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Il discernimento nella cultura contemporanea alla luce del ... - ASAAP

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«<strong>Il</strong> matrimonio, quantunque invenzione <strong>del</strong> Nemico, ha le sue utilità. Vi devono essere diverse giovani<br />

donne nel quartiere <strong>del</strong> tuo paziente che gli renderebbero la vita cristiana difficilissima, se tu soltanto<br />

riuscissi a convincerlo a sposarne una. Mandami, ti prego, una relazione di ciò la prima volta che mi<br />

scriverai. Intanto abbi ben chiaro in testa che questo stato di innamorarsi non è, in se stesso,<br />

necessariamente favorevole né a noi né all’altra parte. È soltanto un’occasione che tanto noi quanto il<br />

nostro Nemico tentiamo di sfruttare. Come la maggior parte <strong>del</strong>le altre cose intorno a cui gli uomini si<br />

eccitano, quali la salute e la malattia, la vecchiaia e la giovinezza, oppure la guerra e la pace, dal punto<br />

di vista <strong>del</strong>la vita spirituale è soltanto materia prima.<br />

Tuo affezionatissimo zio Berlicche. (Lettera XIX).». 106<br />

La funzione negativa <strong>del</strong> Maligno raggiunge il vertice <strong>del</strong>la malvagità e <strong>del</strong>la mala fede<br />

quando si concentra nel tentativo di corrompere la vita di fede di un uomo in leale ricerca <strong>del</strong>la<br />

comunione con Dio. L’opera <strong>del</strong> Maligno tenta in questo caso di condurre <strong>alla</strong> perdizione la<br />

creatura impegnata <strong>nella</strong> sequela Christi proprio facendo leva sulla sua vita spirituale. La libertà<br />

<strong>del</strong>l’uomo, infatti, rappresenta un limite invalicabile per il Maligno che non può nulla di fronte <strong>alla</strong><br />

sua scelta autonoma per il Bene e la Luce, tuttavia la malvagità <strong>del</strong>la sua strategia giunge fino al<br />

punto di tentare di inquinare gli stessi strumenti che la creatura utilizza per crescere <strong>nella</strong> fede. Un<br />

brano <strong>del</strong> testo scelto mette in <strong>luce</strong> il tentativo <strong>del</strong> Maligno di “corrompere” la vita spirituale stessa<br />

<strong>del</strong>l’uomo:<br />

«Mio caro Malacoda,<br />

per mezzo di questa ragazza (la nuova fidanzata) e <strong>del</strong>la sua disgustosa famiglia il paziente viene a<br />

conoscere ogni giorno un numero sempre maggiore di cristiani e di cristiani molto intelligenti. Ci vorrà<br />

molto tempo prima che sia possibile allontanare la spiritualità d<strong>alla</strong> sua vita. Benissimo: allora<br />

dobbiamo corromperla. Senza dubbio avrai fatto spesso esercizi di trasformazione in angelo di <strong>luce</strong><br />

<strong>nella</strong> piazza d’armi. Ora è giunto il tempo di farlo in faccia al Nemico. <strong>Il</strong> Mondo e la Carne ci sono<br />

venuti a mancare; rimane un terzo Potere. E il successo in questo terzo genere è il più glorioso di tutti.<br />

Un santo rovinato, un fariseo, un inquisitore, o un mago, sono all’Inferno uno sport migliore che non<br />

un tiranno o un vizioso comuni. (Lettera XXIII).». 107<br />

Un quarto tratto che caratterizza l’educazione amorale di Berlicche consiste addirittura<br />

nell’individuazione di alcuni pericoli che devono essere assolutamente evitati per evitare la<br />

sconfitta <strong>nella</strong> guerra <strong>alla</strong> conquista <strong>del</strong>l’uomo e, tra questi, il pericolo certamente maggiore è<br />

rappresentato d<strong>alla</strong> preghiera. La tecnica di distorcere la vita spirituale risulta essere un ripiego che<br />

porta <strong>alla</strong> <strong>luce</strong> il fatto che il Maligno si trova a combattere una vera e propria lotta in un terreno<br />

avversario, a lui superiore. Per questo motivo Malacoda è esplicitamente istruito circa<br />

l’obbligatorietà di distrarre il paziente da ogni tipo di preghiera:<br />

«La cosa migliore, se fosse possibile, sarebbe di tenere il paziente completamente lontano da qualsiasi<br />

seria intenzione di pregare. Quando il paziente è un adulto riconvertito da poco al partito <strong>del</strong> Nemico,<br />

come il tuo giovanotto, la cosa migliore è di incoraggiarlo a ricordare, o di fargli pensare che ricorda il<br />

modo pappagallesco con il quale pregava quand’era fanciullo. Come reazione a ciò lo si potrebbe<br />

persuadere e tendere a qualcosa che sia <strong>del</strong> tutto spontaneo, interiore, non formalistico, non<br />

regolarizzato. Ciò, per un principiante come lui, significherebbe di fatto un sforzo per produrre in se<br />

stesso un umore vagamente devoto in cui non avrebbe parte alcuna la vera concentrazione <strong>del</strong>la<br />

volontà e <strong>del</strong>l’intelletto. […] Ma è chiaro che nel frattempo il Nemico non starà a guardare. Dove c’è<br />

preghiera c’è il pericolo <strong>del</strong>la sua azione immediata. (Lettera IV).». 108<br />

106 Ivi, 79-80.<br />

107 Ivi, 93.<br />

108 Ivi, 19.<br />

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