XCIII col.<br />

1827. Tale chiusura può essere interpretata<br />

come un segnale di coesione e relativa forza<br />

della corporazione, a differenza dei casi verificatisi<br />

in altri centri, dove sono attivi notai provenienti<br />

da città diverse, a significare lo scarso<br />

radicamento della tradizione professionale<br />

urbana e, conseguentemente, la permeabilità<br />

rispetto agli influssi esterni: per l’esempio di<br />

Vercelli, cfr. E. BARBIERI, Notariato e documentazione<br />

a Vercelli tra XII e XIII secolo, in<br />

L’università di Vercelli nel Medioevo. Atti del<br />

secondo Congresso Storico Vercellese (Vercelli,<br />

Salone Dugentesco, 23-25 ottobre 1992), Vercelli<br />

1994, p. 269.<br />

9 Il caso piacentino, per esempio, è dettagliatamente<br />

esposto in C. PECORELLA, Studi<br />

sul notariato a Piacenza nel secolo XIII, Milano<br />

1968, pp. 22-23.<br />

10<br />

DE FEO, Note di diplomatica comunale,<br />

p. 152.<br />

11 Ibidem; Statuti di Brescia, CLX<strong>VI</strong> coll.<br />

1634-1635, CLXXXV col. 1638. Nel testo statutario<br />

non si fa cenno all’investitura notarile, ma<br />

si può supporre che essa preceda l’esame degli<br />

S T U D I<br />

29<br />

anziani del collegio, come avviene a Piacenza;<br />

cfr. PECORELLA, Studi sul notariato, p. 31.<br />

12 Statuti di Brescia, CLX<strong>VI</strong> coll. 1634-<br />

1635.<br />

13 Ibidem, CLX<strong>VI</strong>I col. 1635.<br />

14 DE FEO, Note di diplomatica comunale,<br />

p. 153.<br />

15 Ibidem.<br />

16 Ibidem.<br />

17 Statuti di Brescia, CLXX coll. 1635-<br />

1636. In quest’ottica, sembra porsi come<br />

un’eccezione Alberto de Caçago, notaio operante<br />

nel contado bresciano alla fine del secolo<br />

XIII, che fa precedere il proprio nome dal<br />

termine “pre”, che è tipico dei sacerdoti e<br />

degli ecclesiastici in genere: cfr. ASMi, Pergamene<br />

65, fasc. 33c, 1299 marzo 21, 1299<br />

marzo 22, 1299 marzo 23. La medesima norma<br />

vige anche a Pavia (dove, però, si segnalano<br />

comunque casi anomali): E. BARBIERI,<br />

Notariato e documento notarile a Pavia (secoli<br />

XI-XIV), Firenze 1990, p. 39. Radicalmente<br />

diversa, come è noto, è la situazione veneziana,<br />

per la quale cfr. A. BARTOLI LANGELI,<br />

Documentazione e notariato, in Storia di Venezia,<br />

I, Venezia 1992, pp. 847-864.<br />

18 Statuti di Brescia, LXXIII col. 1741.<br />

19 Un capitolo degli statuti, infatti, sancisce<br />

la validità di tutti gli istrumenti prodotti<br />

anteriormente alla sua promulgazione che<br />

contengano riferimenti ad atti di procura,<br />

anche quando questi ultimi non possano<br />

essere presentati. Ciò perché, in seguito agli<br />

avvenimenti bellici connessi al dominio di<br />

Ezzelino da Romano sulla città, molti documenti<br />

sono andati perduti “et notarii non<br />

consueverunt de praedictis instrumentis<br />

facere imbreviaturas” (Ibidem, CII coll.<br />

1747-1748).<br />

20 Ibidem, coll. 1738-1739, CII coll. 1747-<br />

1748.<br />

21 Ibidem, CLXXXIV coll. 1767-1768.<br />

22 Statuti bresciani, coll. 1584 (152). La<br />

questione del controllo sulla documentazione

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