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10 fatti¬izie 7 LUGLIO 2007<br />
DI LUCA MATTEAZZI<br />
La temuta moria<br />
non c’è stata,<br />
anzi. Ad ormai<br />
una decina di<br />
anni d<strong>al</strong>le leggi<br />
che hanno riformato<br />
il servizio<br />
di leva, mandato<br />
in pensione<br />
l’obiezione di<br />
coscienza e introdotto il servizio<br />
civile volontario, il bilancio del<br />
nuovo sistema si presenta decisamente<br />
positivo. Le preoccupazioni<br />
di quanti profetizzavano un<br />
drastico c<strong>al</strong>o del numero degli<br />
obiettori si sono rivelate troppo<br />
pessimistiche, e la temuta crisi<br />
di tutti quegli enti che vivevano<br />
anche grazie <strong>al</strong> lavoro dei ragazzi<br />
che rifi utavano il servizio militare<br />
- associazioni, cooperative, e molti<br />
comuni, che tappavano così i<br />
buchi di organico – non c’è stata.<br />
Perché i numeri di chi oggi sceglie<br />
il servizio civile volontario<br />
sono certamente inferiori a quelli<br />
degli ultimi anni dell’obiezione<br />
di coscienza, ma quello che si è<br />
perso in termini quantitativi lo si<br />
è guadagnato in qu<strong>al</strong>ità e motivazione.<br />
Meno obiettori, quindi, ma<br />
utilizzati meglio e in lavori a loro<br />
congeni<strong>al</strong>i. Con soddisfazione da<br />
parte di tutti.<br />
I dati: una crescita costante<br />
Qu<strong>al</strong>che dato, giusto per fare<br />
un’idea delle dimensioni del fenomeno.<br />
A fi ne anni ’90 le richieste<br />
di obiezione di coscienza hanno<br />
toccato il numero record, a livello<br />
nazion<strong>al</strong>e,<br />
di 110 mila,<br />
ed erano<br />
abilitati ad<br />
impiegareobiettori<br />
3500<br />
comuni,<br />
decine di<br />
università,<br />
oltre 200<br />
unità sanitarieloc<strong>al</strong>i,<br />
e più di<br />
2mila associazioni del cosiddetto<br />
terzo settore. Rispetto a queste<br />
cifre il servizio civile volontario,<br />
introdotto nel 2001 e inizi<strong>al</strong>mente<br />
riservato solo <strong>al</strong>le ragazze, è<br />
partito in sordina. Ma ha recuperato<br />
terreno molto rapidamente.<br />
Dai 181 volontari del primo anno<br />
(sempre a livello nazion<strong>al</strong>e), si è<br />
La maggior parte dei “sostituti obiettori” è del sud,<br />
dov’è difficile trovare lavoro. Ma il nord sta recuperando<br />
Chi si ricorda degli obiettori tappabuchi? Oggi ci sono i volontari,<br />
più motivati e meglio utilizzati. Il caso del Ceis<br />
Basta fotocopie, così<br />
il servizio è più civile<br />
Maercello Manea e Michela Tessaro. Il Ceis di Vicenza ha ottenuto grandi risultati grazie ai volontari<br />
s<strong>al</strong>iti a quasi 8mila nel 2002, ad<br />
oltre 22mila nel 2003 e si è arrivati<br />
negli ultimi anni ad attestarsi<br />
attorno ai 45-50 mila ragazzi. La<br />
metà sono concentrati nelle regioni<br />
del centro sud, dove la disoccupazione<br />
è più diffusa, ma anche<br />
nelle regioni del nord i numeri<br />
sono in crescita: nel 2005 oltre<br />
2mila ragazzi hanno fatto questa<br />
scelta in Lombardia e Piemonte,<br />
circa 1900 in Emilia, un migliaio<br />
nel Veneto.<br />
Un cambio di rotta<br />
Al di là delle cifre, quello che è<br />
cambiato è soprattutto l’atteggiamento.<br />
Nata con una forte spinta<br />
ide<strong>al</strong>e, col passare degli anni<br />
l’obiezione si era trasformata in<br />
una sorta di parcheggio temporaneo,<br />
una scappatoia per evitare le<br />
scocciature del servizio militare<br />
e, se non si era troppo sfortunati,<br />
per restare anche più vicini a<br />
casa. Il risultato era una marea di<br />
obiettori,<br />
sì, ma che<br />
spesso non<br />
avevano<br />
<strong>al</strong>cun interesseverso<br />
