Il discernimento nella cultura contemporanea alla luce del ... - ASAAP
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Sullo sfondo, evidentemente, torna il racconto <strong>del</strong>l’inganno <strong>del</strong> serpente ai danni di Eva,<br />
paradigma <strong>del</strong>la strategia <strong>del</strong> Maligno, (Gen 3,13). Commenta sempre Schnackenburg:<br />
«Anche la frase successiva dovrebbe riferirsi ancora al diavolo. […] Gesù (evgw. de,: v. 45) che parla la<br />
verità, si contrappone al diavolo, che pratica continuamente (o[tan) la menzogna, attingendo “al suo”, al<br />
possesso (cf. 1,11), e all’essere (cf. 15,19) che sono suoi propri. Però questa affermazione sul diavolo è<br />
fatta con l’occhio rivolto ai figli <strong>del</strong> diavolo, che si addossano i desideri <strong>del</strong> loro padre e ad essi<br />
partecipano (v. 44a). Qui non si pensa ad un’ispirazione <strong>del</strong> diavolo (v. 38); piuttosto s’intende<br />
affermare che come il diavolo parla la menzogna, e per la sua interiore natura non può fare altro, così<br />
fanno anche gli uomini che sono caduti in preda ai suoi desideri (cf. 48). Egli è un mentitore e il padre<br />
“di essa” (la menzogna) […] è l’immagine primigenia di ogni atteggiamento contro Dio, che è<br />
caratterizzato d<strong>alla</strong> “menzogna”.». 63<br />
CONCLUSIONE<br />
Le pagine <strong>del</strong> IV Vangelo ci hanno condotto progressivamente ad una comprensione più<br />
ampia e profonda <strong>del</strong>la vicenda storica di Gesù e dei suoi contemporanei e hanno, al contempo,<br />
gettato quei ponti che ci permettono di arrivare a <strong>del</strong>ineare alcune coordinate essenziali di ciò che<br />
riguarda il cammino d’ogni singolo uomo alle prese con l’occupazione più seria e inderogabile <strong>del</strong>la<br />
sua vita: il fine ultimo. L’itinerario descritto da Giovanni, il pellegrinaggio di Gesù dal Padre al<br />
Padre, non è un importante resoconto di cronaca, ma la vocazione che ogni uomo cerca di realizzare<br />
nel segmento di tempo <strong>del</strong>la sua esistenza. Tale tragitto, tuttavia, non si offre come un semplice e<br />
dolce cammino in discesa, senza difficoltà o conquiste, ma assume sovente i connotati di una vera e<br />
propria lotta, un itinerario dove le dimensioni <strong>del</strong> <strong>discernimento</strong>, <strong>del</strong>la decisione e <strong>del</strong>la vigilanza<br />
s’intrecciano continuamente tentando di <strong>del</strong>ineare la direzione verso cui l’uomo è naturalmente<br />
attratto, la Luce. La vicenda di Gesù, il cammino <strong>del</strong> cieco nato, l’accecamento di Giuda, l’ostilità<br />
dei Giudei, ci fanno intuire che la <strong>luce</strong> è un dono che si accoglie “a caro prezzo”, non senza una<br />
precisa e decisa scelta di lasciarsi avvolgere da questa <strong>luce</strong>, in quanto l’uomo è ostacolato <strong>nella</strong> sua<br />
via lucis dall’operativa forza <strong>del</strong> male, da Satana, il principe <strong>del</strong>le tenebre. La Costituzione<br />
pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, Gaudium et spes, <strong>nella</strong> sua descrizione <strong>del</strong>la<br />
creatura umana, non tralascia questo dato fondamentale che l’uomo individuale trova <strong>nella</strong> sua<br />
coscienza e l’uomo sociale scopre nel mondo:<br />
«Così l’uomo si trova in se stesso diviso. Per questo tutta la vita umana, sia individuale che collettiva,<br />
presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la <strong>luce</strong> e le tenebre. Anzi l’uomo si<br />
trova incapace di superare efficacemente da se medesimo gli assalti <strong>del</strong> male, così che ognuno si sente<br />
come incatenato.». 64<br />
Abbiamo avuto modo di rilevare <strong>nella</strong> lettura di alcuni passi <strong>del</strong> IV Vangelo come Giovanni<br />
pensi, si esprima e scriva in modo duale. <strong>Il</strong> IV Vangelo, infatti, è costellato di dualismi, tanto da<br />
poter considerare tale visuale una struttura portante <strong>del</strong> testo: l’uomo di Giovanni è posto di fronte<br />
ad un aut-aut, ad una scelta, è chiamato a decidersi. Nel “Vangelo spirituale” non esiste una terza<br />
via, una via di mezzo, poiché l’uomo è posto di fronte <strong>alla</strong> gravità <strong>del</strong>la sua vita, è invitato a<br />
«camminare mentre si ha la <strong>luce</strong>» (12,35), e l’obiettivo indicato dall’evangelista è di «diventare figli<br />
<strong>del</strong>la <strong>luce</strong>» (12,36).<br />
63 Ivi, 385-386.<br />
64 GS, 13 (EVat 1/1361).<br />
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