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14 27 marzo<br />
02 aprile 2010 Media<br />
Consumi ed emissioni: notizie non conformi<br />
“<strong>La</strong> pubblicità<br />
delle auto<br />
è… fuorilegge”<br />
L’accusa delle onlus Terra!: le campagne<br />
promozionali non rispettano il regolamento<br />
del 2003 basato su una direttiva europea.<br />
Poca evidenza all’inquinamento da CO 2<br />
D<br />
alle emissioni fuori da ogni parametro<br />
ragionevole alla pubblicità illegale, nel<br />
mirino c’è sempre l’anidride carbonica.<br />
Nell’ultimo numero <strong>La</strong> <strong>Gazzetta</strong> dell’Economia<br />
(scaricabile in formato pdf registrandosi su www.<br />
gazeco.it) ha messo in luce le pecche dell’Italia in<br />
materia di emissioni di CO . I dati negativi, riporta-<br />
<br />
ti in un rapporto di Legambiente, denunciavano il<br />
trend negativo degli ultimi anni. Il Belpaese dal<br />
a oggi è passato dal quinto al terzo posto e<br />
invece di ridurre del ,% le emissioni di anidride<br />
carbonica, come previsto dal Protocollo di Kyo-<br />
to, le ha aumentate del ,%. Il fattore inquinante<br />
più incisivo – si sottolineava nel servizio - è stato<br />
l’aumento dei consumi per i trasporti, con un<br />
+% dal a oggi. Ed è diretta proprio a questo<br />
settore l’ultima denuncia di un’associazione<br />
ambientalista, “Terra!”, che ha preso di mira le<br />
campagne promozionali “illegali” delle autovetture<br />
nuove.<br />
L’accusa della onlus, messa nero su bianco nel<br />
rapporto “Venditori di fumo” (disponibile sul sito<br />
www.terraonlus.it), è rivolta alle case automobilistiche,<br />
ree di non rispettare il D.P.R. febbraio<br />
n. di attuazione della direttiva europea<br />
//CE sulla disponibilità di informazioni sul<br />
risparmio di carburante e sulle emissioni di CO da<br />
fornire ai consumatori nella commercializzazione<br />
di autovetture nuove.<br />
Il decreto impone che nelle pubblicità (murali<br />
o su carta stampata, non degli altri mezzi di<br />
comunicazione come ad esempio la tv) e nelle<br />
concessionarie siano presenti informazioni sul<br />
consumo di carburante e sulle emissioni di CO <br />
dei veicoli. E nell’allegato IV specifi ca che “tali<br />
informazioni devono essere di facile lettura e<br />
con la stessa evidenza rispetto alle informazioni<br />
principali (...) e facilmente comprensibili anche<br />
a una lettura superfi ciale”. Una norma con il<br />
doppio interesse della tutela dei consumatori e<br />
dell’ambiente. Che tuttavia – è l’accusa di Terra!<br />
- con l’eccezione dei punti vendita dove le informazioni<br />
sono quasi sempre presenti ed evidenti,<br />
per quanto riguarda le inserzioni pubblicitarie in<br />
alcuni casi non è rispettata e nella maggior parte<br />
degli altri è aggirata.<br />
Nello studio redatto in prima versione a luglio<br />
(ma basato su un’indagine svolta a fra marzo<br />
e aprile su insersioni su cartelloni, carta<br />
stampata e riviste specializzate) è stato evidenziato<br />
come il “% delle pubblicità è illegale”. <strong>La</strong><br />
stessa indagine è stata replicata lo scorso febbraio<br />
su un campione più ridotto di inserzioni corrispondenti<br />
a modelli pubblicizzati da poco più<br />
di case automobilistiche, ma il risultato è stato<br />
pressapoco lo stesso: % di pubblicità illegale.<br />
In realtà sono poche le inserzioni che non presentano<br />
informazioni sui consumi e sulle emissioni<br />
di CO , circa il %. E quasi tutte sono concentra-<br />
