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ALBERGHINA COVER_ABconf.indd - Mondadori Education

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Sezione<br />

B La cellula: l’unità del vivente<br />

Dentro Ricerca<br />

Dal microscopio messo a punto<br />

da Leeuwenhoek a oggi, la<br />

cellula ha rivelato in modo<br />

sempre più completo la sua architettura<br />

interna grazie al perfezionamento<br />

degli strumenti.<br />

Al microscopio ottico si è infatti<br />

aggiunto il microscopio<br />

elettronico. Oltre all’ingrandimento,<br />

che consiste nel rapporto<br />

tra le dimensioni dell’oggetto<br />

e quelle dell’immagine,<br />

una caratteristica fondamentale<br />

del microscopio è il suo potere<br />

di risoluzione, ossia la nitidezza<br />

dell’immagine. Questo<br />

parametro esprime la distanza<br />

minima al di sotto della quale<br />

non siamo in grado di vedere<br />

due punti come distinti. L’occhio<br />

umano non è in grado di<br />

distinguere dettagli più piccoli<br />

di un decimo di millimetro.<br />

Strumenti con potere di risoluzione<br />

sempre più elevato permettono<br />

di esplorare strutture<br />

sempre più fini.<br />

Le foto di immagini ottenute<br />

con il microscopio vengono<br />

dette microfotografie.<br />

84<br />

L’osservazione al microscopio<br />

Il microscopio ottico<br />

Ha un potere di risoluzione di<br />

0,2 m: al di sotto di questo valore<br />

ogni contorno appare sfumato<br />

e nebuloso. Ingrandisce la<br />

visione a occhio nudo di circa<br />

500 volte (fig. 1a).<br />

È composto da un tubo dotato<br />

di due sistemi di lenti, uno posto<br />

sul fondo e detto obiettivo e<br />

uno posto in cima e detto oculare.<br />

L’obiettivo è rivolto verso un<br />

tavolino portaoggetti sul quale<br />

viene posto il preparato da osservare.<br />

Uno specchio dirige un<br />

fascio di luce attraverso il preparato<br />

e l’obiettivo ne proietta<br />

un’immagine ingrandita verso<br />

l’oculare (fig. 1b), che la ingrandisce<br />

a sua volta. L’ingrandimento<br />

globale è quindi il prodotto<br />

dei due ingrandimenti: quello<br />

dell’obiettivo e quello dell’oculare.<br />

I tessuti sono però troppo spessi<br />

e opachi per potere essere<br />

posti direttamente sotto l’obiettivo<br />

del microscopio. Devono<br />

perciò essere tagliati a fettine<br />

molto sottili (1-10 µm) in modo<br />

da potere permettere il passaggio<br />

di un fascio di luce. Impiegando<br />

metodi diversi di illuminazione<br />

e colorazione del preparato,<br />

si riesce a evidenziare<br />

un maggior numero di dettagli.<br />

Per la colorazione si usano sostanze<br />

che reagiscono con alcune<br />

parti della cellula e non con<br />

altre (per esempio, con il nucleo<br />

e non con il citoplasma), permettendo<br />

un contrasto migliore<br />

tra le varie strutture cellulari.<br />

Le immagini così ottenute mostrano<br />

la forma delle cellule, ma<br />

non consentono di visualizzarne<br />

in dettaglio la struttura interna<br />

(fig. 1c).<br />

Il microscopio<br />

elettronico<br />

Sfrutta gli elettroni, anziché la luce,<br />

per ricavare un’immagine<br />

dell’oggetto osservato. In questo<br />

modo riesce a raggiungere<br />

un potere risolutivo superiore al<br />

microscopio ottico. Gli strumenti<br />

di questo tipo più utilizzati sono<br />

il microscopio elettronico a<br />

trasmissione (TEM) e il micro-<br />

scopio elettronico a scansione<br />

(SEM). Le immagini sono in<br />

bianco e nero, ma spesso vengono<br />

colorate per risultare più<br />

leggibili.<br />

TEM<br />

È uno strumento dotato di un<br />

potere di risoluzione di 0,2 nm.<br />

Migliora la visione a occhio nudo<br />

ingrandendola di circa<br />

500.000 volte (fig. 2a).<br />

Al posto della luce usa un fascio<br />

di elettroni provenienti da un filamento<br />

di tungsteno riscaldato<br />

a temperatura molto alta. Invece<br />

delle lenti di vetro utilizza<br />

delle lenti magnetiche che agiscono<br />

sulle cariche negative degli<br />

elettroni.<br />

Il campione viene posto sotto<br />

vuoto: infatti, poiché gli elettroni<br />

vengono facilmente assorbiti<br />

dalla materia, nell’aria non percorrerebbero<br />

distanze utili. Per<br />

permettere il passaggio degli<br />

elettroni, che sono dotati di uno<br />

scarso potere di penetrazione, lo<br />

spessore dei campioni deve essere<br />

ultrasottile (50 nm). Per con-<br />

Fig. 1 Microscopio ottico. Fig. 2 Microscopio elettronico a trasmissione (TEM).<br />

a. b.<br />

occhio<br />

a.<br />

b.<br />

generatore<br />

del fascio<br />

generatore di elettroni<br />

di elettroni<br />

c. Microfotografia<br />

di spermatozoo<br />

al microscopio ottico<br />

oculare<br />

obiettivo<br />

campione<br />

condensatore<br />

fonte luminosa<br />

c. Microfotografia<br />

di spermatozoo<br />

al microscopio TEM<br />

membrana<br />

nucleo<br />

condensatore<br />

campione campione<br />

obiettivo<br />

proiettore<br />

schermo<br />

schermo visore<br />

visore o lastra<br />

oculare fotografica

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