marted 1 - Centro Sperimentale di Cinematografia
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Darrieux, Michel Piccoli, Emmanuelle Riva, Olivier Hussenot, Bernard Tiphaine,<br />
Florence Guerfy, Jean-Jacques Lagarde; origine: France/Canada; produzione: Les<br />
Films de la Pléiade, Sofracima, Soquema inc.; durata: 99’; v.o.; sott. it.<br />
Venticinque anni dopo la fine della seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, Bruno Capri,<br />
collaborazionista non scoperto della Gestapo, torna a Bordeaux e <strong>di</strong>venta l’amante<br />
<strong>di</strong> Sophie, la sorella <strong>di</strong> un resistente tra i molti da lui denunciati anni prima e che<br />
hanno trovato la morte. Sebbene abbia subito un’operazione <strong>di</strong> chirurgia estetica, la<br />
vedova della sua vittima crede <strong>di</strong> riconoscerlo… «On se méprendrait en ne<br />
considérant Le Coup de grâce que comme un récit d’action. En réalisant son premier<br />
film, Jean Cayrol [en collaboration avec] Claude Durand retrouve les thèmes de son<br />
œuvre de poète et de romancier: les images de la mémoire viennent recouvrir celles<br />
de la perception» (Pierre Mazars).<br />
lunedì 28<br />
chiuso<br />
<strong>marted</strong>ì 29<br />
ore 18.00<br />
La morte viene dallo spazio (1958)<br />
Regia: Paolo Heusch; soggetto: Virgilio Sabel; sceneggiatura: Marcello Coscia,<br />
Alessandro Continenza; fotografia: Mario Bava; musica: Carlo Rustichelli; interpreti:<br />
Paul Hubschmid, Madaleine Fischer, Fiorella Mari, Ivo Garrani, Dario Michaelis,<br />
Gérard Landry; produzione: Royal Film, Lux Film; origine: Italia/Francia; durata: 82’<br />
Primo film italiano <strong>di</strong> fantascienza ed esor<strong>di</strong>o nella regia per Paolo Heusch, La<br />
morte viene dallo spazio è considerato come uno dei migliori film <strong>di</strong> genere nostrani.<br />
Il razzo XZ viene lanciato verso la Luna ma per un’avaria perde la rotta ed entra in<br />
collisione con alcuni asteroi<strong>di</strong> che conseguentemente puntano inesorabili contro la<br />
Terra. La fotografia e gli effetti speciali sono <strong>di</strong> Mario Bava. «La trama è ideata<br />
molto ingegnosamente e la tensione che l’azione suscita va aumentando e non viene<br />
meno fino alla conclusione» (Albertazzi).<br />
ore 19.30<br />
Terrore nello spazio (1965)<br />
Regia: Mario Bava; soggetto: da Una notte <strong>di</strong> 21 ore <strong>di</strong> Renato Pestriniero;<br />
sceneggiatura: Ib Melchior, Alberto Bevilacqua, Callisto Cosulich, M. Bava, Anton<br />
Romàn, Rafael J. Salvia; fotografia: Antonio Rinal<strong>di</strong>; musica: Gino Marinuzzi Jr.;<br />
montaggio: Antonio Gimeno, Romana Fortini; interpreti: Barry Sullivan, Norma<br />
Bengell, Angel Aranda, Evi Maran<strong>di</strong>, Fernando Villena, Stelio Candelli; origine:<br />
Italia/Spagna/Usa; produzione: Italian International Film, Castilla Cooperativa<br />
Cinematografica, American International Pictures; durata: 88’<br />
La fantascienza all’italiana secondo Mario Bava, fra astronavi che scompaiono, un<br />
pianeta dai poteri magici, scheletri e alieni. «Per Terrore nello spazio non avevo<br />
nulla, ma veramente nulla a <strong>di</strong>sposizione. Dico, c’era il teatro <strong>di</strong> posa, tutto vuoto e<br />
squallido perché mancavano i sol<strong>di</strong>: avrebbe dovuto rappresentare un pianeta. Che