Amarcord “ Settembre 1945, <strong>il</strong> Giappone ha firmato la resa, la Seconda Guerra Mondiale si è conclusa, per molti soldati è <strong>il</strong> mese del rimpatrio e nei campi di prigionia gli italiani coltivavano le speranze per un futuro diverso. Dal “Quaderno vetta” del campo di prigionia di Marsiglia. “Fra poco si compirà una specie di miracolo: per vie diverse ci dirigeremo tutti alla stessa meta.E' tanto grande la gioia di questo momento, che non sembra vero. Abbiamo finito veramente di sospirare e di aspettare? Per questa volta si! Ma non sarà l'ultima volta che avremo sospirato ed aspettato. <strong>La</strong> vita dell'uomo è fatta di sospiri e di attese che, di volta in volta, finiscono, per dar luogo alla gioia dell'arrivo alla meta. Le mete delle piccole vicende quotidiane sono innumerevoli. Ma una grande meta corona tutta la vita. Credente od ateo, uomo che vivi la grande prova, sai che due sono le strade che si possono seguire, due sono le maniere di sospirare e d' aspettare. Sospireremo e aspetteremo ancora, ma, forse mai tanto acerbamente come questa volta. E, dal modo in cui abbiamo superato questa più dura fase dell'esistenza umana, possiamo prevedere come supereremo le prove future. Come cittadini, come padri, come sposi avremo gravi responsab<strong>il</strong>ità e gravi compiti da assolvere. Alcuni di noi troveranno la casa distrutta e dovranno pensare a ricostruirla. Tutti noi troveremo la Patria nostra in rovina e dovremo ricostruirla. Sarà un lavoro lungo e diffic<strong>il</strong>e, che noi potremo soltanto incominciare, lasciando ai nostri figli <strong>il</strong> compito di portarlo a termine. Ma noi getteremo le fondamenta di questa ricostruzione! <strong>La</strong> quale dev' essere anzitutto morale e cominciare da noi stessi. Si esalti in noi e negli altri la legge dell'onore e dell'onestà, si condanni senza reticenze e senza timori, la disonestà e <strong>il</strong> disonore, dovunque si trovino! Si pratichi la via della mutua comprensione, se non della carità evangelica! Si consideri l'umana creatura come opera di Dio, nella quale un'anima è signora e non già schiava del corpo! Solo così saremo sicuri di avere bene incominciato la grande impresa e, solo se avremo gettato la buona semente nell'animo dei nostri figli, potremo essere sicuri del buon raccolto. Il dolore, che tante volte ci hanno provocato le notizie provenienti dalla Patria circa i disordini, le violenze, gli abusi e gli arbitrii commessi al riparo dei più frag<strong>il</strong>i paraventi politici, ci serva a farci praticare nella vita pubblica i sani principi per cui la propria dignità non viene venduta a nessuno, né per capriccio, né per disperazione, né per un tozzo di pane, ma viene conservata integra in ogni caso, nella convinzione che la società umana non deve essere monopolio di nessuno e che, da nessuno, può aspettarsi <strong>il</strong> toccasana per le proprie piaghe, se non da se stessa, organizzata secondo carità e giustizia.” la <strong>Riviera</strong> DOMENICA 1 MAGGIO2011 38 QUADERNI DI PRIGIONIA SEGNI SULLA POLVERE
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