quello<br />
che si trovavano<br />
a<br />
fare: futuri<br />
ingegneri<br />
catapultati<br />
in mezzo<br />
ai bambini<br />
dell’asilo, aspiranti educatori di<br />
strada piazzati a spolverare archivi<br />
e a compilare moduli, neoarchitetti<br />
impiegati per fare fotocopie.<br />
Alla fi ne si tirava a vivacchiare,<br />
cercando di limitare i danni e di<br />
far passare i fat<strong>al</strong>i dodici mesi<br />
con il minimo sforzo. “Noi non<br />
abbiamo mai utilizzato gli obiet-<br />
tori per compensare carenze di<br />
organico e abbiamo sempre lavorato<br />
molto sull’aspetto formativo<br />
dell’esperienza, ma negli ultimi<br />
anni dell’obiezione, quando i ragazzi<br />
erano poco motivati, la situazione<br />
era davvero diffi cile da<br />
gestire”, conferma Lorenza Maso,<br />
responsabile dei progetti di servizio<br />
civile del Consorzio Prisma,<br />
il consorzio che raggruppa una<br />
cinquantina di cooperative soci<strong>al</strong>i<br />
della provincia.<br />
Col nuovo meccanismo questo<br />
circolo vizioso si è spezzato: adesso<br />
il ragazzo sceglie il progetto,<br />
spesso lo inserisce o lo affi anca <strong>al</strong><br />
proprio piano di studi, in ogni caso<br />
vede nel servizio civile un’opportunità<br />
per cominciare a misurarsi<br />
sul campo e a maturare un po’ di<br />
esperienza nel mondo del lavoro.<br />
Retribuita, il che non guasta mai.<br />
“C’è un aspetto economico – continua<br />
la Maso -, ma la cosa più importante<br />
è che i giovani scelgono<br />
il progetto a cui vogliono lavorare<br />
e sono tutti motivati. D<strong>al</strong> punto<br />
di vista qu<strong>al</strong>itativo è una differenza<br />
importante: adesso i volontari<br />
sono decisamente più motivati”. E<br />
i risultati si vedono.<br />
Il caso del Ceis: in prima linea<br />
contro il disagio<br />
Tra quelli che hanno puntato fi n<br />
da subito sul rinnovato servizio<br />
civile c’è stato il Ceis, il centro vicentino<br />
di solidarietà a cui fanno<br />
capo due comunità terapeutiche<br />
per persone con problemi di dipendenza<br />
nell’<strong>al</strong>to vicentino, l’asilo<br />
notturno di Bassano del Grappa, e<br />
un centro studi che svolge attività<br />
di prevenzione e formazione con<br />
le scuole, le società sportive e i<br />
ragazzi di quasi tutta la provincia.<br />
Una plur<strong>al</strong>ità di proposte che per i<br />
volontari si traduce in un gran nu-<br />
mero di possibilità formative: “In<br />
questi anni abbiamo avuto una decina<br />
di volontari, e sono state tutte<br />
esperienza lunghe e intense – racconta<br />
Marcello Manea, responsabile<br />
dell’uffi cio servizio civile<br />
del Centro -. Chi ha lavorato nelle<br />
comunità terapeutiche, ad esempio,<br />
ha affi ancato gli operatori<br />
sia nella gestione quotidiana della<br />
vita domestica sia nel rapporto<br />
con i ragazzi. Ovviamente con il<br />
supporto di un’equipe, perché non<br />
è mai semplice immergersi in una<br />
re<strong>al</strong>tà di questo tipo. In gener<strong>al</strong>e,<br />
comunque, noi cerchiamo di proporre<br />
un’esperienza a tutto campo,<br />
in cui non ci sia solo la comunità<br />
o solo il centro studi, ma in cui<br />
siano presenti tutti<br />
gli aspetti, e in cui<br />
si punta molto sulla<br />
formazione: non si<br />
riduce soltanto a fare<br />
delle cose. Come dicevo,<br />
è un’esperienza<br />
lunga e costante,<br />
che spesso aiuta a<br />
crescere e maturare:<br />
cambia qu<strong>al</strong>cosa<br />
dentro, e costringe a<br />
rivedere stereotipi e<br />
pregiudizi”.<br />
Una proposta che, come è facile<br />
immaginare, è rivolta soprattutto<br />
(ma non solo) a quei ragazzi che<br />
hanno già una sensibilità per il<br />
