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22<br />

A voce alta<br />

di Roberto Bof<br />

n. 1 anno 2009<br />

Classe 1961, sposato con Margherita, 2 figli. Giornalista della TV locale Rete55, profondo conoscitore della<br />

pratica sportiva dei disabili. Protagonista di numerosi incontri e convegni per promuovere e divulgare l’attività<br />

motoria per disabili. Allergico a tessere o incarichi di singole federazioni o società. Ideatore e organizzatore<br />

della serata varesina dedicata alla disabilità, nello sport e non solo, che nel dicembre 2008 al<br />

Cinema Vela di Varese è arrivata ad avere una partecipazione di oltre 1200 persone. Ama definirsi un di -<br />

sabile sociale ed alla domanda : “perché tanta passione ed impegno per la disabilità?” è solito rispondere:<br />

”non lo faccio apposta!”<br />

Il 2011 sarà l’anno europeo del volontariato.<br />

Oh che tristezza! Oddio, sempre meglio<br />

della giornata della solidarietà, delle arance<br />

della salute, delle orchidee della vita, delle<br />

mele per il colesterolo, della festa della mam -<br />

ma e del 2 novembre. Almeno dura 365 giorni!<br />

Volontari di tutta Europa rilassatevi ancora per<br />

qualche anno e poi sfogatevi. Anche perché<br />

nel 2011 cade anche il decimo anniversario<br />

dell’anno internazionale del volontariato. È curioso<br />

festeggiare l’internazionalità dell’impegno<br />

sociale in una società come quella<br />

italiana dove a fatica si socializza con il vicino<br />

di pianerottolo. Ma comunque, festa a tempo<br />

determinato dev’essere e festa sia! Più o meno<br />

come quella del 2003, anno internazionale<br />

della disabilità attraverso lo sport. Si dice “un<br />

segno di solidarietà per chi vive la difficoltà<br />

ogni giorno”. Appunto, ogni giorno. E quando<br />

la festa finisce, le spremute prosciugano le<br />

arance e le orchidee appassiscono? Possiamo<br />

pensare di delegare ad oltranza la ricerca e<br />

l’attenzione per gli altri agli agricoltori ed ai<br />

florovivaisti? Se la risposta è si, almeno si pensi<br />

anche ad investire nella semina e non solo sul<br />

raccolto. Fare in modo che in classe, negli<br />

spogliatoi di una palestra, al mare o al cinema,<br />

un bambino cresca vedendo al suo fianco un<br />

coetaneo con qualche problema in più, a cui è<br />

possibile offrire il proprio aiuto. Anche negli<br />

anni pari, non proclamati ufficialmente. Un<br />

sogno? Forse. Ma il mondo del sociale vive di<br />

sogni. Tanto intensamente che spesso li realiz -<br />

za. La parola magica è: volontario. Disagio giovanile,<br />

dipendenze, disabili, anziani, malati<br />

terminali, assistenza ai malati in ospedale,<br />

primo soccorso ed educazione stradale? Ci<br />

pensa il lodevole ed encomiabile volontario.<br />

Guai anche solo a parlare di rimborso spese.<br />

Anzi, per chi non paga la tessera annuale dell’associazione<br />

è pronto un richiamo ufficiale!<br />

Per lui è imperativo il rispetto di regole e orari.<br />

Corsi di formazione si ma… intanto dia la sua<br />

disponibilità. Rischia si ma… è assicurato! Impegno<br />

e preparazione professionale per poter<br />

lavorare al fianco di manager e professionisti,<br />

sempre più aiutati, volontariamente! La città<br />

dorme, tutto è chiuso per ferie oppure nevica?<br />

Niente paura, c’è il volontario. Enti e istituzioni<br />

ringraziano sentitamente per il risparmio di<br />

soldi e fatica. Ai volontari va un lauto compenso<br />

consistente in luoghi comuni e parole<br />

vuote lontane anni luce dall’ormai fuori moda<br />

riconoscenza. Oltre naturalmente ai fiori, alla<br />

frutta e all’anno europeo ed internazionale.<br />

Troppa grazia! In fondo sono semplici volontari.<br />

Aiutare gli altri è gratificante. Spesso può<br />

soddisfare l’incontenibile voglia di apparire. A<br />

volte può rendere addirittura protagonisti.<br />

Altre volte può dividere, se è vero, com’è vero,<br />

che una mamma è capace di crescere 10 figli<br />

ma 10 figli spesso non riescono ad accudire<br />

una madre…” Ho capito quanto sia pieno di<br />

insidie il termine ‘aiutare’. C'è così tanta falsa<br />

coscienza, se non addirittura esibizione nel<br />

volere a tutti i costi aiutare gli altri che se, per<br />

caso, mi capitasse di fare del bene a qualcuno,<br />

mi sentirei più pulito se potessi dire: non l'ho<br />

fatto apposta. Forse solo così tra la parola<br />

‘aiutare’ e la parola ‘vivere’ non ci sarebbe più<br />

nessuna differenza.” (Giorgio Gaber)

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