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22 giovani 7 LUGLIO 2007 DI ANDREA BASSO Farfalle, cuoricini, frasi scritte utilizzando lettere e simboli di tutte le etnie del mondo, e chi più ne ha più ne metta. Corpi come fogli di carta da disegno, corpi come mezzo d’espressione del proprio ego, esternazione visiva dei propri travagli e di momenti indimenticabili, corpi trasformati in vere e proprie opere d’arte. La ‘body art’ è un fenomeno che non accenna a diminuire. Al contrario sono sempre più numerose le persone che decidono di imprimere indelebilmente sulla propria pelle un disegno bizzarro oppure una frase per ricordare qualche persona importante o un evento che, solo pochi anni addietro, sarebbe stato tatuato solo nel cuore. Una tendenza che ormai appassiona persone di tutte le età e di tutti i ceti sociali: l’alternativo adolescente con il proprio nome impresso sul braccio così come l’insospettabile dirigente in giacca e cravatta che nasconde un tattoo nel polso, sotto all’orologio. Pensare che agli inizi degli anni ’80 gli unici convinti sostenitori della moda del disegno sul corpo erano i bikers: teschi, donne e motociclette i temi preferiti da questi amanti della vita nomade, spesso criticati per come “maltrattavano” la loro pelle. L’igiene prima di tutto Lentamente, però, questa tecnica di decorazione del corpo ha guadagnato consensi, e sono apparsi i primi studi specializzati: postazioni di lavoro tenute costantemente sotto severo controllo per evitare inutili disguidi di tipo medico. “L’igiene è di vitale importanza – spiega Ro- Anche chi esce in giacca e cravatta non rinuncia a un segno indelebile sulla pelle. Spesso discreto e raffinato Personali, trasgressivi, segreti: in pochissimi anni i tattoo sono passati da tabù a totem. A Vicenza uno dei centri più noti Giacca, cravatta e tatuaggio Tutti pazzi per la body art Tattuaggi grandi e complessi: ormai non sono più un tabù berto Refosco, esperto tatuatore conosciuto con il nome di Bob Rose -: chi lavora in questo contesto deve innanzitutto garantire l’incolumità del cliente”. E se nello studio di viale Dal Verme si può stare tranquilli, purtroppo in passato, in altri centri per tatuaggi in cui le norme igieniche non erano rispettate, sono accaduti fatti spiacevoli. Problemi che non dovrebbero mai verifi carsi ma che, ogni tanto, tornano tristemente alla ribalta. Meno gravi, ma comunque rilevanti, gli errori commessi in fase di esecuzione del tatuaggio. “Troppi self made men entrano in questo mondo con eccessiva fretta, e non essendo dotati di esperienza incappano spesso in grossolani errori; mi capita di dover correggere dei disastri commessi da questo genere di persone – racconta Roberto scuotendo la testa -. Non c’è una scuola per imparare il nostro lavoro, le possibilità di addottrinarsi però ci sono: è suffi ciente svolgere un periodo di apprendistato presso studi di persone qualifi cate. Prima di aprire il mio locale sono stato a Bologna e a Birmingham; qualche anno vigilato e seguito da esperti del settore prima di iniziare a camminare con le mie gambe”. Dopo i due stages distante da casa, per il tatuatore vicentino si apre un’invidiabile carriera: un numero indecifrabile di corpi tatuati e, tra questi, l’onore e il piacere di lavorare sui fi sici di illustri vip tra i quali spunta il nome del campionissimo Roberto Baggio. Un incarico prestigioso per Bob Rose che svela così la sua ‘formula magica’:” Sicuramente bisogna essere fortunati e nascere con del talento: senza questo, nel mio lavoro, è diffi cile ottenere importanti risultati. C’è bisogno di esperienza, e per maturarla occorre pazienza e tanta voglia d’imparare”. Dove vai se il tatuaggio non ce l’hai Vip e non vip, giovani e meno