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Attaccati al tram - VicenzaPiù

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31 tempo libero 7 LUGLIO 2007<br />

Popcorn. Il film prodotto da Spielberg è un capolavoro del divertimento senza impegno. Tecnicamente perfetto<br />

Due ore come bambini. Viva i Transformers<br />

DI GIULIANO CORÀ<br />

E’ possibile andare<br />

a vedere<br />

un fi lm solo per<br />

divertirsi, senza<br />

cercare le risposte<br />

<strong>al</strong>le domande<br />

fondament<strong>al</strong>i<br />

dell’esistenza?<br />

Si può, <strong>al</strong>meno<br />

una volta, andare <strong>al</strong> cinema non per<br />

pensare, ma per recuperare quella<br />

dimensione mitica del gioco che<br />

spesso sembriamo aver completamente<br />

cancellato d<strong>al</strong> nostro cuore,<br />

tornando bambini? Si può. Ma bisogna<br />

vedere fi lm come questo. Da<br />

DI GIOVANNI MAGALOTTI<br />

«Crescere era<br />

facile. Non richiedeva<br />

<strong>al</strong>cun<br />

pensiero o sforzo<br />

da parte mia. Sarebbe<br />

accaduto<br />

comunque… Eppure<br />

quello è stato<br />

di gran lunga il<br />

periodo più spaventoso, emozionante,<br />

interessante, istruttivo, sb<strong>al</strong>orditivo,<br />

libidinoso, entusiasta, problematico,<br />

spensierato, confuso, sereno<br />

e snervante della mia vita. E guarda<br />

caso, lo è stato anche per l’America.»<br />

queste due ore <strong>al</strong>le giostre si esce<br />

eccitati e un po’ commossi; e si ride,<br />

ci si mangiano le unghie, si dà di<br />

gomito a quello seduto vicino a<br />

noi, e non importa se poi<br />

vedi che ha dieci anni. E<br />

fuori gli dici: ‘Mio Dio, da<br />

quanto tempo non mi divertivo<br />

così!’. Perché Transformers<br />

è tutto questo, e<br />

ancora una volta il cinema<br />

americano sembra essere il<br />

solo che sa come si fa a ‘divertire’.<br />

Non occorre raccontare<br />

la <strong>tram</strong>a: tutti abbiamo giocato<br />

con quei robot. I ‘buoni’ Autobot e<br />

i ‘cattivi’ Decepticon sono tornati<br />

sulla Terra per recuperare il Cubo,<br />

Queste righe, riportate sulla quarta<br />

di copertina, costituiscono una perfetta<br />

presentazione dell’ultimo libro<br />

di Bill Bryson, e ne svelano il senso<br />

ultimo. A partire d<strong>al</strong> 1951, anno in<br />

cui è nato, l’autore racconta in par<strong>al</strong>lelo<br />

la propria infanzia e la storia<br />

degli Stati Uniti. Un’infanzia assolutamente<br />

norm<strong>al</strong>e, per sua ammissione.<br />

A Des Moines, Iowa, un piccolo<br />

centro del Midwest americano, con<br />

le sue fi gure bizzarre, i suoi luoghi<br />

che il tempo rende eterni, Bill si appassiona<br />

<strong>al</strong> baseb<strong>al</strong>l, ai fumetti, ai<br />

fi lm di fantascienza. Intanto, gli Stati<br />

Uniti, nonostante la guerra in Corea,<br />

si crogiolano ancora sul successo del<br />

misteriosa fonte di energia. Si scontreranno,<br />

e sarà un umano ‘qu<strong>al</strong>unque’<br />

a dover s<strong>al</strong>vare l’Umanità intera.<br />

Cosa è ‘perfetto’ in questo<br />

fi lm? La <strong>tram</strong>a, avvincente<br />

ed appassionante. La sceneggiatura:<br />

un concentrato<br />

di retorica sapientemente<br />

c<strong>al</strong>ibrata, di comicità, di<br />

ironia, di autoironia e di<br />

satira deliziosa.<br />

La regia ed il montaggio,<br />

semplicemente strepitosi,<br />

senza un momento morto.<br />

La costruzione dei personaggi. Una<br />

colonna sonora potente ma mai invadente.<br />

Shia LaBeouf è Sam, un<br />

ragazzo ancor più ‘qu<strong>al</strong>unque’ di<br />

secondo confl itto mondi<strong>al</strong>e e iniziano<br />

a sognare un futuro ipertecnologico<br />

di comodità e risparmio: «La<br />

gente guardava con fi ducia anche<br />

<strong>al</strong> futuro, come non avrebbe<br />

fatto mai più. Presto, a sentire<br />

tutte le riviste, avremmo<br />

avuto città sottomarine <strong>al</strong><br />

largo di ogni costa, colonie<br />

spazi<strong>al</strong>i <strong>al</strong>l’interno di gigantesche<br />

sfere di vetro, treni e aerei<br />

atomici…». Se non che, come il<br />

giovane Bill si trova a dover fare i<br />

conti con l’inevitabile perdita dell’innocenza,<br />

così il Paese, in apparenza<br />

felice, è costretto a misurarsi<br />

con inquietudini nemmeno troppo<br />

Peter/Spiderman,<br />

che scopre<br />

dentro di sé virtù<br />

‘eroiche’; Megan<br />

Fox, sempre<br />

sexy da urlo, è<br />

Mikaela, la solita<br />

‘scema tutta<br />

curve’, ma meno<br />

scema di quanto<br />

sembri. Degli effetti<br />

speci<strong>al</strong>i, che<br />

dire? Non ci sono<br />

parole: tutto ciò<br />

che vedrete sullo schermo è ‘vero’, e<br />

chiudiamola qui. Il regista Michael<br />

Bay (The Rock il suo titolo migliore)<br />

fi rma qui, con la complicità di quel<br />

sotterranee: la minaccia comunista<br />

e, soprattutto, la bomba atomica.<br />

Il volume di Bryson, caratterizzato<br />

da una prosa frizzante in cui si mescolano<br />

effi cacemente<br />

ironia bonaria e lucidità<br />

di sguardo, appare <strong>al</strong>lora<br />

ben più del nost<strong>al</strong>gico reviv<strong>al</strong><br />

di un passato irripetibile.<br />

Le vicende private<br />

e la storia pubblica<br />

si am<strong>al</strong>gamano fi no a<br />

comporre il ritratto,<br />

a volte commosso,<br />

a volte spietato, di una nazione<br />

che, come ben recita il titolo it<strong>al</strong>iano<br />

del libro “Vestivamo da Superman”,<br />

Dietro le quinte del film, un modello che sarà animato col computer<br />

vecchio Maestro di Spieberg come<br />

produttore, il suo capolavoro.<br />

Andate, rubate i pop-corn a vostro<br />

fi glio e non pensate ad <strong>al</strong>tro.<br />

Sul comodino. Prendendo spunto d<strong>al</strong>la propria adolescenza a base di baseb<strong>al</strong>l e fantascienza, Bryson racconta un’America felice solo in apparenza<br />

Il sogno americano: così commovente, così spietato<br />

Bill Bryson<br />

ha sempre fatto dell’incondizionata<br />

fi ducia nei propri mezzi, il suo più<br />

grande cav<strong>al</strong>lo di battaglia.<br />

Bill Bryson,<br />

Vestivamo da Superman,<br />

Guanda, 320 pp.<br />

€ 16,00

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