mondo del soci<strong>al</strong>e, del disagio,<br />
dell’emarginazione. Come Michela<br />
Tessaro, una laurea in scienze<br />
della formazione come educatrice<br />
profession<strong>al</strong>e in tasca, e un<br />
interesse particolare per il settore<br />
Il primo<br />
anno erano<br />
solo 181.<br />
Ora sono<br />
un esercito<br />
(pacifi co)<br />
di 45-50 mila<br />
ragazzi<br />
delle dipendenze. “Ho fatto la<br />
tesi cercando di capire il perché<br />
si arriva <strong>al</strong>la dipendenza – spiega<br />
-, anche se è una domanda a cui<br />
non c’è una risposta unica: è una<br />
tesi aperta”. Da dieci mesi lavora<br />
<strong>al</strong> centro studi del Ceis, svolgendo<br />
attività di ricerca e affi ancando<br />
gli operatori nei progetti che<br />
coinvolgono i giovani: organizza<br />
incontri nelle scuole e con le società<br />
sportive, si confronta con i<br />
ragazzi, risponde a dubbi e domande.<br />
“È stata un’esperienza interessante<br />
e importante, che mi ha<br />
dato molto a livello umano e<br />
formativo, e a cui penso di aver<br />
dato tanto anch’io – aggiunge -.<br />
Ad essere sincera,<br />
non vedevo l’ora<br />
che arrivasse l’estate<br />
per tirare un po’<br />
il fi ato, ma era una<br />
stanchezza positiva,<br />
in cui c’era molta<br />
soddisfazione per i<br />
risultati raggiunti. Il<br />
servizio civile è un<br />
modo per mettersi<br />
in gioco: si amplia<br />
la propria visu<strong>al</strong>e,<br />
si lavora e ci si confronta<br />
con un’equipe, si prendono<br />
anche delle batoste, ma servono<br />
per capire dove si sta sbagliando<br />
e raddrizzare la rotta. E quando<br />
si vede che le cose funzionano,<br />
è una soddisfazione”. Un’esperienza<br />
da consigliare, insomma.<br />
“Già fatto – conclude scherzando<br />
-. Sto insistendo con mio fratello<br />
perché lo faccia anche lui”.<br />
Servizio civile, le proposte<br />
Il prossimo 12 luglio scade il nuovo<br />
bando per il servizio civile volontario.<br />
Ecco <strong>al</strong>cune delle possibilità presenti<br />
nel vicentino.<br />
■ Ceis. 4 posti per il progetto Strada<br />
facendo, incentrato sulle nuove<br />
povertà e sulle situazioni di emarginazione.<br />
Tel. 0445- 532247 www.<br />
ceisvicenza.it<br />
■ Comune di Vicenza. 8 posti con il<br />
progetto “Vinco” – Vicenza informazione<br />
e comunicazione (1 per la promozione<br />
del servizio civile nazion<strong>al</strong>e,<br />
4 per il servizio informagiovani e informacittà,<br />
2 per le scuole dell’infanzia 1<br />
per i progetti educativi).<br />
■ Comune di Vicenza. 7 posti per il<br />
progetto “La biblioteca fuori di sé” (3<br />
per l’aggiornamento cat<strong>al</strong>oghi elettronici,<br />
2 per la cat<strong>al</strong>ogazione del fondo<br />
lasciato d<strong>al</strong> giurista Tosato e 2 per l’inventario<br />
dell’archivio delle Acli).<br />
■ Cooperativa soci<strong>al</strong>e<br />
Ferracina: 1 posto in un progetto<br />
per l’integrazione di persone con<br />
disagio psichico e soci<strong>al</strong>e.<br />
Tel 0444 – 971791.<br />
www.prismavicenza.it<br />
■ Anciveneto: 33 posti nel progetto<br />
“Un anno in comune”. I volontari<br />
lavoreranno nei comuni in<br />
attività che riguardano i settori<br />
infanzia, anziani, disabili e stranieri.<br />
Questi i comuni della Provincia<br />
di Vicenza accreditati (fra<br />
parentesi il numero di volontari<br />
richiesti): Barbarano Vicentino<br />
(1), Breganze (2), Chiampo (2),<br />
Conco (4), Creazzo (2), Dueville<br />
(2), G<strong>al</strong>lio (1), Isola Vicentina (2),<br />
Longare (4), Marano Vicentino<br />
(2), Nove (1), Piovene Rocchette<br />
(2), San Vito di Leguzzano (2),<br />
Sarego (1), Thiene (4), Torrebelvicino<br />
(1).