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Foto Simone-Ramella_fl ickr<br />
Qui sopra e sotto due dei manifesti contestati da Terra!<br />
Gli acquirenti si possono<br />
tutelare segnalando i casi<br />
di pubblicità ingannevole<br />
all’Antitrust<br />
materiale promozionale’ e ‘devono<br />
essere facilmente comprensibili<br />
anche ad una lettura superfi -<br />
ciale’. <strong>La</strong> lettura è molto chiara”.<br />
Quindi non è lecito inserire le<br />
informazioni su consumi ed emissioni<br />
di CO con un grandezza inferioriore<br />
rispetto agli altri testi<br />
del messaggio pubblicitario?<br />
“È chiarissimo che, attraverso<br />
queste informazioni incomplete<br />
e scarne, i consumatori subiscono<br />
una pubblicità ingannevole<br />
per la vendita di autovetture<br />
defi nite dalla stampa, dalle pubblicità<br />
‘auto ecologiche’, pur non<br />
avendone, al contrario, i requisiti<br />
indicati nel dpr. L’incompleta e/o<br />
l’omessa informazione agli utenti<br />
circa i consumi di carburante e le<br />
emissioni di CO rende ingannevole<br />
la pubblicità in quanto induce<br />
in errore il consumatore che,<br />
ricevendo informazioni ‘parziali’<br />
e sovente poco trasparenti sulle<br />
autovetture, non viene messo<br />
in condizione di eff ettuare delle<br />
consapevoli scelte di acquisto.<br />
Ciò appare ancor più grave se si<br />
considera che l’obiettivo della<br />
normativa è anche quello di tutelare<br />
la salute dei consumatori e<br />
dell’ecosistema in generale”.<br />
Quali strumenti di difesa hanno<br />
i consumatori?<br />
“Questa pubblicità ingannevole,<br />
in quanto idonea ad alterare<br />
i comportamenti economici<br />
del consumatore, può essere<br />
legittimamente segnalata dal<br />
singolo consumatore, anche per<br />
il tramite delle associazioni dei<br />
consumatori, dinanzi all’Autorità<br />
Garante della Concorrenza e del<br />
Mercato (Antitrust)”.<br />
a.d.p.<br />
Uno strano silenzio<br />
E sul “caso”<br />
l’Anfi a tace<br />
l diritto di replica, sempre più spesso invo-<br />
Icato, non sempre sta a cuore ai protagonisti<br />
delle notizie. E’ il caso dell’Anfi a (Associazione<br />
Nazionale Filiera Industria Automobilistica)<br />
contattata da <strong>La</strong> <strong>Gazzetta</strong> dell’Economia per<br />
replicare ai contenuti del rapporto “Venditori<br />
di fumo” di cui ci si occupa in queste pagine.<br />
Un’azione di correttezza da parte della testata<br />
per evitare di fornire ai lettori un’informazione<br />
parziale e allo stesso tempo garantire<br />
ai destinatari delle accuse uno spazio di risposta.<br />
Tramite l’uffi cio stampa l’Anfi a ha fatto<br />
sapere di non essere disponibile a un’intervista<br />
sull’argomento. Peccato, perché oltre<br />
a oltre a difendere l’immagine delle aziende<br />
che rappresenta, avrebbe reso un servizio di<br />
completezza dell’informazione ai lettori. Cioè<br />
ai loro attuali e potenziali clienti.<br />
a.d.p.<br />
Media<br />
27 marzo<br />
02 aprile 2010<br />
15<br />
<strong>La</strong> replica della Camera di Commercio<br />
Più controlli?<br />
“No, già ci sono”<br />
ervono urgenti misure a completamento<br />
“Sdel decreto”. L’appello di Terra! non è una<br />
voce fuori dal coro. “<strong>La</strong> situazione – spiega Daniel<br />
Monetti, resposabile della campagna auto –<br />
è molto simile a quella di altri Paesi europei dove<br />
le associazioni ambientaliste si stanno muovendo<br />
nella stessa direzione”. Il problema principale<br />
è che la direttiva di riferimento, datata , è ormai<br />
obsoleta. “In questi anni – spiega Monetti –<br />
sono cambiati gli standard di consumi ed emissioni<br />
e altri mezzi di comunicazione hanno superato<br />
per diff usione quelli previsti dalla legge (stampa<br />
e cartellonistica)”. <strong>La</strong> delusione, neanche tanto<br />
celata, è per la mancata presa di coscienza da<br />
parte delle case automobilistiche, in presenza di<br />
una falla legislativa, della necessità di un codice di<br />
autoregolamentazione. “In altri Paesi si sono assunti<br />
questa responsabilità” dice con rammarico<br />
Monetti. Ma la situazione è destinata a cambiare<br />
visto che entro il è attesa una nuova direttiva<br />
europea. Ed è probabile che alcune delle proposte<br />
avanzate da Terra! vengano recepite.<br />
Come ad esempio i requisiti minimi obbligatori<br />
e uniformi per la visualizzazione delle informazio-<br />
Calano gli investimenti<br />
Auto in “pole”<br />
in advertising<br />
e case automobilistiche, fi nite sotto accu-<br />
Lsa da parte delle associazione ambientaliste<br />
e da quelle dei consumatori per la comunicazione<br />
non conforme dei dati su consumi di<br />
carburante e delle emissioni di CO, sono fra<br />
i maggiori investitori pubblicitari. Nel ,<br />
primo anno di crisi economica internazionale,<br />
l’industria dell’auto ha investito in pubblicità<br />
. milioni di euro (elaborazione Upa<br />
su dati Nielsen). Nel l’intero comparto<br />
dell’advertising ha registrato un -,%. In<br />
particolare gli investimenti per le pubblicità<br />
a stampa sono calati del ,%. I quotidiani a<br />
pagamento mostrano una fl essione del -%<br />
e, con riferimento ai settori merceologici<br />
pubblicizzati, con l’automobile a -,%, l’abbigliamento<br />
a -,%, la distribuzione a -,%<br />
e la fi nanza/assicurazioni a -,%.<br />
a.d.p.<br />
<strong>La</strong> Camera di Commercio di Bari<br />
ni, “prescrivendo uno spazio minimo del % dedicato”.<br />
O un’etichettatura “chiara dei consumi<br />
che ricalchi, ad esempio, quella utilizzata per gli<br />
elettrodomestici”.<br />
Attraverso modifi che legislative “di dovrebbero<br />
attuare sanzioni adeguate e dissuasive per le<br />
case automobilistiche. Sanzioni corrispondenti al<br />
-% del costo della campagna pubblicitaria invece<br />
che i circa euro di oggi”. Poi ovviamente<br />
l’estensione dell’obbligatorietà dell’informazione<br />
a tutti i mezzi di comunicazione.<br />
L’ultimo aspetto riguarda i controlli, che “andrebbero<br />
incrementati vista l’incompatibilità delle<br />
Camere di Commercio italiane ad ottemperare<br />
in maniera pronta e adeguata”.<br />
Su questo punto è però diversa la posizione della<br />
Camera di Commercio di Bari, competente per la<br />
provincia del capoluogo pugliese. “Abbiamo una<br />
copertura di circa l’% del territorio - fanno sapere<br />
dal Settore Legale e Fede Pubblica - e la gran<br />
parte delle concessionarie risulta a norma. Per le<br />
inserzioni pubblicitarie e i cartelloni stradali, invece,<br />
siamo bloccati da una legge non chiara”.<br />
a.d.p.