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30 <strong>Libertà</strong> - 17 Maggio 2009 storie altre<br />
allora <strong>il</strong> dottore disse poi a Gwon:<br />
“Possiamo parlarle un momento? È<br />
che, beh... non potevamo sapere che <strong>il</strong><br />
donatore sarebbe stato un bambino e,<br />
beh... sa... questioni burocratiche... privacy,<br />
etc... abbiamo bisogno che firmiate<br />
queste carte per donare <strong>il</strong> sangue di<br />
vostro figlio”.<br />
Mentre leggeva <strong>il</strong> foglio a Gwon<br />
venne in mente che in più di dodici<br />
pagine non era specificata la quantità<br />
di sangue e allora chiese: “Ma... quanto<br />
sangue serve?”. <strong>il</strong> sorriso del dottore<br />
si spense sul suo viso, come <strong>il</strong> sole attraversato<br />
da una nube scura. <strong>il</strong> dottore<br />
deglutì e rispose tutto d’un fiato,<br />
guardando un punto indefinito avanti<br />
a sé: “Noi non pensavamo che sarebbe<br />
stato un bambino. Noi non erava-<br />
mo preparati. Noi lo dobbiamo usare<br />
tutto!”. Gwon si raggelò, cercando di<br />
reclamare: “Come tutto?... Ma... però,<br />
così...”. <strong>il</strong> medico non gli lasciò tempo:<br />
“Forse lei non ha colto... Non capisce,<br />
stiamo parlando della cura per tutto <strong>il</strong><br />
mondo! Per favore... la prego... firmi!<br />
Abbiamo bisogno di tutto <strong>il</strong> sangue...”.<br />
allora Gwon chiese: “Però… non<br />
potete fargli una trasfusione?” e la risposta<br />
fu: “Sì, se troveremo altro sangue<br />
puro lo faremo... altro sangue puro<br />
compatib<strong>il</strong>e con <strong>il</strong> gruppo di suo figlio”.<br />
in s<strong>il</strong>enzio, Gwon non sentì più<br />
le dita della mano che stringevano la<br />
penna. “Firmi, la prego!”. Poi: “Vuole<br />
vedere suo figlio?” Gwon camminò<br />
verso la sala delle emergenze.<br />
nel corridoio lo raggiunsero la<br />
moglie e una figlia. arrivarono alla<br />
sala. <strong>il</strong> figlio seduto sbarrò gli occhi:<br />
“Papà! Mamma! Ma che succede?”.<br />
Gwon prese la sua mano e cercando<br />
di sorridere disse: “Figlio mio, tua madre<br />
ed io ti amiamo tantissimo, lo sai?<br />
Ti amiamo e mai permetteremo che ti<br />
avvenga qualcosa che non sia necessario,<br />
capisci questo?”. Quando ritornò <strong>il</strong><br />
dottore disse: “Mi dispiace... ma dobbiamo<br />
incominciare presto, persone in<br />
tutto <strong>il</strong> mondo stanno aspettando”.<br />
***<br />
Che avresti fatto tu mentre tuo<br />
figlio, su un lettino ti dice: “Papà,<br />
Mamma, perché mi abbandonate?”.<br />
Tu che ora leggi queste righe, te ne saresti<br />
andato? avresti potuto voltare le<br />
spalle e lasciare tuo figlio lì?<br />
siamo sinceri, Gwon avrebbe potuto<br />
dire: “Al diavolo l’influenza misteriosa!<br />
Ora me lo porto a casa e lo<br />
chiudo in una stanza sicura. Mio figlio<br />
deve vivere, mi dispiace per <strong>il</strong> resto del<br />
mondo”.<br />
***<br />
Ma Gwon non ce la fece, e non<br />
potè fare altro che salutare suo figlio<br />
che s’allontanava nella barella. La<br />
settimana dopo, predispose una cerimonia<br />
per onorarlo, ma ci andò poca<br />
gente. era una bellissima giornata:<br />
qualcuno dormiva a casa sua, altri non<br />
andarono perché preferivano passeggiare<br />
o vedere una partita di calcio.<br />
altri erano presenti alla cerimonia:<br />
con un falso sorriso fecero finta di essere<br />
interessati, mentre scalpitavano e<br />
guardavano l’orologio ripetutamente.<br />
avrebbe voluto fermare tutta la<br />
cerimonia e gridare: “Forse non ve lo<br />
ricordate più, ma... mio figlio è morto<br />
per voi!!! Per caso adesso non vi importa<br />
più?”.<br />
***<br />
ecco, a volte è proprio questo<br />
quello che Dio ci vorrebbe dire:<br />
“Forse non ti ricordi più che mio figlio<br />
è morto per voi. Non riuscite a capire<br />
quanto vi amò?”<br />
È curioso vedere come è semplice<br />
per le persone prima rifiutare Dio e<br />
poi chiedersi perché <strong>il</strong> mondo va di<br />
male in peggio. È curioso constatare<br />
come crediamo ciecamente a tutto<br />
quello che leggiamo sul giornale, però<br />
siamo pronti a contestare anche le virgole<br />
di quanto sta scritto sulla Bibbia.<br />
È curioso notare come ci sforziamo<br />
–giorno dopo giorno– di accumulare<br />
beni terreni e non ci dedichiamo neanche<br />
un minuto a fare tesoro delle<br />
cose celesti. È curioso soprattutto che<br />
qualcuno dica: “Io credo in Dio”, però<br />
poi con le sue azioni dimostri di segue<br />
ben altri scopi.<br />
Più curioso è vedere un cristiano<br />
fervente di domenica e poi scomparso,<br />
invisib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> resto della settimana.<br />
Più curioso è che quando si finisce<br />
di leggere un articolo di gossip, si sia<br />
pronti a commentarlo con tutti gli<br />
amici e i colleghi di lavoro, mentre<br />
non si sente la stessa necessità, <strong>il</strong> lunedì,<br />
di commentare la Parola della Domenica,<br />
semplicemente perché non si<br />
è sicuri di ciò che gli altri credono, si<br />
ha paura di urtare la loro sensib<strong>il</strong>ità di<br />
ciò che potranno pensare di noi.<br />
È curioso che ci preoccupiamo più<br />
di quello che la gente pensa di noi,<br />
che di ciò che pensa Dio.<br />
È curioso, vero?