Il discernimento nella cultura contemporanea alla luce del ... - ASAAP
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Per questo motivo, in Giovanni, il tempo presente è valorizzato più che negli altri evangelisti,<br />
è il tempo d’attualizzazione <strong>del</strong> mistero, <strong>del</strong>la scelta <strong>del</strong>la via lucis da percorrere nell’incontro col<br />
Cristo; non a caso il IV Vangelo è ritenuto il Vangelo “sacramentale” per eccellenza, in quanto il<br />
Cristo è presente <strong>nella</strong> Chiesa e continua a rimanere il vivente: «E il giudizio è questo: la <strong>luce</strong> è<br />
venuta nel mondo» (3,19).<br />
2.3.2 Una <strong>luce</strong> soteriologica<br />
L’autorivelazione esclusiva di Gesù ha un’importanza decisiva per il destino <strong>del</strong>l’uomo, Gesù,<br />
infatti, dichiara di voler sottrarre il mondo da ricerche di salvezza temporanee ed alienanti<br />
donandosi definitivamente come la <strong>luce</strong> <strong>del</strong>la vita. <strong>Il</strong> v. 12 illustra chiaramente che la proclamazione<br />
solenne di Gesù è una realtà al contempo rivelatoria e soteriologica: Gesù rivela se stesso, la sua<br />
identità, la sua missione; identità che è per noi e missione che è salvifica nei nostri confronti,<br />
chiamando quindi in causa l’accoglienza <strong>del</strong>la fede. 39 <strong>Il</strong> Cristo è la <strong>luce</strong> per l’uomo, è colui che, in<br />
quanto <strong>luce</strong> definitiva, sconfigge le tenebre nel momento più buio <strong>del</strong>la notte dei tempi, che<br />
smaschera il progetto <strong>del</strong> Maligno portandolo <strong>alla</strong> <strong>luce</strong> e, vincendo la morte proprio dove la morte<br />
sembrava avere in pugno la vittoria, dona la vita. È interessante notare, infatti, che Gesù si presenta<br />
sempre come <strong>luce</strong> di qualche cosa, <strong>luce</strong> <strong>del</strong>la vita, degli uomini, <strong>del</strong> mondo. Ricorda sempre<br />
Scnackenburg:<br />
«la <strong>luce</strong>, infatti, non è una realtà chiusa in se stessa, ma aperta, è una <strong>luce</strong> per, una <strong>luce</strong> che rischiara<br />
qualcuno. Ed è una <strong>luce</strong> universale. Da questo si può comprendere la distanza che separa la concezione<br />
di Giovanni d<strong>alla</strong> concezione gnostica.». 40<br />
La <strong>luce</strong> di Cristo, a differenza <strong>del</strong>l’illuminazione gnostica, richiede un’accoglienza attiva da<br />
parte dei destinatari, un’accoglienza che non può limitarsi ad un’adesione intellettuale ma esige un<br />
impegno esistenziale, ben espresso da Giovanni <strong>nella</strong> sequela Christi. 41 Giovanni chiede al<br />
discepolo di seguire Gesù, di «camminare <strong>nella</strong> <strong>luce</strong>», di compiere un itinerario d’illuminazione<br />
<strong>nella</strong> via lucis, quel cammino che abbiamo visto tracciato nell’episodio <strong>del</strong> cieco nato e che consiste<br />
nel seguire Colui che conduce dalle tenebre <strong>alla</strong> <strong>luce</strong>, Colui che, in definitiva, è «il mo<strong>del</strong>lo assoluto<br />
di ciò che l’uomo stesso è chiamato a divenire.». 42<br />
2.3.3 Una funzione critica<br />
Conseguenza <strong>del</strong>la rivelazione pubblica <strong>del</strong> Cristo-Luce è che le opere <strong>del</strong>l’uomo vengono<br />
“<strong>alla</strong> <strong>luce</strong>”, e quindi la sua origine; il Rivelatore ha una funzione critica perché svela l’uomo a se<br />
stesso e rende pubblico lo stato in cui egli si trova, la sua “provenienza” (nel senso giovanneo <strong>del</strong><br />
termine). Le opere dei Giudei, lungo tutto lo svolgimento <strong>del</strong>la festa, rivelano che essi non hanno né<br />
Dio né Abramo per padre, e le opere dei Farisei nel processo al cieco nato rivelano che essi non<br />
sono discepoli di Mosè, ma sono “dal diavolo” (evk tou/ diabo,lou). <strong>Il</strong> motivo per cui il “mondo”<br />
rifiuta Gesù è perché egli svela la sua malvagità, porta <strong>alla</strong> <strong>luce</strong> il disegno omicida di Satana, la sua<br />
regia mortifera, come Gesù stesso <strong>del</strong> resto ha ricordato nel suo dialogo notturno con Nicodemo:<br />
«Chiunque infatti fa il male, odia la <strong>luce</strong> e non viene <strong>alla</strong> <strong>luce</strong>, perché non siano svelate le sue<br />
opere.» (3,20). <strong>Il</strong> Cristo-Luce porta una divisione, un <strong>discernimento</strong> (kri,ma), che assume le<br />
sembianze di una sentenza giudiziaria. 43<br />
39<br />
Cf. B. MAGGIONI, I Vangeli, 1470-1471.<br />
40<br />
Ivi; cf. R. SCHNACKENBURG, <strong>Il</strong> vangelo…, II, 325.<br />
41<br />
Cf. X. LÈON-DUFOUR, Lettura…,II, 329-330.<br />
42<br />
Ivi.<br />
43<br />
Cf. R. SCHNACKENBURG, <strong>Il</strong> vangelo…, II, 432: «La sua venuta significa un kri,ma, vale a dire una “sentenza”, una<br />
“decisione giudiziaria”, qui equivalente a kri,sij. Gesù di fatto compie il kri,nein. L’opera di giudice di cui si era parlato<br />
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