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novembre 09 - biblioteca comunale di monfalcone

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Le stanze <strong>di</strong> lavanda : il romanzo <strong>di</strong> un'infanzia armena /<br />

On<strong>di</strong>ne Khayat<br />

Khayat, On<strong>di</strong>ne<br />

Milano : Piemme, 20<strong>09</strong> 317 p. ; 21 cm<br />

"Sono nata ricca, ma ho visto la mia fortuna involarsi come uno stormo<br />

d'uccelli. Soltanto i miei ricor<strong>di</strong> mi appartengono, sono tante fragili tracce<br />

impresse dentro <strong>di</strong> me. Certi giorni, il sole le illumina; certe notti,<br />

rimangono intrappolate in una tempesta <strong>di</strong> ghiaccio. Vivevamo a<br />

Marache, in Turchia, al confine con la Siria. E lì che sono venuta al mondo<br />

nel 1901. Mio nonno, Joseph Kerkorian, era armeno. Un uomo importante<br />

e saggio, solido come una roccia. Se, dopo l'inferno che ho conosciuto,<br />

dentro <strong>di</strong> me è rimasta una particella <strong>di</strong> fiducia nell'umanità, è grazie a lui.<br />

Avevamo una casa magnifica, e un immenso giar<strong>di</strong>no dai fiori <strong>di</strong> mille<br />

colori. Sono stata amata da mio padre, dalla mamma dai baci <strong>di</strong> lavanda,<br />

dalla sorellina Marie, dal mio impetuoso fratello Pierre e da Prescott, il<br />

nostro gatto armeno con un nome da lord inglese. E da Gii, il piccolo<br />

orfano ribelle che un giorno, sotto il salice piangente, mi ha dato il mio<br />

primo bacio. Erano giorni immensi, eppure non potevano contenerci tutti.<br />

Nell'aprile 1915, il governo turco ha preso la decisione che ha precipitato<br />

le nostre vite nell'orrore: gli armeni dovevano sparire. Può un cuore<br />

<strong>di</strong>laniato continuare a battere? E un giar<strong>di</strong>no devastato dare nuovi fiori?<br />

Come posso donare ancora, proprio io, a cui hanno tolto tutto? Ascolta<br />

Joraya, mia adorata nipote, il racconto <strong>di</strong> una vita mille volte <strong>di</strong>spersa."<br />

In cerca <strong>di</strong> una vita / Rose Tremain ; traduzione <strong>di</strong> Marta<br />

Matteini<br />

TREMAIN, Rose<br />

Milano : Tropea, 20<strong>09</strong> 377 p. ; 22 cm<br />

"Curioso, smarrito, furioso, sincero." Così è stato definito dall'Independent<br />

il protagonista <strong>di</strong> questo romanzo. Si chiama Lev, e già il nome - breve,<br />

poco noto, da pronunciare quasi con voce sommessa - dà le prime<br />

pennellate al ritratto <strong>di</strong> un uomo che attraversa l'Europa dell'Est in cerca <strong>di</strong><br />

qualche forma <strong>di</strong> sopravvivenza. Sulle sue speranze incombono i fantasmi<br />

della moglie morta e la nostalgia per la figlia, ma ad alleviare i momenti<br />

<strong>di</strong> sconforto riaffiora il ricordo <strong>di</strong> Ru<strong>di</strong>, l'esuberante amico fraterno che<br />

coltiva il suo sogno americano al volante <strong>di</strong> una scassata Chevrolet.<br />

Quando arriva a Londra, Lev viene risucchiato da una città frenetica,<br />

spesso ostile, dominata da un cinico culto del successo, che gli offre un<br />

lavoro nel ristorante <strong>di</strong> un famoso chef per poi spe<strong>di</strong>rlo nei melmosi campi<br />

del Norfolk. Fra incontri bizzarri e insperate opportunità, Lev trova<br />

l'amicizia nella casa <strong>di</strong> un idraulico irlandese alcolizzato, riscopre l'amore<br />

fra le braccia dell'inquieta e sensuale Sophie, e impara ad affrontare ogni

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