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STORIE DI SCIENZA E DI SCIENZIATI<br />
L’abbandono di una teoria ben radicata Audio DOC<br />
Il vivente è generato sempre da un altro vivente. E<br />
le cellule, che sono le unità costitutive del vivente, derivano<br />
sempre da altre cellule. Questo fondamento<br />
della biologia moderna ci appare scontato, ma è stato<br />
accettato solo in tempi recenti.<br />
Fino al XVII secolo i naturalisti rimasero soggetti<br />
all’autorità degli antichi e, ancor più a lungo, della Bibbia.<br />
A proposito dell’origine della vita, ritenevano che<br />
gli animali si producessero per generazione spontanea<br />
secondo modalità che ci appaiono oggi assai fantasiose.<br />
La teoria della generazione spontanea:<br />
un’ipotesi antica<br />
Per secoli si pensò che la vita si generasse per influenza<br />
dell’aria calda o del sole da substrati come il<br />
terriccio, il letame, il sudore o la schiuma del mare. Si<br />
ritenne che dagli escrementi derivassero pidocchi e<br />
vermi; che dalle foglie di basilico marcite nascessero<br />
scorpioni; che rane e lumache provenissero dai miasmi<br />
della palude. Una teoria curiosa prevedeva che uccelli<br />
e pesci fossero generati dalle foglie cadute dagli<br />
alberi, rispettivamente in terra e in acqua.<br />
In accordo con l’autorità degli antichi, si credeva<br />
che il segreto della vita risiedesse in una “forza vitale” in<br />
grado di animare sostanze inanimate: un’idea largamente<br />
sostenuta dai cosiddetti vitalisti. A loro si opponeva un<br />
piccolo gruppo di scienziati chiamati meccanicisti, i quali<br />
ritenevano invece che il vivente derivasse dal vivente,<br />
secondo una stretta relazione di causa-effetto.<br />
La prima confutazione da Francesco Redi<br />
I primi dubbi arrivarono a metà del Seicento,<br />
quando grazie al microscopio la realtà naturale cominciò<br />
a essere osservata e analizzata con rigore. Fu il medico<br />
italiano Francesco Redi (1626-1697), nel 1668, il<br />
primo a confutare il fenomeno in relazione agli insetti.<br />
Egli dimostrò che nella carne in putrefazione, le mosche<br />
si sviluppano da uova deposte da altre mosche e<br />
non dalla carne stessa. Redi prese 8 barattoli e in<br />
ognuno inserì pezzi di diversi animali. Divise poi i barattoli<br />
in due gruppi: 4 aperti, senza tappo e 4 chiusi<br />
con un tappo. Osservò che nei barattoli aperti alcune<br />
mosche venivano a contatto con la carne e che la carne<br />
“sviluppava” diverse larve. Nei barattoli tappati, invece,<br />
non trovò larve né mosche. Ne dedusse che le<br />
mosche potevano essere generate solo da altre mosche.<br />
La sua posizione trovò però forti opposizioni e<br />
non scalfì la generale accettazione della teoria della generazione<br />
spontanea.<br />
Una battaglia giocata a colpi<br />
di esperimenti<br />
Tra Seicento e Settecento, il microscopio rivelò<br />
l’esistenza, nelle acque contenenti sostanza organica in<br />
decomposizione, di minutissimi “esseri”, chiamati infu-<br />
sori in quanto rintracciati per la prima volta negli infusi<br />
di grano. A questa scoperta seguì una serie di esperimenti,<br />
tra cui quelli del pastore protestante J. Needham<br />
(1731-1781). Questi mise del brodo di carne bollente in<br />
una provetta ermeticamente chiusa e osservò che dopo<br />
qualche giorno il liquido si era riempito di microrganismi.<br />
Egli credette così di aver confermato la teoria della<br />
generazione spontanea.<br />
Le sue conclusioni furono però smentite dal fisiologo<br />
italiano Lazzaro Spallanzani (1729-1799), il<br />
quale condusse ulteriori esperimenti utilizzando barattoli<br />
chiusi. Spallanzani dimostrò che, se i germi degli<br />
infusori vengono distrutti precedentemente mediante<br />
ebollizione, non compaiono nel brodo, a meno<br />
che gli infusi non siano esposti all’aria per un certo<br />
tempo. Neanche i suoi esperimenti, però, chiusero la<br />
questione. Spallanzani aveva infatti sterilizzato il brodo<br />
e ucciso ogni germe lì contenuto, ma non aveva<br />
verificato gli effetti della sterilizzazione anche nei recipienti<br />
aperti. I suoi oppositori obiettarono che in<br />
quel caso la vita non si era generata per mancanza di<br />
ossigeno.<br />
Da Pasteur<br />
il colpo mortale<br />
alla teoria della<br />
generazione<br />
spontanea<br />
Fu Louis Pasteur<br />
(1822-1895) a ideare<br />
l’esperimento decisivo<br />
e a vincere nel 1862 un<br />
premio messo in palio.<br />
Egli versò del brodo<br />
non sterile in un pallone<br />
aperto con collo a<br />
forma di cigno, da lui<br />
appositamente progettato.<br />
Portò a ebollizione<br />
il liquido, in modo da<br />
Louis Pasteur mentre<br />
solleva uno dei palloni con<br />
collo a S da lui progettati.<br />
uccidere i microrganismi contenuti e sterilizzarlo. Come<br />
previsto da Pasteur, il liquido si mantenne sterile a<br />
lungo, nonostante il recipiente fosse aperto. Questo<br />
perché i microrganismi presenti nell’aria che venivano<br />
in contatto con il pallone non riuscivano a “risalire” il<br />
tratto curvo del collo e rimanevano intrappolati nell’imboccatura.<br />
Solo quando il recipiente venne inclinato,<br />
i microrganismi intrappolati penetrarono nella boccia<br />
e si moltiplicarono rapidamente nel brodo.<br />
L’esperimento sancì l’abbandono della teoria<br />
della generazione spontanea. Pasteur stesso, in una<br />
serata scientifica alla Sorbona, dichiarò: “Mai la teoria<br />
della generazione spontanea potrà risollevarsi dal<br />
colpo mortale inflittole da questo semplice esperimento”.