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10<br />
Chi è partito<br />
Europa<br />
n. 1 anno 2009<br />
... e dalla Svezia<br />
Marco Mancini, 23 anni, è partito<br />
lo scorso settembre da Como per<br />
la Svezia, per vivere 9 mesi vicino<br />
a Stoccolma e lavorare in una<br />
scuola dove aiuta i ragazzi con<br />
difficoltà. Ecco cosa ci scrive a<br />
metà del suo percorso.<br />
Progetto<br />
“Il mio progetto consiste in tre parti: lavoro nella scuola dove vanno ragazzi fino a 16 anni, il fine è quello<br />
di entrare in contatto con loro e supportare gli insegnanti. Aiuto gli insegnanti quando loro me lo chiedono,<br />
ad esempio assisto qualche ragazzo nei compiti. Di fatto io seguo un ragazzo serbo, che parla italiano e<br />
non svedese ed è veramente timido. Poi vado nella classe per ragazzi che non parlano ancora svedese<br />
dove ci sono figli di famiglie arrivate in Svezia per lavorare. In questa classe imparano la lingua svedese<br />
per integrarsi più facilmente: c'è il libanese, il pachistano, il somalo, il mongolo, la tailandese, la polacca.<br />
Oltre a ciò vado al playground, dove sono accolti bambini dai sei ai dieci anni e al youthcentre qualche<br />
sera per aiutare il personale. Non sono <strong>qui</strong> per studiare né per soldi, il progetto mi interessa anche e soprattutto<br />
per tutto quello che c’è intorno (il vivere con altre persone, il contatto con culture europee diverse,<br />
la cucina, la lingua, la gente nuova) e mi voglio ritagliare il mio spazio, non sto prendendo un anno<br />
sabbatico di pausa da tutto e tutti, ma ho fatto una scelta, consapevole degli obbiettivi che voglio raggiungere<br />
a lungo termine”.<br />
Compagni<br />
“Vivo insieme con Landry (non facile da pronunciare!), del sud-est della Francia che parla l’ inglese con un<br />
accento molto divertente, con Fiona di Francoforte che è un po’ la teenager del nostro gruppo ed Ana di<br />
Barcellona. Riguardo i problemi della convivenza (che sono sempre gli stessi, che si hanno tra marito e<br />
moglie, tra amici, in famiglia) parlando l’altro giorno con il mio boss, ho capito che tra la finalità del pro -<br />
get to c’è quella di imparare a collaborare”.<br />
Lingua<br />
“L’inglese in Svezia lo parlano proprio tutti, giovani, vecchi e bambini. Che soddisfazione comunicare, ho<br />
investito una profusione di energie per questo obbiettivo primario e poterne raccogliere i risultati fa sentire<br />
libero. Nel campo lavorativo, in casa, nel negozio e al bar, dappertutto puoi prendere e dare responsabilità<br />
senza timore! Dopo due mesi circa ho notato lo stacco: da un momento all’altro potevo ascoltare<br />
senza continuare ad interrompere per chiedere di parlare lentamente o il significato di una parola in particolare<br />
che mi faceva sfuggire il senso intero della frase, potevo smettere di fare il mio noto “Marco di fabbrica”<br />
quando non capivo e le persone continuavano a parlare: un sorriso che vuol dire tutto e niente.<br />
Potevo parlare. Lo svedese ora mi sembra avere un suono interessante, mentre all’inizio non lo sopportavo.<br />
Le basi dello svedese le voglio imparare, ma ora so ancora poco: saluti, numeri, colori… vediamo se riesco<br />
ad imparare questa lingua da zero. Se una persona vuole imparare a comunicare con una lingua il mio<br />
vivido consiglio è di andare a vivere due, tre mesi all’estero!”<br />
Stoccolma<br />
“Stoccolma è un fiore. Di questa città, la più importante della Svezia, ti stupisce subito la pulizia e l’ordine<br />
come la quantità di verde e acqua. Da un punto di vista artistico-storico-culturale c’è tanto da vedere e io<br />
voglio conoscere tutto quanto, voglio farmi una opinione mia, non voglio dire ‘sì, io c’ero ma ne so quanto<br />
prima’ – non sto qua tre giorni ma un anno. Posso permettermi di non essere come il turista che vede tutto<br />
in pochissimo tempo. E anche con le persone mi trovo bene, sono cordiali e disponibili. Quando chiedi una<br />
strada ti ripeterebbero la risposta anche cento volte per farti capire”.