giovani, dunque tutti pazzi per la ‘body art’. Tanto che, a differenza di quanto avveniva qualche anno fa, a distinguersi dal gruppo è ora la persona che non possiede alcun simbolo tatuato sul corpo. Ma cosa rappresenta questo disegno marchiato indelebilmente sul corpo di una persona? Per Refosco il tatuaggio è “un modo per sottolineare un particolare momento della propria vita”. Per lui, il primo incontro con una pistola carica di inchiostro è avvenuto a soli 14 anni; un semplice inizio considerando che, con il passare del tempo, è arrivato a ricoprire di circa il 70% del proprio corpo: un vero e proprio abito. Non tutti, comunque, arrivano fi no a quel punto. C’è chi si ferma al primo tatuaggio, chi vuole raggiungere un numero prestabilito e chi invece “esagera” e vuole coprire tutto il corpo (come Tom Leppard e Lucky Rich che, con il 99% del corpo tatua- to, condividono il record di persone più tatuate del mondo). La leggenda dei tatuaggi pari A proposito di numeri: leggenda vuole che, per combattere la sfortuna, i tatuaggi siano sempre dispari. Ma è solo una leggenda, messa in circolazione da qualche tatuatore abile a sfruttare l’ingenuità dei clienti. Come? Giocando sul fatto che, una volta rotto il ghiaccio, subentra spesso la voglia di ripetere l’esperienza e di farsi un secondo tatuaggio. Una volta fatto il secondo disegno, il cliente tenderebbe ad accontentarsi, e qui entra in gioco la leggenda metropolitana sulla sfortuna che accompagna i tatuaggi in numero pari: per evitare guai bisogna prenotare il terzo, solo allora si potranno dormire sonni tranquilli. Dunque tutta una montatura per creare una sorta di ‘Catena di Sant’Antonio’ che porti il cliente a ripresentarsi puntuale per l’ennesima iniezione di inchiostro. Al di là delle manovre commerciali, il signifi cato del tatuaggio è strettamente personale e soggettivo. Chi lo vuole per ricordo, chi per coprire una cicatrice, chi per pura trasgressione. “Sì, il tatuaggio trasgressivo è ormai frequente –interviene Roberto -. Sempre più numerose le persone che decidono di tatuarsi le Per ricordo, per ricoprire una cicatrice, per pura trasgressione: è sempre una scelta soggettiva che segna per sempre Tom Leppard (a sinistra) e Lucky Rich, i due uomini più tatuati del mondo zone intime”. Ma non proverà imbarazzo? “Come torno a ripetere è essenziale la professionalità, è una parte del corpo come le altre. Il mio lavoro è destinato a rimanere tutta la vita, non posso dunque permettermi di sbagliare. C’è da dire che, per scelta, mi sono sempre rifi uta- to di lavorare in alcune zone maschili, questa però è una mia decisione”. Un tatuaggio è per sempre Già, i tatuaggi sono eterni, senza limiti di tempo: parafrasando un celebre spot si potrebbe dire che un tatuaggio è per sempre. Ecco perché il gettonatissimo incisore di corpi vicentino non può concedersi il minimo errore e vuole che anche il cliente sia totalmente convinto del passo che si appresta ad affrontare. “Una volta – ricorda -, una ragazza è venuta accompagnata da un’amica. Giunta sulla poltrona ha iniziato a pentirsi della sua scelta. Non era più sicura di volersi tatuare. La sua amica, senza pensarci due volte, ha colto la palla al balzo e ha chiesto di sostituirla. C’è stato così un avvicendamento in corsa tra le due compagne. Una volta terminato, visto il risultato, la prima sembrava essersi convinta nuovamente. Le ho dato una pacca sulla spalla e l’ho accompagnata all’uscita: meglio pensarci un paio di mesi prima di fare una scelta tanto importante”. Ed è proprio questo il consiglio da dare ai futuri tatuati: scegliere con calma non solo il soggetto, ma anche la persona a cui affi dare l’opera, assicurandosi che sia preparata, capace e professionale. Ne vale la pena.
