L'IMPOSSIBILE CURA - 1999 - Società Amici del Pensiero

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Ancona, 20 Marzo 1999 LE QUATTRO FORME DELLA PSICOPATOLOGIA Raffaella Colombo La psicopatologia, iniziata con Freud dal passaggio che egli compie dalla neurologia alla metapsicologia, introduce nella storia del pensiero un concetto di normalità che riunisce psicologia, moralità, diritto, in un’unica competenza individuale e ci permette di fare scienza della psicopatologia come scienza del pensiero di natura e delle sue deviazioni. A partire dal paragone con la norma, la scienza della psicopatologia distingue quattro configurazioni psicopatologiche: nevrosi, psicosi, perversione, psicopatologia precoce. Poche, rispetto alle classificazioni nosografiche riconosciute dalla psichiatria in base a categorie prettamente somatiche utilizzate fino alla Seconda Guerra Mondiale (fino al DSM-I e DSM-II, pubblicati nel 1952 e nel 1968, che assumono nuove prospettive mutuate dalla psicoanalisi); molto poche, rispetto a quelle (circa 300), riconosciute dalla psichiatria odierna, che, salvo qualche eccezione, si avvale dei criteri diagnostici stabiliti dalla APA («Associazione Psichiatrica Americana»): DSM III e DSM-IV (pubblicati nel 1980 e nel 1993), in cui si assiste a un completo abbandono dei riferimenti psicoanalitici e all’assunzione di criteri diagnostici da cui ci discostiamo decisamente. Tra i risultati più vistosi, ottenuti dalla scienza della psicopatologia elaborata nel paragone con la norma, abbiamo le quattro psicopatologie, non come quattro diverse diramazioni o passaggi evolutivi dalla malattia alla psicopatologia. La psicopatologia come scienza del pensiero di natura tratta anzitutto della nevrosi, e tratta di psicosi e perversione in quanto destini patologici della nevrosi. Essa tratta inoltre di una quarta patologia psichica: la psicopatologia precoce, che, diversamente dalle altre, non presuppone malattia semplice. Abbiamo: la nevrosi come a. forma specifica di psicopatologia, che non figura invece più nelle ultime edizioni del DSM; b. malattia psichica comune, rispetto alla quale psicosi e perversione si configurano come destini; c. forma curabile di psicopatologia; d. esito patologico della malattia non curata, il cui esordio comporta il passaggio biologico della pubertà; la perversione come forma non-clinica della psicopatologia; una nuova forma di psicopatologia: lo handicap psichico o psicopatologia precoce che si aggiunge alle tre forme già note: nevrosi, psicosi, perversione. 32
HANDICAP PSICHICO O PSICOPATOLOGIA PRECOCE Questa forma di patologia psichica si distingue nettamente dalle altre perché è l’unica a avere un inizio collocabile nell’infanzia, anzi nella prima infanzia, prima ancora che l’individuo abbia avuto il tempo reale per venire ammalato. Annotando alcuni dati di osservazione comunemente disattesi, abbiamo individuato due tipologie distinte di handicap psichico: una tipologia organica e una tipologia con cause psichiche. Abbiamo constatato che, tra tutte le persone che vengono considerate e trattate da disabili psichici, comunemente ammesse in strutture per handicappati (per esempio i C.S.E.), ve ne sono molte che, pur non mostrando indizio medico alcuno di patologia organica (né attuale né anamnestico), si presentano tuttavia, dopo un certo numero di anni, con gli esiti tipici dello handicap da cause organiche. Un primo risultato dell’indagine esplorativa è stata la scoperta della causalità psichica comune a quella condizione di vita e di rapporti che raggruppa costoro sotto il medesimo tetto e verdetto: Handicap o disabilità psichica, ovvero incurabilità. Queste osservazioni ci hanno portato ad indagare ulteriormente intorno alla natura di questo tipo di patologia e a trovarne la precocità. Si può prendere la via attiva della psicopatologia fin da piccoli, prima ancora di avere avuto il tempo di ammalarsi. Quando ciò che vi è stato fin qui descritto come inganno, cioè come agente patogeno della malattia psichica interviene nella vita psichica individuale entro i primi due anni di vita, allora gli effetti saranno devastanti. Allorché un bambino viene trattato con l’inganno nel momento in cui sta ancora costituendo i propri moti - del parlare, del mangiare, del vedere, dell’udire, dell’espellere e ritenere-, cioè nel momento in cui non è ancora autonomo dal punto di vista funzionale, subirà un’interruzione nei moti stessi e inizierà a agire attivamente in modo patologico. Tanti gravissimi quadri patologici che si presentavano come debilità si mostrano per quello che sono; in realtà non si trattava di debilità irreversibile da eziologia ignota, si trattava e si tratta di patologia psichica dagli inizi precoci, la cui curabilità diventa una questione proponibile e affrontabile. NEVROSI «Lo studio dello psicoanalista è l’ufficio dei soggetti smarriti». La battuta del Dr. G. Genga, che così commenta il racconto di un suo paziente che aveva dimenticato per l’ennesima volta la borsa nel suo studio, caratterizza la nevrosi. Nella nevrosi e non solo nei suoi destini patologici possiamo dire che smarrito è non l’oggetto, ma il soggetto. Ha perso posto e meta, ma rimane pur sempre Soggetto. Mantiene il sapere circa il suo posto di Soggetto, ma non ha più facoltà per ritrovarlo, mantiene la memoria della legge di rapporto, mantiene cioè il sapere della soddisfazione. Sa che il suo moto è un moto a meta con soddisfazione, ma scinde la meta dalla soddisfazione. Nella nevrosi il Soggetto non sa distinguere nell’Universo degli altri chi gli procurerà beneficio da chi no e non sa più domandare l’intervento dell’altro in modo tale da ottenerne la risposta: egli domanda come se prevedesse già la mancata risposta da parte dell’altro. Vorrebbe l’appuntamento, ma è lui stesso a sottrarvisi, oppure a lanciarsi in iniziative insostenibili. Vorrebbe prendere iniziativa ma, giunto al momento in cui sarebbe possibile agire, non la sostiene. Il pensiero della norma pensiero del beneficio o della soddisfazione è presente, ma il modo per ottenerla non è più certo: preso dal dubbio, il Soggetto si muove malamente, riuscendo solo a trovare espedienti utili a mantenere comunque il rapporto con l’altro. Un’immagine riuscita della nevrosi come ritiro dalla soddisfazione ci viene fornita nel celebre film Via col vento dal rapporto continuamente mancato tra la protagonista Rossella O’Hara e il co-protagonista Red Buttler. La rimozione che caratterizza la nevrosi dichiara, con Rossella: «Ci penserò domani». Nella nevrosi troviamo 33
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