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4<br />

DOMENICA 1<br />

MAGGIO 2010<br />

la settimana<br />

NORDICI E SUDICI<br />

Volpi e faine<br />

GIOCCHINO CRIACO<br />

Stenta, balbetta, ma alla fine,<br />

anche quest'anno, la Primavera<br />

esploderà. Anche la tetra Padania<br />

sarà un po' più allegra, qualche<br />

fiore ornerà <strong>il</strong> paesaggio<br />

cupo. <strong>La</strong> penisola si rivestirà di profumi e<br />

colori, da nord a sud sarà un tripudio d'amore.<br />

I nordici si scalderanno i cuori, e anche i<br />

sudici, pur se dal divano, avranno un rantolo<br />

di passione. Anche gli animali cederanno<br />

al nob<strong>il</strong>e sentimento e tuberanno come<br />

colombe, anche se colombe non sono. Ogni<br />

essere si arrenderà, lieti saranno i cuori.<br />

Unici, ad astenersi, dal rimbambimento<br />

generale, come sempre, saranno volpi e<br />

faine. In loro comanda <strong>il</strong> cervello, che forse<br />

<strong>il</strong> cuore nemmeno lo hanno. <strong>La</strong> vita per loro<br />

è un agguato, perenne. Sono in giro, attorno<br />

ai pollai. E quando <strong>il</strong> controllo allenta,<br />

offuscato dal miele dell'aria, scattano impietose<br />

le fiere a decretare la fine dei polli. Per<br />

dire che un uomo sia scaltro, spesso lo si<br />

accomuna alla volpe o alla faina. Sbagliando,<br />

perché l'intelletto è diverso. <strong>La</strong> faina è<br />

ingegnosa, non furba. Studia <strong>il</strong> pollaio, e<br />

prima o poi ci entra. Quando lo fa è strage,<br />

perché non domina mai l'istinto. Ammazza<br />

tutto quello che incontra, ma via porterà<br />

solo un pollo. Quel pollaio non gli darà più<br />

carne. <strong>La</strong> faina è carnefice e vittima della<br />

sua brama, che si chiama k<strong>il</strong>ling surplus.<br />

Uccide più di quanto gli serve e si ipoteca <strong>il</strong><br />

futuro. <strong>La</strong> volpe che studia <strong>il</strong> pollaio, prima<br />

o poi lo farà suo. Ogni tanto scannerà un<br />

pollo. Con cura sceglierà <strong>il</strong> più mal messo.<br />

Le sue visite saranno rare, strettamente<br />

necessarie. Lei l'istinto lo domina. Ha <strong>il</strong><br />

futuro garantito. E' furba oltre che ingegnosa.<br />

Voi che avete i pollai preferite la volpe<br />

alla faina. Ma si che un pollo ogni tanto lo<br />

potete sostituire. Il trauma non è forte da<br />

farvi rinunciare alle uova. Vi adopererete<br />

per ammazzare la faina, con ogni mezzo, e<br />

prima o poi ci riuscirete. Quindi sudici<br />

meglio essere volpi e pensare al futuro, che<br />

far le faine per un unico pasto. Ma scherzo,<br />

non vi preoccupate, che tanto voi siete polli.<br />

E sia volpe o faina chi vi mangia, sempre in<br />

bocca a qualcuno dovete finire. E forse è<br />

meglio finirci subito che prolungare l'agonia.<br />

Si, morire insieme consola, che <strong>il</strong> male<br />

comune è sempre stato meno doloroso. Il<br />

Sud è un pollaio aperto, senza custodi. Volpi<br />

e faine gli fanno la posta, entrandoci a<br />

turno.<br />

I FORESTALI CONTESTANO IL NUOVO CONTRATTO<br />

Durante l'assemblea organizzata da Fenalf - cub, <strong>il</strong> 28 apr<strong>il</strong>e a Samo,<br />

gli operai idraulico forestali hanno contestato <strong>il</strong> contratto firmato dai<br />

sindacati confederali con la Regione. Carmelo Nucera, segretario<br />

regionale Fenalf, ha proposto di ricorrere al Tar per ricusare <strong>il</strong><br />

contratto.<br />

GIOIA TAURO ABBATTUTE LE TASSE<br />

DI ANCORAGGIO PER RILANCIARE IL PORTO<br />

Il 27 apr<strong>il</strong>e l'Autorità Portuale di Gioia Tauro, del presidente Giovanni<br />

