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Di tutto - La Gazzetta dell'Economia

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28 27 marzo<br />

02 aprile 2010 Università<br />

uni<br />

latesisulgiornale<br />

In questa pagina, dedicata ai laureati di Puglia e Basilicata, pubblichiamo le migliori tesi su temi di economia,<br />

marketing e comunicazione che vengono discusse nelle Università di <strong>tutto</strong> il mondo allo scopo di far conoscere<br />

all’imprenditoria le energie più vivaci dei giovani che aff rontano il delicato periodo post-universitario. Studenti e<br />

docenti che volessero segnalare tesi attinenti ai temi dell’economia, del marketing, della comunicazione, della<br />

gestione e della strategia d’impresa possono inviare il materiale direttamente all’indirizzo redazione@gazeco.it.<br />

Il materiale deve essere costituito da un articolo che vada da a battute (spazi bianchi compresi), una<br />

fotografi a in buona risoluzione ( dpi) ed una breve scheda biografi ca ( battute).<br />

curriculum<br />

laria Gramegna, anni, di<br />

IGravina in Puglia, ha conseguito<br />

una laurea triennale in<br />

Scienze della comunicazione<br />

sociale, istituzionale e politica<br />

e si è specializzata quest’anno<br />

con una tesi in Istituzioni<br />

di Economia politica dal titolo<br />

“Crisi Economica: la ripresa del<br />

polo del salotto e le prospettive<br />

future”, con votazione /. Attualmente la dottoressa Gramegna<br />

è in attesa di occupazione.<br />

Crisi economica – Le cause sono da rintracciare nell’eccesso di spesa senza controllo<br />

