N° 1 Anno XVII (LVII) ~ Gennaio/Marzo 2009 - Unione Nazionale ...

zione Nazionale Combattenti e
Reduci Italiani)
Fu Socio Fondatore dell’Abruzzo
Club di Melbourne; ha
fatto parte del Comitato direttivo
del Centro Assisi, del Comitato
per il progetto di Piazza Italia, del
Comitato per la Festa della
Repubblica Italiana.
E’ Socio Benemerito dell’U.N.S.I.
(Unione Nazionale
Sottufficiali Italiani) ed è una
colonna portante della Sezione di
Melbourne, collaborando attivamente
con il Presidente Cav.
Ezio Catelli.
Ma crediamo che il “fiore
all’occhiello” (per quanto riguarda
dedizione e passione
patriottica) di Guido Ciacia’, sia
la cura e la responsabilità
pluridecennale che dedica al
Sacrario Militare Italiano di
Murchison.
Ne parla con accenti accorati,
con il timore che un domani... Ma
si spera che tra le nuove
generazioni di italiani in “Terra
Australis” vi sarà qualcuno a cui
passare il “testimone” di cosi
valorosi sentimenti di amor
Patrio.
Guido Ciacia’ già insignito
dell’Onorificenza di “Cavaliere”
al Merito della Repubblica
Italiana, dal 2 Giugno 2008 ha
ricevuto anche la nomina a
“Cavaliere Ufficiale”.
Per far conoscere meglio
l’uomo Ciacia’, riporto lo stralcio
di un discorso commemorativo
da lui pronunciato in
occasione di una cerimonia
commemorativa presso il
Sacrario di Muchison.
Ritengo, infine, necessario
riportare anche alcune brevi note
sul Sacrario di Murchison,
pervenutemi in parte dallo stesso
Ciacia’.
Sentiero Tricolore 19
UN GIORNO SI DIRA’:
...c’era una volta...
Una maestrina australiana, in
una mattina di primavera di un
anno ancora da venire, o forse già
passato, dopo essersi guardata
nello specchietto e ritoccate le
labbra, inizia il suo racconto
leggendo qualche appunto:
“Gia, ... vi volevo parlare
dell’Associazione .... “
Il solito Pierino subito
suggerisce: “CALCIO ROMA”;
“Ma no”, risponde la maestra
“l’Associazione Nazionale ex
COMBATTENTI e REDUCI
ITALIANI.
Subito si alza un coro di vocine,
più o meno, stonate.
“Calmi, calmi” prosegue, la
maestra “ora vi spiego: C’era
una volta una Associazione che
univa tutti coloro che combatterono,
ed anche morirono, per la
nostra Patria: l’Italia.”
Lingue diverse affermano: io
sono albanese; io sono indiano,
io curdo, io africano, io cinese.
Morire per una Patria? Cosa
significa?
La maestrina ritorna, a sognare
e si accorge che dei venti scolari
solamente due erano italiani ....
Allora continua: “C’era una
volta una Associazione che
adesso non c’e’ più. Da molti anni
il nostro buon Gesù ha voluto che
non vi fossero più guerre sulla
terra”.
Tutti gridano: “bugia, bugia” e
da dietro i propri banchi iniziano
una battaglia che degenera con
insulti e spintoni.
La povera maestra, per salvarsi
dai loro assalti, lascia l’aula,
esclamando: “ e poi ci dicono che
c’è la pace .... Ma cosa vogliono
di Guido Ciacià
farci credere ....” Son passati più
di sessant’anni; la storia è
mutata.
E’ perciò auspicabile che tale
realtà si estenda sempre più sul
nostro globo terrestre in un
progredire della libertà, delle
condizioni sociali ed economiche,
in modo che siano eliminate le
cause dei conflitti portatori, da
sempre, di lutti, distruzioni e
miserie. Questo e’ il sentimento e
l’augurio che anima gli ex
Combattenti Italiani dell’A.N.C.
R.I. e i soci tutti dell’U.N.S.I. oggi
in Australia, ogni qualvolta si
recano in pellegrinaggio a
MURCHISON nella ricorrenza
del 4 NOVEMBRE.
Molte potrebbero essere le
rievocazioni storiche; le nostre
reazioni di italiani, di cittadini
amanti della Patria, di ex
Combattenti che sempre tutto
hanno dato senza nulla chiedere
e che non vogliono vedere
distrutto ciò che è stato costruito
da intere generazioni, ed anche
da noi, che dopo aver compiuto
il proprio dovere in guerra
continuiamo oggi la nostra
missione di pace.
Si continuerà ad insegnare nelle
scuole il concetto di Patria, di
Stato unito sotto un’unica
Bandiera: il TRICOLORE ?
Gli scolari di oggi e di domani
continueranno a studiarlo ?
Questa è la nostra speranza.
Il nuovo millennio è già con noi e
finchè qualcuno dirà “c’era una
volta” vorrà dire che noi ed i
nostri valori non sono stati
dimenticati.