Grimaldi, attraverso una nota stampa ha fatto sapere che: “Il<br />

Comitato portuale ha approvato, all'unanimità, un regolamento<br />

che permette all'Autorità portuale di Gioia Tauro di abbattere fino<br />

al 100% le tasse di ancoraggio per le navi di grandi dimensioni, pari<br />

a 100m<strong>il</strong>a tonnellate e oltre, negli scali portuali che ricadono nella<br />

sua circoscrizione”.<br />

L'obiettivo dichiarato è quello di dotare i propri scali di strumenti<br />

idonei a garantire stab<strong>il</strong>ità nella crescita dei traffici, collegando l'incentivo<br />

alla grandezza delle navi. (P.C.)<br />

Calabria in testa grazie all’euro<br />

di Bruno Gemelli<br />

Jean-Jacques Rousseau preferiva i paradossi ai pregiudizi. E ai suoi tempi non c’era l’euro. Già, perché la moneta<br />

unica ha aumentato i prezzi soprattutto al Sud. Uno studio Istat rielaborato dalla Cgia ci dice che dal 2001 al<br />

marzo 2011 la media italiana di incremento dei prezzi è stata del 22,9 %. E, con somma sorpresa, la Calabria è<br />

la regione che ha subito l’aumento più elevato: + 29,2 %. All’ultimo posto c’è la “carissima” Toscana (+ 20,2<br />

%). Ma, spiega Giuseppe Bortolussi segretario della Cgia di Mestre: «<strong>La</strong> maggior crescita dell’inflazione non deve<br />

essere confusa con <strong>il</strong> costo della vita. Vivere al Nord è molto più costoso che nel Mezzogiorno. Altra cosa, invece,<br />

è analizzare, come abbiamo fatto noi, la dinamica inflattiva registrata in un determinato lasso di tempo. Certo,<br />

l’euro ha le sue responsab<strong>il</strong>ità, ma riteniamo che la forte impennata registrata al Sud sia legata alla base di partenza<br />

dei prezzi che, nel 2001, era molto più bassa nel Mezzogiorno rispetto a quella registrata nel resto del Paese».<br />

Tesi interessante e, in apparenza, sorprendente. Sembri affiorare, al sorgere dell’euro, un approccio, da parte dei<br />

calabresi, privo di critica e controlli. Ma la colpa non è dell’euro che invece ci ha salvati dalla bancarotta. Dunque, nel decennio, c’è stato un<br />

record inflattivo al Sud e un picco in Calabria. Le criticità del Sud si sono anche nutrite del deficit infrastrutturale e della presenza delle organizzazioni<br />

criminali che condizionano molti settori economici e produttivi, alla poca concorrenza nel campo dei servizi e, soprattutto, ad un<br />

sistema distributivo delle merci molto arretrato e poco efficiente. Vediamo qualche dato disaggregato, partendo dalla dinamica inflattiva nel<br />

periodo 2001-2011 per la parte generale che, ripetiamo, ci racconta come la Calabria sia la prima regione d’Italia con un indice del 29,2 %.<br />

Nel capitolo di spesa dedicato ai prodotti alimentari e bevande analcoliche la Calabria è posizionata al secondo posto col 34,0 %. Per le<br />

bevande alcoliche e tabacchi è al terzo posto col 58,6 %. Per l’abbigliamento e calzature è al secondo posto col 31,8 %. Continua la hit parade<br />

inflattiva: abitazione, elettricità e combustib<strong>il</strong>e siamo al 6° posto col 38,5 %; mob<strong>il</strong>i, articoli e servizi per la casa: di nuovo primi col 26,2<br />

%; servizi sanitari e spese per la salute: 10° posto con <strong>il</strong> 3,8 %. Al secondo posto nei trasporti dietro le Marche col 36,2 %. Crolliamo all’ultimo<br />

posto nelle settore delle comunicazioni con meno 34,1 %. Infatti l’unico settore merceologico che ha subito una diminuzione dei prezzi<br />

è stato quello delle comunicazioni (- 27,6%, media nazionale), vale a dire <strong>il</strong> costo dei servizi telefonici e di quelli postali. Restiamo bassi nel<br />

settore cultura e spettacoli, 17° posto, con l’8,7 %. A metà classifica nell’istruzione con <strong>il</strong> 26,1 %, mentre risaliamo al 3° posto nel comparto<br />

alberghiero e ristorativo con <strong>il</strong> 34,4 %. L’ultima tabella, altri beni e servizi, ci vede di nuovo al primo posto con <strong>il</strong> 45,5 % inflattivo nel decennio<br />

esaminato. Conclusione: con una spesa media mens<strong>il</strong>e fam<strong>il</strong>iare pari a 100, le spese per l’abitazione (27,99), per i mob<strong>il</strong>i e gli elettrodomestici<br />

(5,45), per i trasporti (13,76) e per gli altri beni e servizi (assicurazione vita e malattie, servizi finanziari, prodotti per la cura della persona,<br />

etc.) incidono del 58 % sul totale. Gli alimentari, le bevande ed i tabacchi, invece, solo del 18,88 %.

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