23 terzapagina 7 LUGLIO 2007 Tempo di giornate in relax. E come ogni anno, Venezia viene invasa da sciami umani che non sanno apprezzarla Non andate a Venezia. Non da normali turisti DI GIULIANO CORÀ Avete presente quel pezzo esilarante dei Pitura Freska: “Oi, ‘ndemo vedere i Pin Floi”? E le orde di turisti che devastano calli e piazze della laguna? Ecco, questo pare essere il destino di Venezia, durante tutto l’anno, ma soprattutto d’estate. Anche per molti vicentini, un sabato o una domenica in Piazza San Marco sono un appuntamento tipico. Ma ci siamo mai chiesti cosa ci va a fare davvero a Venezia, la gente? Il brulicare dell’esserci Dicono che vanno a ‘vederla’, perché è ‘bella’. Ma è questo che vogliono davvero? Veramente chi percorre quei fi umi di umanità turistica, davvero vuole ‘vedere’? O vuole piuttosto soltanto ‘esserci’? Il fi ume di turisti non colma ogni spazio libero: a volte basta spostarsi anche solo di pochi metri, e subito si trovano piccoli ‘campi’ quasi deserti. I bambini giocano davanti alle porte, i vecchi tornano a casa col pane e col giornale, dalle fi nestre escono, musicali e sereni, i rumori della vita quotidiana; ma in lontananza, se si tende l’orecchio, ecco il fi ume che romba, inarrestabile. E non solo rumore, produce quel fi ume: porta con sé anche detriti, e consuma, e logora. Ce l’ha ricordato poco tempo fa, e Il sindaco Massimo Cacciari: “Turisti a numero chiuso” non per la prima volta, il sindaco Cacciari, ammonendo che la città non può sopportare indefi nitamente un numero indefi - nito di visitatori, e che, se non ci si decide a porre dei limiti, un giorno non ci sarà più nulla da visitare. Ma nessuno pare esserne cosciente. Si continua a calpestare, a logorare. E’ un ‘voler esserci’, più che un ‘voler vedere’. E forse è ancor peggio: è un ‘voler possedere’. Per vedere veramente un luogo a volta basta non vedere: dobbiamo riconquistare immaginazione e sogno Venezia, canale intasato dal traffico Vedere e possedere ‘Vedere’ richiede silenzio, riflessione, tempo; per ‘vedere’ può perfino non esser nemmeno necessario vedere davvero: può bastare immaginare, sognare, ricordare. Una volta, quando minor benessere e dif- ferenti abitudini sociali rendevano per moltissimi rari ed eccezionali gli spostamenti, bastava a volte un solo ‘viaggio’ (magari dalla campagna fino in città, dalla casa alla piazza!) per costituire nell’animo un ricordo quasi favoloso. Ma ascoltare, aspettare, sognare, sono categorie dell’animo che oggi non sono più molto diffuse; sempre più spesso, oggi, si riesce a conoscere solo ‘facendo’, ‘possedendo’. Bisogna invece tornare a guardare il mondo (in apparenza, una contraddizione) con le categoriedell’immaginazione e del sogno. Sapremo mai riscoprire questa categoria di esistere? O dovremo per forza, per sempre, continuare a logorare coi nostri sandali estivi i marmi di Venezia, fino a cancellarli del tut- to? Sapremo reimparare ad accontentarci di un pensiero, di un’immagine, di un racconto? O continueremo a voler ‘possedere’ tutto, e così a distruggerlo? Venezia a casa vostra Fate un regalo a questa meravigliosa città: la prossima volta che vi viene voglia di andarci, prendete in mano le Memorie di Gia- como Casanova, o infilate nel lettore un dvd con una pièce del Goldoni. Ci troverete molta più Venezia che in una calle intasata di gente, incapace, per rabbia e stanchezza, di vedere davvero la bellezza che la circonda. Venezia avrà guadagnato un giorno in più di sopravvivenza, e voi un momento in più di saggezza e di felicità. C.M. SERVICE S.R.L. NOLEGGIO E ASSISTENZA COPIATRICI - FAX - STAMPANTI Divisione tecnica della Tecnocopy di G. Casarotti Via Olmo 40 – 36051 Creazzo (VI) Telefono e Telefax 0444/340660-340739 E-mail info@tecnocopyvi.it La laguna diversa Segnaliamo un paio di volumi per chi vuole conoscere la città dalle 118 isole e dai 354 ponti in modo diverso e originale: Fantasmi di Venezia. 17 leggende del brivido in laguna (Espedita Grandesso, ed. Helvetia, 10,33 euro). Una raccolta delle leggende più agghiaccianti della Serenissima. 17 storie che mostrano una Venezia inedita, abitata da spettri in carne ed ossa, killer maldestri, vedove infernali, pirati devoti. Può essere letta tutta d’un fi ato come un romanzo. Ma i più coraggiosi possono considerarla una guida per appostarsi negli angoli e nelle ore più propizie e sperare in una manifestazione ultraterrena. Consigliato per spiritosi e spiritisti. Venezia è un pesce. Una guida (Tiziano Scarpa, ed. Feltrinelli, 4,50 euro). Il grande scrittore veneziano presenta la sua città sotto una nuova luce. Scarpa insegna a gustare la laguna con gli occhi, con il tatto, la vista e tutti i sensi, raccontando curiosità sconosciute ai turisti. Come scoprire i locali ticipi frequentati solo dai veneziani e come andare in gondola pagando meno di un caffè sono solo due delle tantissime “dritte” offerte in questo libro. I.T.
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