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ALBERGHINA COVER_ABconf.indd - Mondadori Education

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lampada ad olio oculare<br />

lente sferica (ad acqua)<br />

obbiettivo<br />

messa<br />

a fuoco<br />

portacampione<br />

usando come sorgente luminosa una lampada a olio. Nelle sezioni<br />

di sughero lo studioso aveva individuato delle piccole cavità<br />

separate da pareti che chiamò celle, perché il loro aspetto<br />

ricordava quello di “piccole camere” vuote. In effetti, si trattava<br />

proprio di cellule. Oggi sappiamo che nel sughero, le cellule<br />

giunte a maturità muoiono e si svuotano. Di queste rimane solo<br />

la parete, che conferisce al sughero le caratteristiche di robustezza<br />

e leggerezza che conosciamo, caratteristiche che rendono<br />

questo materiale un rivestimento protettivo ideale per alcune<br />

specie vegetali. Le notevoli distorsioni ottiche dovute alle<br />

scarse tecniche di preparazione delle lenti rendevano però il<br />

microscopio usato da Hooke poco efficace.<br />

Tre anni dopo, l’olandese Antoni van Leeuwenhoek, figlio<br />

di ricchi commercianti, costruì il suo primo microscopio, detto<br />

a sfera di vetro. Era uno strumento semplice, dotato di una sola<br />

lente biconvessa levigata da lui stesso a mano e montata tra<br />

due piastre metalliche (fig. 3). I campioni da esaminare erano<br />

posti sulla punta di una vite, in condizioni di illuminazione precarie.<br />

Ciò nonostante lo strumento si rivelò capace di ingrandimenti<br />

maggiori rispetto ai precedenti grazie alla lente molto<br />

curva. Van Leeuwenhoek usò il suo microscopio inizialmente<br />

per osservare la trama dei tessuti. Successivamente, poiché<br />

coltivava interessi per le scienze naturali, compì da autodidatta<br />

una quantità impressionante di osservazioni su ogni genere<br />

di materiale. Indagò dall’acqua al tartaro dei denti, dai parassiti<br />

microscopici nell’intestino delle rane ai batteri nella bocca<br />

dell’uomo, dai globuli rossi del sangue agli spermatozoi, che lo<br />

studioso riteneva microscopici animali. In tal modo la biologia<br />

si arricchì di una nuova dimensione. L’osservazione stava procedendo<br />

verso il mondo meravigliosamente ordinato e complesso<br />

della cellula. Tuttavia, sia Hooke sia Leeuwenhoek si limitarono<br />

a osservare il mondo cellulare senza elaborare in<br />

portacampione<br />

Fig. 2 Il microscopio di Hooke. Fig. 3 Il microscopio di Leeuwenhoek.<br />

lente<br />

apitolo 4 La cellula: struttura e funzioni<br />

C<br />

proposito alcuna teoria. Non solo: Leeuwenhoek custodì così<br />

bene il segreto di fabbricazione delle sue lenti che trascorsero<br />

200 anni di silenzio prima che si tornasse a parlare del mondo<br />

microscopico.<br />

La cellula viene riconosciuta come l’unità<br />

costitutiva di tutti i viventi<br />

La teoria cellulare scaturì tra il 1830 e il 1840 dalle osservazioni<br />

di due scienziati tedeschi, il botanico Mathias Jakob<br />

Schleiden e lo zoologo Theodor Schwann, che le avevano individuate<br />

rispettivamente nei tessuti vegetali e animali. Lo stesso<br />

Schwann scrisse che le parti elementari di tutti i tessuti sono<br />

formati da cellule. Affermò che esiste un principio universale<br />

di sviluppo per le parti elementari degli organismi, per<br />

quanto diversi essi siano: la formazione della cellula. Sostituì<br />

dunque al concetto di “cellula vuota” o “cellula scatola”, ereditato<br />

dal secolo precedente, quello di unità indipendente, sul<br />

piano strutturale e funzionale.<br />

Le cellule venivano finalmente riconosciute come gli elementi<br />

costitutivi di tutti i viventi, capaci sia di vita indipendente,<br />

come nei batteri, sia di una vita d’insieme, se associate a formare<br />

un organismo pluricellulare. Alcune osservazioni di<br />

Schwann, però, non risultavano corrette, in particolare quella<br />

relativa alle modalità di formazione di nuove cellule. Per questo<br />

motivo, il lavoro dello scienziato tedesco fu soggetto a più<br />

revisioni.<br />

CHIAVE DI LETTURA<br />

messa a fuoco<br />

traslatore del campione<br />

La nuova concezione unificò in una sola, ampia generalizzazione<br />

molte delle osservazioni isolate condotte per più di 150 anni.<br />

Fornì la chiave interpretativa unitaria dei fenomeni cellulari e<br />

abbatté la storica “barriera” tra regno animale e regno vegetale.<br />

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