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Sezione<br />

B La cellula: l’unità del vivente<br />

Questioni aperte Nuove frontiere<br />

I virus, sospesi tra vita e non vita<br />

Il pulviscolo atmosferico illuminato da un raggio di sole in una<br />

stanza buia rivela un universo impalpabile di particelle solide e<br />

di microscopiche gocce che il nostro occhio fatica a osservare.<br />

Ci troviamo infatti al limite del potere risolutivo dell’occhio<br />

umano, che si aggira intorno ai 50 micrometri: le dimensioni di<br />

una capocchia di spillo.<br />

Cosa si nasconde sotto la soglia della visibilità?<br />

Un mondo ricchissimo, fatto di granuli di polline, di cellule animali<br />

e vegetali (grandi 10-30 micrometri), batteri (grandi 1 micrometro<br />

circa), e, ancora più sotto, di virus (intorno agli 0,1 micrometri)<br />

e vari tipi di molecole (0,01 – 0,05 micrometri). Di tutto<br />

ciò l’uomo ha saputo poco o nulla fino all’avvento del microscopio.<br />

Sono duecento anni che conosciamo i batteri, solo cento<br />

che conosciamo i virus e un paio di decenni solamente che<br />

conosciamo i prioni, semplici molecole proteiche in grado di<br />

autoriprodursi.<br />

Quali caratteristiche possiedono gli abitanti di<br />

questo mondo microscopico?<br />

Consideriamo per esempio i virus (fig. 1). Sono responsabili di<br />

circa il 60% delle malattie infettive oggi note: dalle più banali,<br />

come il raffreddore, alle più gravi come l’AIDS, le patologie<br />

emorragiche indotte da virus emergenti come Ebola o le influenze<br />

aviarie che periodicamente minacciano di trasformarsi<br />

in pericolose pandemie. Sono inoltre coinvolti in alcune forme<br />

di cancro.<br />

Fig. 1 Nella figura<br />

a fianco, micrografia<br />

elettronica del virus<br />

H5N1 dell’influenza<br />

aviaria, responsabile<br />

di episodi epidemici<br />

a partire dal 1996 e,<br />

a destra, virus<br />

dell’influenza suina,<br />

un tipo di influenza<br />

identificata nel corso<br />

del 2009.<br />

92<br />

&<br />

involucro lipidico<br />

molecola di RNA<br />

proteine dell’involucro<br />

I virus sono talmente piccoli che riescono a passare attraverso i<br />

filtri di porcellana usati in laboratorio per eliminare i batteri dai<br />

liquidi. Per questa ragione furono chiamati inizialmente filtrabili.<br />

Hanno dimensioni che si aggirano intorno a 18- 20 nm, anche<br />

se i più grandi possono raggiungere i 450 nm e sovrapporsi così<br />

ai batteri più piccoli.<br />

Ma cosa sono i virus?<br />

Gli scienziati non hanno ancora dato una risposta definitiva a<br />

questa domanda.<br />

Nel corso di tutto il ‘900 li hanno definiti in molti modi diversi.<br />

Inizialmente li hanno ritenuti dei veleni, come risulta ancora dal<br />

nome (dal latino virus, veleno). Successivamente li hanno considerati<br />

batteri piccolissimi. Al pari dei batteri, infatti, i virus sono<br />

all’origine di molte malattie e si trasmettono con facilità da<br />

un individuo all’altro. Nel 1935 si giunse per la prima volta a cristallizzarne<br />

uno, il virus del mosaico del tabacco: da allora questi<br />

piccolissimi agenti patogeni cominciarono a essere considerati<br />

sostanze chimiche di natura biologica.<br />

Studi successivi hanno chiarito che i virus sono costituiti da materiale<br />

ereditario racchiuso in un involucro proteico, ma che risultano<br />

del tutto privi delle strutture necessarie per svolgere le<br />

molte attività metaboliche tipiche di una cellula. Più che organismi<br />

viventi, i virus apparivano dunque aggregati di molecole<br />

chimiche.

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