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marted 1 - Centro Sperimentale di Cinematografia

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dell’arte, l’evanescenza della voce, la decadenza della cultura del melodramma e,<br />

forse, su Maria Callas, <strong>di</strong> cui si afferra non la cronaca, ma lapilli dell’arte, del<br />

carattere, della potenza tenebrosa e greca. Fanny Ardant scrive se stessa sul corpo<br />

fotografico della Callas, accettando la sfida (immensa) del primo piano doppiato.<br />

Non è un santino. Inventando un episo<strong>di</strong>o della sua vita a un anno dalla morte, nel<br />

“bicchiere mezzo pieno” Zeffirelli trova una via possibile all’impossibile» (Danese).<br />

ore 20.00<br />

Backstage <strong>di</strong> Medea (1969, 23’)<br />

ore 20.30<br />

Incontro con Italo Moscati<br />

a seguire<br />

Non solo voce. Trent’anni dalla morte <strong>di</strong> Maria Callas (2007)<br />

Regia: Italo Moscati; testi: I. Moscati; montaggio: Lorenzo Ciccinato; origine: Italia;<br />

produzione: Rai - Speciali del Tg1; durata: 70’<br />

Un racconto e un’inchiesta su Maria Callas, morta il 16 settembre 1977 nella sua<br />

casa <strong>di</strong> Parigi. Sono trascorsi trent’anni da una scomparsa ancora avvolta dal<br />

mistero, le circostanze non sono mai state ben chiarite: una fine improvvisa dovuta a<br />

un inesorabile malore o un suici<strong>di</strong>o, come molti giornali continuano a ricordare?<br />

Lo special <strong>di</strong> Italo Moscati parte dalla morte della Callas, e in particolare dal lancio<br />

delle ceneri della cantante nel Mare Egeo secondo la precisa <strong>di</strong>sposizione della<br />

cantante, per riesaminare una biografia sempre colma d’interesse e per cercare oggi<br />

il senso dell’esistenza della Callas a tanta <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo dalla sua scomparsa.<br />

«Mentre Maria prende parte alle riprese <strong>di</strong> Medea <strong>di</strong> Pier Paolo Pasolini, a un<br />

giornalista che le domanda come sarà la “sua” Medea lei risponde come se fosse<br />

stupita <strong>di</strong> sentirsi porre la domanda: “Ma come Medea”; intende <strong>di</strong>re che non<br />

tra<strong>di</strong>rà il personaggio della trage<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Euripide, gran greco come lei. Poi, il<br />

giornalista continua l’intervista e le chiede: “Sarà una Medea perfetta?”. Maria lo<br />

guarda ancora più stupita e risponde con un sorriso: “Io non sono mai perfetta”.<br />

[…] “Perfetta”, una parola che mi ha stimolato a cercare. Non volevo fare un film<br />

doc che ripetesse fino allo sfinimento il piacere e l’emozione che la voce <strong>di</strong> Maria<br />

continua a dare a tutti, me compreso. Non volevo neppure fermarmi troppo,<br />

prigioniero del gusto del gossip, su certe parti della sua biografia e soprattutto dei<br />

suoi amori. Non volevo infine <strong>di</strong>ventare prigioniero del clima che si crea intorno a un<br />

grande personaggio quando, a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> tempo (trent’anni nel caso <strong>di</strong> Maria),<br />

l’obbligo dei me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> ricordare un idolo del pubblico può contribuire a una caccia<br />

al romanzesco, al particolare ine<strong>di</strong>to non sempre davvero ine<strong>di</strong>to, al gioco della<br />

scoperta o della riscoperta. Volevo raccontare e interpretare Maria secondo i venti<br />

che spirano nella sua terra <strong>di</strong> origine» (Moscati).<br />

Ingresso gratuito<br />

a seguire

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