L'IMPOSSIBILE CURA - 1999 - Società Amici del Pensiero
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elaborate poi da lui stesso, siamo ormai nella nevrosi. Ritengo che da parte di voi tutti sia facilmente<br />
riconoscibile quanto «la sessualità» affligga o abbia afflitto ciascuno: l’idea <strong>del</strong>la vita sessuale come vita a<br />
sé, separabile da tutto il resto è un’idea comune con mille varianti da cui nessuno è stato preservato<br />
<strong>del</strong>l’inganno dopo la crisi.<br />
Nella nevrosi, avendo scelto di rinunciare alla soddisfazione per mantenere il rapporto con l’altro,<br />
l’individuo non rinuncia tuttavia alla pretesa di un risarcimento. In un modo o nell’altro l’altro dovrà pagare.<br />
Passeranno giorni, mesi, anni: il nevrotico non dimentica l’offesa. Per giorni, mesi, anni, egli rinuncia a<br />
difendersi assumendosi tutti i costi <strong>del</strong> rapporto, ma un giorno presenterà il conto. La rimozione non regge.<br />
Ciò significa che la nevrosi non può continuare a sostenersi uguale a se stessa, ma o si convertirà a un<br />
destino di guarigione, o si dovrà convertire a un destino di psicosi o di perversione.<br />
La falsa testimonianza nella nevrosi<br />
Il nevrotico rinuncia a tutto, ma non rinuncia alla falsa testimonianza quanto al reato <strong>del</strong>l’altro. Per guarire<br />
dovrebbe smettere di rinunciare a tutto, rinunciando solo all’omertà con la quale continua a difendere<br />
l’offensore. Quell’unica rinuncia di cui tra tutte bene-dire è rintracciabile nell’esempio che vi espongo. Un<br />
mio cliente mi riferisce un giorno per l’ennesima volta di avere perso tempo in modo «basso» mentre la sera<br />
prima è in casa solo. Al rientro <strong>del</strong>la moglie, non sentendosi presentabile, umiliato, la tratta malamente. Il<br />
giorno dopo si alza di cattivo umore. Non se ne capacita, si sofferma sui difetti di lei e si dilunga poi in<br />
autoaccuse. Questa è una ripetizione. Lui stesso dice: «Io tratto male mia moglie ma in realtà sono io che mi<br />
sento impresentabile». Rimuginando sul fatto di aver rovinato la serata, affronta male la giornata: lavora<br />
male, perde occasioni, si sente umiliato. Che cosa non fa quest’uomo? Invece di tornare sul fatto che ancora<br />
una volta ha perso tempo, che si è comportato male ecc., potrebbe ammettere semplicemente: «Sono stato<br />
stupido, punto e a capo». Dopo un attimo di silenzio il mio cliente mi dice, con il tono di chi ha fatto una<br />
spiacevole scoperta: «Ma questa è una rinuncia! Se io dicessi di avere agito da stupido e basta, rinuncerei a<br />
mettermi a posto la coscienza». Mettersi a posto la coscienza consisteva per lui nel cospargersi il capo con la<br />
cenere <strong>del</strong>le autoaccuse e nel trovare un antidoto quale il dedicarsi a letture professionali o in qualche modo<br />
«edificanti», riordinare la casa, scrivere una <strong>del</strong>le lettere che da tempo rimandava.<br />
Rinunciare a mettersi a posto la coscienza è la possibilità di cominciare a pensare, perché la coscienza non si<br />
tratta di rimetterla a posto, ma di rimetterla al posto che le spetta; si tratta di spostare la coscienza usurpatrice<br />
dal posto che era già stato <strong>del</strong> giudizio iniziale. Il giudizio qual è? Sono stato stupido. Un peccato di<br />
omissione è l’imputabilità nevrotica. L’omissione <strong>del</strong> giudizio continua a mantenere l’individuo nella<br />
posizione di accusa. Il soggetto accusa se stesso e agisce in modo tale che l’altro non arrivi a giudicarlo,<br />
evitando il giudizio con espedienti e sentendosi comunque un reo che l’altro potrebbe scoprire; teme di<br />
sbagliare, si comporta in modo tale da non sbagliare mai e compulsivamente sbaglia. Non giudicando accusa<br />
e accusando mente. Mentendo sostiene la propria nevrosi.<br />
Ma i sessi, particolare biologicamente irrilevante, motivo di crisi <strong>del</strong> pensiero ingenuo, bersaglio <strong>del</strong>la<br />
patologia, causa di rovina dei rapporti nella patologia, nel pensiero di natura diventano rilevante possibilità di<br />
ricostituzione <strong>del</strong>la norma.<br />
PSICOSI<br />
Mentre nella nevrosi come pure nella normalità è mantenuta la norma nel modo faticoso appena descritto e la<br />
sovranità individuale permane a costo di pene e sudditanze umilianti per il soggetto, con il passaggio alla<br />
psicosi e, rispettivamente, alla perversione, avviene la caduta di sovranità con adesione piena alla menzogna<br />
sulla soddisfazione.<br />
Lo psicotico non è, come si intende comunemente, un individuo di cui ciascuno potrebbe dire che è pazzo.<br />
Lo psicotico può camuffare la sua attività <strong>del</strong>irante e nascondere i pensieri relativi alla «sessualità». Egli<br />
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