Il risparmio, la vera ricetta<br />

“È<br />

come se gli americani e i britannici<br />

avessero vissuto per<br />

un decennio in un paradiso<br />

di follia risparmiando meno di quanto<br />

avrebbero dovuto perché pensavano<br />

che i prezzi delle case e delle azioni sarebbero<br />

rimasti alti per sempre”.<br />

Questa frase, che bene sintetizza<br />

una delle cause più profonde che hanno<br />

originato la crisi mondiale è un caustico<br />

giudizio tratto dall’Economist (<br />

dicembre ).<br />

<strong>La</strong> crisi fi nanziaria globale che ha<br />

colpito inizialmente Stati Uniti, Europa<br />

e che si è allargata al resto del mondo,<br />

segue un lungo periodo di stabilità<br />

economica, caratterizzato da un basso<br />

livello di infl azione e da una crescita<br />

robusta, specialmente nei paesi emergenti<br />

dell’Asia e negli Stati Uniti.<br />

Possiamo aff ermare che la causa<br />

principale della crisi è da rintracciare<br />

nello squilibrio nella bilancia dei pagamenti<br />

dovuto ad un eccessivo indebitamento<br />

da parte degli Usa e ad<br />

un eccessivo accumulo di risparmio da<br />

parte della Cina.<br />

Morris (avvocato ed ex banchiere),<br />

infatti, individua le cause profonde della<br />

crisi nelle politiche perseguite negli<br />

Stati Uniti, nelle ideologie che le hanno<br />

ispirate, nello squilibrio economico<br />

di base che ne è derivato. Gli americani<br />

hanno cessato di risparmiare e si sono<br />

illusi come altre volte in passato, che il<br />

resto del mondo potesse fi nanziare in<br />

perpetuo i loro eccessi di spesa.<br />

Negli ultimi anni vi ha provveduto<br />

in abbondanza e con apparente facilità,<br />

l’eccedenza di risparmio dei paesi<br />

emergenti e segnatamente dalla Cina.<br />

Le famiglie cinesi, infatti, accantonano<br />

in media il % del reddito; ridurre<br />

la propensione al risparmio è un’operazione<br />

di lunga lena e dai risultati incerti<br />

perché si scontra con motivazioni<br />

profonde: i cinesi sono così parsimoniosi<br />

non solo per il retaggio culturale<br />

di una civiltà contadina, ma anche per<br />

motivi del <strong>tutto</strong> moderni e razionali in<br />

quanto sanno di essere vulnerabili a<br />

causa dell’invecchiamento demografi -<br />

co (accentuato ancora di più dalla politica<br />

del fi glio unico) e non hanno un<br />

sistema previdenziale che garantisca<br />

pensioni adeguate.<br />

Altro problema della Cina è il suo modello<br />

economico basato sulle esportazioni:<br />

la crisi dei mutui ipotecari subprime,<br />

in una prima fase, e l’eccessiva<br />

dipendenza di Pechino dalle esportazioni<br />

hanno dimostrato la vulnerabilità<br />

di questo sistema economico.<br />

Molte sono le cause della crisi, ma<br />

chi è il colpevole?<br />

I responsabili politici cinesi che hanno<br />

incoraggiato il risparmio anziché<br />

democratizzare l’economia e stimolare<br />

il consumo? L’amministrazione Bush<br />

che ha tagliato le tasse inducendo al<br />

consumo eccessivo? Greenspan che,<br />

come presidente della Federal Reserve,<br />

ha tenuto bassi i tassi di interesse<br />

e ha così nutrito la bolla? Le agenzie di<br />

rating che non hanno segnalato i rischi<br />

che si andavano accumulando?<br />

Una politica monetaria espansiva.<br />

Quasi tutte le crisi fi nanziarie sono<br />

accompagnate e precedute da<br />

un’espansione anomala del credito.<br />

L’altro fattore all’origine della crisi fi -<br />

nanziaria, esplosa nell’estate del ,<br />

è stato l’eccesso di liquidità che dal<br />

mercato statunitense si esteso progressivamente<br />

sugli altri mercati fi nanziariamente<br />

evoluti.<br />

Dopo la crisi fi nanziaria dei mercati<br />

ALAN GREENSPAN Federal Reserve<br />

asiatici alla fi ne degli anni ’, con la<br />

rapida crescita della Cina e dei paesi<br />

emergenti dell’Asia e con la contemporanea<br />

crescita dei prezzi del petrolio<br />

che ha fatto seguito a tale crisi, si è assistito<br />

ad un riorientamento dei fl ussi<br />

di capitale delle economie emergenti<br />

verso gli Stati Uniti. Contrariamente a<br />

quanto previsto dalla teoria economica,<br />

il capitale si è spostato dalle economie<br />

in via di sviluppo a quelle sviluppate,<br />

anziché il contrario.<br />

Le radici dell’eccesso di liquidità sono<br />

lontane e risalgono a prima dell’<br />

settembre : al boom della borsa<br />

della seconda metà degli anni ’, è<br />

seguita la bolla della new economy,<br />

dove la Fed, di Alan Greenspan, ha risposto<br />

con una riduzione del costo del<br />

denaro mai vista portando i tassi dal %<br />

del - all’% del .<br />

I tassi non ripresero a salire prima<br />

della metà del . Per trentun mesi<br />

consecutivi i tassi d’interesse a breve,<br />

al netto dell’infl azione, furono negativi:<br />

in altre parole, il costo del denaro<br />

per le banche era zero.<br />

Con i tassi così bassi, le famiglie americane<br />

si sono indebitate oltre le proprie<br />

capacità di rimborso, nell’illusione<br />

che, comunque, sarebbero riuscite ad<br />

onorare i debiti perché un’economia<br />

che continua a crescere genera prospettive<br />

positive.<br />

È cresciuto, così, a dismisura il credito<br />

al consumo e sono nati i mutui subprime,<br />

prestiti per l’acquisto della casa<br />

erogati a persone che possono off rire<br />

scarse garanzie di rimborso.<br />

Nel linguaggio americano, i prestiti<br />

subprime sono prestiti immobiliari di<br />

pessima qualità, in quanto concessi a<br />

soggetti con elevato rischio di insolvenza<br />

dovuti a precedenti episodi di<br />

insolvenza, capacità di reddito basse o<br />

neppure accertate, privi di altri cespiti<br />

di ricchezza. <strong>La</strong> concessione di mutui<br />

subprime negli Stati Uniti è fortemente<br />

aumentata grazie all’innovazione<br />

fi nanziaria e alle condizione di abbondante<br />

liquidità, che hanno favorito<br />

un’espansione del credito. L’aumento<br />

delle insolvenze dei debitori subprime<br />

ha innescato la crisi fi nanziaria.<br />

Il rischio che un mutuo non venga<br />

rimborsato è molto elevato e le banche<br />

erogano i prestiti applicando tassi<br />

di interesse molto elevati.<br />

Il sistema ha interesse a trovare nuova<br />

liquidità per off rire mutui rischiosi<br />

per chi li sottoscrive, ma anche molto<br />

redditizi per le banche. Gli istituti di cre-<br />

dito cominciano a cartolarizzare i titoli<br />

fi nanziari, dove per processo di cartolarizzazione<br />

si intende la trasformazione<br />

di un credito, o anche di fl ussi di cassa<br />

futuri, in un titolo obbligazionario.<br />

Questa operazione consente alle<br />

banche di spacchettare i rischi e off rire<br />

sul mercato strumenti di investimento<br />

con rendimenti molto alti. Si è arrivati<br />

così nel al record di mila e <br />

miliardi di dollari di cartolarizzazioni in<br />

circolazione.<br />

Sono nati così gli ABS, i CDO e i CDS<br />

(credit default swap); quest’ultimo rappresenta<br />

uno strumento della più ampia<br />

famiglia di derivati su crediti, che<br />

consente di trasferire il rischio di credito<br />

relativo ad una determinata attività<br />

fi nanziaria sottostante da un soggetto<br />

che intende acquisire copertura dal<br />

suddetto rischio ad un soggetto che<br />

intende prestarla. In pratica, l’acquirente<br />

dell’obbligazione con il CDS vuole<br />

coprirsi dal rischio che la controparte<br />

non rimborsi il capitale; i CDS sono<br />

quotati su mercati non regolamentati:<br />

più è alto il rischio di insolvenza, più è<br />

alto il premio che deve pagare chi vuole<br />

coprirsi dal rischio.<br />

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ILARIA GRAMEGNA

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