Il discernimento nella cultura contemporanea alla luce del ... - ASAAP
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1.2.1 La <strong>luce</strong> <strong>del</strong>la vita<br />
Se il Vangelo è riassunto interamente nelle battute iniziali <strong>del</strong> Prologo, a fortori possiamo<br />
vedere come il Prologo è a sua volta riassunto ed enunciato nel tema <strong>del</strong>la <strong>luce</strong>. Poche scarne ma<br />
illuminanti parole dipingono già dai primi versetti con precisione il nucleo essenziale <strong>del</strong> Vangelo:<br />
«In lui era la vita<br />
e la vita era la <strong>luce</strong> degli uomini;<br />
e la <strong>luce</strong> splende nelle tenebre,<br />
ma le tenebre non l’hanno accolta.» (1,4-5).<br />
La vita e la <strong>luce</strong> sono due concetti che troviamo sempre associati <strong>nella</strong> Sacra Scrittura, anche<br />
se il primo risulta il termine principale ed il secondo si pone a livello d’esplicitazione. 13 La <strong>luce</strong> è il<br />
simbolo che più si confà <strong>alla</strong> natura <strong>del</strong>l’uomo per la comprensione <strong>del</strong> mistero <strong>del</strong>la vita; la <strong>luce</strong>,<br />
necessaria per vivere, è la migliore metafora poetica <strong>del</strong>la vita. La gioia di una nascita, non a caso,<br />
viene salutata con l’espressione “venire <strong>alla</strong> <strong>luce</strong>”, la sussistenza <strong>del</strong> cosmo e <strong>del</strong>la natura non<br />
sarebbero possibili senza il calore ed il colore <strong>del</strong>la <strong>luce</strong>; la metafora <strong>del</strong>la <strong>luce</strong>, infine, non si<br />
esaurisce nel campo biologico ma si estende fino <strong>alla</strong> sfera intellettuale, razionale e morale, una vita<br />
piena viene considerata una vita illuminata. 14 Giovanni, dopo aver dipinto con tratti poetici il<br />
mistero di Dio prima <strong>del</strong> tempo e fondamento d’ogni vita in senso assoluto: «e la vita era la <strong>luce</strong><br />
degli uomini» (h=n) 15 , quando si rivolge a contemplare il mistero <strong>del</strong>la vita nel suo affacciarsi sulla<br />
sfera umana e creata, inserisce il discorso sulla <strong>luce</strong>: la vita si comunica attraverso la mediazione<br />
<strong>del</strong>la <strong>luce</strong>, la <strong>luce</strong> è il modo di farsi presente, <strong>del</strong>la vita, di Dio stesso. <strong>Il</strong> versetto 5 rappresenta per il<br />
lettore una condensata meditazione di verità teologiche, fondamentale tanto per la dogmatica quanto<br />
per la morale. È doveroso considerare che ci troviamo di fronte ad un cambiamento di tempo<br />
verbale, Giovanni passa dall’uso <strong>del</strong>l’imperfetto all’uso <strong>del</strong> presente e <strong>del</strong>l’aoristo. In tale<br />
precisazione grammaticale risiede la chiave d’accesso al mistero presentato in poche parole e sul<br />
quale sono stati scritti fiumi d’inchiostro:<br />
«la <strong>luce</strong> splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta». 16<br />
Innanzitutto Giovanni è passato a descrivere ciò che avviene sul piano temporale e creato, ed è<br />
interessante notare che la prima battuta è impiegata per proclamare che la <strong>luce</strong> vince sulle tenebre: il<br />
riverbero <strong>del</strong>la <strong>luce</strong> <strong>del</strong> mattino di Pasqua ha debellato la notte oscura definitivamente.<br />
L’evangelista può proclamare tale verità con solennità e trionfo poiché ha di fronte a sé la<br />
contemplazione <strong>del</strong> Logos divino che si è incarnato in Gesù di Nazaret, colui che parlò dicendo di<br />
se stesso nel cuore <strong>del</strong>la Festa <strong>del</strong>le Capanne: «Io sono la <strong>luce</strong> <strong>del</strong> mondo; chi segue me, non<br />
camminerà nelle tenebre, ma avrà la <strong>luce</strong> <strong>del</strong>la vita.» (Gv 8,12).<br />
13 Cf. R. SCHNACKENBURG R., <strong>Il</strong> vangelo…, I, 304.<br />
14 Cf. X. LÈON-DUFOUR, Lettura…, I, 129: «Che la <strong>luce</strong> in senso fisico sia l’ambiente necessario all’esistenza e allo<br />
sviluppo <strong>del</strong>la vita è un dato di esperienza che la Bibbia registra di buon grado, e la parola “<strong>luce</strong>” a volte esprime il<br />
semplice fatto di essere in vita, come in Gb 3,20. Perciò il simbolismo propriamente detto <strong>del</strong>la <strong>luce</strong>, che <strong>nella</strong> Bibbia si<br />
estende ad una gamma molto vasta, evoca un’illuminazione che non è di ordine esclusivamente intellettuale.<br />
Riferendosi a un’esperienza religiosa, la metafora convoglia valori esistenziali di salvezza, o anche di comportamento<br />
morale.».<br />
15 L’uso <strong>del</strong>l’imperfetto ci porta al di fuori <strong>del</strong> tempo, nel “tempo” <strong>del</strong>l’eternità. Cf. R. SCHNACKENBURG, <strong>Il</strong> vangelo…,<br />
I, 293: «Lo h=n, detto da coloro che credono in Cristo, esprime la medesima cosa che Cristo dice di sé in 8,58 con un<br />
presente fuori <strong>del</strong> tempo: “Prima che Abramo fosse, io sono”. “In principio” significa nient’altro che l’essere eterno<br />
senza fine.».<br />
16 Cf. ivi, 309: «Le difficoltà di questo versetto, il presente fai,nei e l’aoristo kate,laben, che portano su un piano<br />
temporale diverso da quello <strong>del</strong>l’h=n <strong>del</strong> v. 4, si risolvono con estrema facilità se si considera il v. 5 come una<br />
digressione <strong>del</strong>l’evangelista, il quale medita sulla <strong>luce</strong> <strong>del</strong> Logos che illumina l’umanità.».<br />
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