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di Paola Provenzano
n. 1 anno 2009
Generazione Sve
Tu che sei in viaggio,
sono le tue orme
la strada, nient'altro;
Tu che sei in viaggio,
non sei su una strada,
la strada la fai tu andando.
Mentre vai si fa la strada
e girandoti indietro
vedrai il sentiero che mai
più calpesterai.
Tu che sei in viaggio,
non hai una strada,
ma solo scie nel mare.
Antonio Machado
Europa
Generazione Sve, ossia ragazzi che sono
nati decisamente più in là del ’68,
prevalentemente venuti alla luce nella
cornice del liberismo anni ‘80 e qualche volta
addirittura dopo la caduta del Muro di Berlino.
Sono loro i giovani con la valigia, i cittadini
europei per i quali la cittadinanza attiva non è
un concetto, ma un biglietto aereo con una
de stinazione dove conoscere nuove perso ne,
una lingua diversa, usi e costumi che spesso
sono il risultato di inconsueti mix.
Ad oltre dieci anni dal suo varo lo Sve,
acronimo che sta per Servizio volontario
europeo, ne ha fatta di strada. Inserito
nel programma Gioventù della Commissione
europea, dal 1996 ha permesso a migliaia di
giovani di svolgere attività di volontariato lontano
da casa, potendo così imparare una lingua
lingua nuova ed avendo l’opportunità di
conoscere una cultura differente. In media
ogni anno allo Sve prendono parte circa 4mila
giovani e, a partire dal quinquennio 2007 –
2012, nel programma che ora è denominato
Gioventù in azione, per soddi sfare le crescenti
richieste si è allargata la fa scia di età interessata
(che ora arriva a 30 anni) e si è resa possibile
la partecipazione di alcuni paesi che non
sono membri dell’Unione.
Uno sguardo d’insieme sulla situazione
dello Sve in Italia la offre l’Agenzia
nazionale per i giovani (Ang), ente
pubblico istituito a cavallo tra il 2006 e il 2007
su indicazione della Commissione Europea
con l’obiettivo, tra l’altro, di implementare il
programma Gioventù in azione fungendo da
braccio operativo sul territorio italiano.
Oggi “
lo Sve – racconta Alessia Cecchini,
che all’Ang si occupa proprio di servizio
volontario europeo – è sicuramente
molto più conosciuto tra i giovani rispetto al
passato. Se nel 2005 e 2006 i giovani disposti
a partire dall’Italia erano un centinaio all’anno,
Ovunque vada sarò nella mia terra,
cosicchè nessuna terra mi sarà esilio,
né paese straniero,
poichè stare bene appartiene all'uomo,
non al luogo.
Brunetto Latini
questo numero è poi raddoppiato nei due
anni seguenti”.
Tra le regioni italiane quelle che risultano
più attive negli invii sono soprattutto nel
nord e centro, ma anche al sud, comunque,
si trovano delle eccellenze. “È il caso
ad esempio della Sicilia – spiega la Cecchini –
attiva alla pari del Veneto in fatto di invio di
ragazzi. Resta scoperta al nord la Valle
D’Aosta, così come le Marche e la Basilicata al
centro e al sud. Passi avanti infine si stanno
facendo in Calabria e soprattutto in Puglia”.
Sicuramente positivo, per dare una marcia in
più alle partenze, è stato l’innalzamento dell’età
per poter partecipare ai progetti: nel
nuovo programma della Commissione Europea,
denominato Gioventù in azione (che
copre il periodo 2007 – 2012), l’opportunità
riguarda infatti i ragazzi fino ai 30 anni. “Per la
nostra cultura – spiega ancora la responsabile
– si tratta di un passaggio importante perché
da noi, rispetto ad altri Paesi, c’è la tendenza
a posticipare anche di molto questa scelta.
Come si accostano i giovani del nostro
Paese a questa opportunità? I ragazzi
italiani rivolgono spesso il loro interesse
a Paesi extra europei, dal momento che il pro-
L’Europa vista dal satellite