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Sezione<br />
B La cellula: l’unità del vivente<br />
Lo studio della patologia cellulare conferma<br />
che ogni cellula si forma da un’altra cellula<br />
Un importante contributo alla teoria cellulare fu quello del<br />
medico Rudolf Virchow (1821-1902). Anch’egli tedesco, si dedicò<br />
allo studio delle patologie delle cellule. Completò nel 1858 la<br />
teoria cellulare, stabilendo che tutte le cellule nascono dalla divisione<br />
di cellule preesistenti e non per generazione spontanea<br />
da sostanza inanimata. Nel 1855 sintetizzò i suoi risultati<br />
nell’aforisma in latino “omnis cellula e cellula”, ossia “ogni cellula<br />
proviene da una cellula”. In particolare, attraverso i suoi<br />
studi di patologia cellulare, egli confutò l’ipotesi allora dominante<br />
che dai fluidi intercellulari si generassero nuove cellule.<br />
Considerò quei fluidi, piuttosto, il prodotto dell’attività metabolica<br />
delle cellule stesse, analizzabile dal punto di vista chimico<br />
e fisico.<br />
Oggi sappiamo che le cellule dei viventi attuali<br />
hanno un antenato comune<br />
Alla luce della teoria dell’evoluzione, pubblicata dal naturalista<br />
Charles Darwin nel 1859, l’anno successivo alla formulazione<br />
della teoria cellulare, si poté infine affermare che ogni<br />
cellula possiede una sua “storia”.<br />
Come dietro ognuno di noi si estende una catena ininterrotta<br />
di antenati, così dietro la cellula si estende una catena<br />
ininterrotta di cellule originatasi a partire dalla loro comparsa<br />
sulla Terra. Divenne più facile comprendere come da un’unica<br />
cellula fondatrice potessero derivare i miliardi di cellule che<br />
formano l’embrione prima e l’organismo adulto poi, e come i<br />
germi potessero svilupparsi e invadere i tessuti dei loro ospiti.<br />
La teoria cellulare riconobbe nei batteri i viventi più semplici<br />
e definì un quadro generale che orientò ricerche<br />
successive assai feconde.<br />
VERIFICA FLASH<br />
1. Quali sono i concetti chiave della teoria cellulare<br />
che scaturì dalle osservazioni di Schleiden e Schwann?<br />
2. Quale fu il contributo di Virchow alla teoria cellulare?<br />
CHIAVE DI LETTURA<br />
3. Quale barriera abbatté la teoria cellulare? Perché?<br />
3. Le dimensioni delle cellule<br />
Le cellule hanno grandezze variabili che vanno<br />
da 2 micrometri a diversi metri<br />
Per valutare le dimensioni delle cellule si deve ricorrere<br />
a unità di misura appropriate, cioè ai sottomultipli del metro<br />
come il micrometro (1µm = 10 –6 m), il nanometro (1 nm = 10 –9<br />
m) e l’angstrom (1Å = 10 –10 m). Il diametro delle cellule in media<br />
si aggira tra i 10 e i 20 µm, ma non mancano esempi che<br />
superano questi valori o che se ne collocano al di sotto (fig. 4).<br />
86<br />
Cruci WEB<br />
Fig. 4 Dimensioni di alcune strutture molecolari, cellulari<br />
e di alcuni viventi sulla scala logaritmica.<br />
Scienza VIVA<br />
La cellula batterica, per esempio, è la più piccola in assoluto<br />
e misura 2 µm. La cellula del lievito, microrganismo ben<br />
noto per la sua capacità di provocare il fenomeno della lievitazione<br />
del pane (ne parleremo a proposito della fermentazione),<br />
si aggira invece sui 5 µm. Un globulo rosso ha un diametro di<br />
7 µm mentre le cellule appartenenti ad animali pluricellulari<br />
hanno diametri medi che vanno da 10 a 30 µm.<br />
Fa eccezione la cellula uovo che, nella specie umana, raggiunge<br />
i 100 µm, ovvero la dimensione di una punta di spillo, e<br />
pertanto sfiora la soglia della visibilità (fig. 5).<br />
Infine, vi sono casi di cellule che si sviluppano particolarmente<br />
in lunghezza. La Caulerpa taxifolia, un’alga nota per es