te sui x, i manifesti più grandi posti per strada.<br />
Le altre i dati li presentano, ma con un corpo carattere<br />
molto più piccolo rispetto a quello dei testi<br />
principali, quindi quasi illeggibili a uno sguardo<br />
disattento. “Una pratica in violazione”, sostiene<br />
Terra, di quanto previsto dal citato allegato IV del<br />
decreto (nell’intervista a destra il parere legale<br />
dell’avvocato <strong>La</strong>ura Tota) che parla di “stessa evidenza<br />
rispetto alle informazioni principali”. Alla<br />
quale viene opposta, come sostiene la Camera di<br />
Commercio di Bari (gli enti camerali sono deputati<br />
dal decreto alla vigilanza) nell’articolo della<br />
pagina accanto, l’impossibilità di agire a causa<br />
della genericità della norma che ne rende troppo<br />
ampia l’interpretazione.<br />
Dall’indagine emerge che le informazioni non<br />
corrette riguardano il % delle campagne promozionali<br />
di quasi tutte le case automobilistiche,<br />
con l’eccezione di qualcuna. Le virtuose sarebbero<br />
Honda (solo il % di pubblicità non conforme),<br />
Mercedes Benz (%), BMW (%), Suzuki (%) e<br />
DR (%). “Appare evidente - continua Terra! - che<br />
con l’eccezione della DR, si tratta di pubblicità di<br />
modelli in buona parte a basse emissioni. Questo<br />
è sintomatico dell’approccio “scientifi co” con cui<br />
vengono scelte le informazioni da evidenziare”.<br />
Il risultato è che l’Italia è stata messa in mora da<br />
parte della Commissione Europea.<br />
A chiudere il cerchio ci sono le sanzioni previste<br />
dal decreto, “non adeguate” ad agire da<br />
deterrente. In caso di omessa o incompleta informazione<br />
le case automobilistiche pagano da <br />
a . euro.<br />
ALESSANDRO DI PIERRO<br />
L’avv. Tota – Legge chiara<br />
“Così ingannano<br />
i consumatori”<br />
orma chiara o ambigua? Il<br />
Nnodo in cui da ormai sette<br />
anni è bloccata la piena applicazione<br />
del dpr del febbraio<br />
, n. , recante il Regolamento<br />
di attuazione della direttiva<br />
//CE è <strong>tutto</strong> qui. È<br />
un nodo interpretativo in cui le<br />
visioni di associazioni ambientaliste<br />
e dei consumatori da un lato,<br />
case automobilistiche e Camere<br />
di Commercio (incaricate di vigilare)<br />
dall’altro, sono diametralmente<br />
opposte.<br />
Come si traduce in fatti quel<br />
“di facile lettura” indicato dal regolamento?<br />
Per i primi, portando<br />
grafi camente i dati su consumi<br />
ed emissioni di CO allo stessa<br />
<br />
grandezza dei messaggi principali,<br />
come per altro indica il dpr<br />
parlando di “stessa evidenza rispetto<br />
alle informazioni principali”;<br />
per i secondi, semplicemente<br />
LAURA MARIA PIA TOTA<br />
inserendo queste informazioni<br />
sul materiale promozionale,<br />
seppur con un formato grafi co<br />
minore. <strong>Di</strong> mezzo - come spesso<br />
accade - gli acquirenti, che non<br />
godono del diritto a un’informazione<br />
chiara promosso dalla direttiva<br />
europea.<br />
Abbiamo chiesto all’avvocato<br />
<strong>La</strong>ura Maria Pia Tota, responsabile<br />
provinciale BAT di Confconsumatori,<br />
un parere legale sulle<br />
possibili interpretazioni.<br />
Avvocato Tota, quanto può<br />
essere aperta la lettura del regolamento?<br />
“L’art. del dpr chiarisce che<br />
le informazioni contenute nel<br />
materiale promozionale e pubblicitario<br />
delle autovetture devono<br />
‘essere di facile lettura e con la<br />
stessa evidenza rispetto alle informazioni<br />
principali fornite nel