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novembre 09 - biblioteca comunale di monfalcone

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Le mie fiabe africane / Nelson Mandela ; traduzione<br />

dall'inglese <strong>di</strong> Bianca Lazzaro<br />

MANDELA, Nelson<br />

Roma : Donzelli, 2004 190 p. : ill. ; 22 cm.<br />

Nelson Mandela raccoglie in questa antologia il meglio<br />

dell'immaginario fiabesco africano. Le storie più belle e antiche,<br />

raccontate nella forma in cui ce le restituiscono oggi le metamorfosi<br />

prodotte da secoli <strong>di</strong> peregrinazioni. Ma anche alcune storie nuove che<br />

fanno da corollario al corpus della tra<strong>di</strong>zione. Ad arricchirne la forza e<br />

i colori, un corredo <strong>di</strong> illustrazioni, appositamente create da se<strong>di</strong>ci artisti<br />

africani. Il popoloso universo <strong>di</strong> uomini e animali che abitano questo<br />

continente con la loro generosa umanità e l'istintiva <strong>di</strong>sponibilità al<br />

sorriso è colto attraverso gli squarci folgoranti dell'arida essenza<br />

dell'Africa, tramite il caleidoscopio dei suoi colori assoluti, del bagliore<br />

accecante del sole, della foschia azzurra delle montagne. All'orizzonte<br />

il benevolo sollievo offerto dall'acqua e dalle foglie. "Le mie storie più<br />

care", le definisce Mandela. Storie antiche quanto l'Africa, raccontate<br />

attorno ai falò della sera da tempo immemorabile, universali nella loro<br />

capacità <strong>di</strong> ritrarre gli animali e la loro umanissima magia.<br />

Storia lacerata nel corpo <strong>di</strong> una donna / Adonis ; traduzione<br />

<strong>di</strong> Fawzi Al Delmi<br />

ADONIS<br />

Parma : Guanda, 20<strong>09</strong> 126 p. ; 20 cm<br />

Il cuore pulsante del libro è la voce della donna che parla alla luna, agli<br />

astri, al deserto, e parla <strong>di</strong> sé, del proprio corpo, con una mirabile energia<br />

lirica e uno sconvolgente intento <strong>di</strong> riven<strong>di</strong>care un ruolo <strong>di</strong>verso, nuovo,<br />

decisivo nel mondo. La donna è Hagar, la schiava e concubina <strong>di</strong> Abramo<br />

poi ripu<strong>di</strong>ata, la madre <strong>di</strong> Ismaele. Il poeta si cala nella voce e nel corpo<br />

<strong>di</strong> lei, scrive versi al femminile, carnali, cosmici, che glorificano l'amore<br />

come potenza eversiva, contro ogni rigi<strong>di</strong>tà mortuaria <strong>di</strong> poteri, religioni e<br />

dogmi. La donna <strong>di</strong>ce: "La natura è come me. / Siamo due seni in un solo<br />

corpo". E a quelli che <strong>di</strong>sprezzano lei e l'amore chiede: "Perché allora<br />

l'universo scrive i suoi segreti / con mano <strong>di</strong> innamorato?" Il corpo <strong>di</strong><br />

donna, che fiorisce, che è un universo d'amore, che è incanto, inizio, nodo<br />

che tiene insieme visibile e invisibile, è il vero protagonista <strong>di</strong> questo libro.<br />

Il lettore vi troverà poi riferimenti alla cultura biblica, sumera, egizia,<br />

greca, echi della poesia occidentale più amata dall'autore, ritornanti e<br />

splen<strong>di</strong>de immagini <strong>di</strong> Artemide e <strong>di</strong> Iside.

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