Sussidio per i Ritiri dei Presbiteri - Arcidiocesi di Messina
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2. Per educarsi<br />
La proposta <strong>di</strong> questa s<strong>per</strong>anza è oggi una grande sfida educativa e<br />
non può essere che un invito alla libertà e alla responsabilità della <strong>per</strong>sona,<br />
poiché essa è il motore <strong>di</strong> un autentico processo <strong>di</strong> umanizzazione<br />
che progre<strong>di</strong>sce su cinque piste fondamentali: 1) Uscire da sé, essere<br />
capa ci <strong>di</strong> staccarsi da se stessi, e sa<strong>per</strong>si decentrare <strong>per</strong> <strong>di</strong>venire <strong>di</strong>sponibile<br />
agli altri; 2) Comprendere, cessando <strong>di</strong> pormi sempre dal mio<br />
punto <strong>di</strong> vista <strong>per</strong> mettermi dal punto <strong>di</strong> vista degli altri, senza, <strong>per</strong>altro,<br />
cercare me stesso in un altro scelto simile a me, e senza cessare <strong>di</strong><br />
essere, e d’essere me stesso; 3) Prendere su <strong>di</strong> sé, assumere il destino,<br />
la sofferenza, la gioia, il dovere degli altri, fin quasi “sentirne male al<br />
proprio petto”; 4) Dare. La forza vi va dello slancio <strong>per</strong>sonale non è riven<strong>di</strong>cazione,<br />
né lotta all’ultimo sangue, ma generosità o gratuità, cioè,<br />
al limite, donazione totale e senza pretesa o s<strong>per</strong>anza <strong>di</strong> ricambio; 5)<br />
Essere fedele. L’avventura della <strong>per</strong>sona è un’avventura continua dalla<br />
nascita alla morte. La fedeltà alla <strong>per</strong>sona, all’amore, all’amicizia, sono<br />
dunque <strong>per</strong>fetti soltanto nella continuità. Que sta continuità non è un <strong>di</strong><br />
più, una ripetizione uniforme come quella della materia o della generalità<br />
logica, ma un risorgere continuo. La fedeltà <strong>per</strong> sonale è una fedeltà<br />
creatrice.<br />
3. Il testimone<br />
La s<strong>per</strong>anza si giova gran demente della cre<strong>di</strong>bilità del testimone.<br />
Il presbitero, padre ed educatore, è chiamato quin<strong>di</strong> ad essere un testimone<br />
<strong>di</strong> s<strong>per</strong>anza, che vive ciò in cui crede, parla e dà ragione della<br />
propria fede, non costringe con le pa role, porta l’altro ad interrogarsi su<br />
se stesso. È chiamato ad essere un testimone au tentico, verace, <strong>per</strong>ché<br />
solo nella verità e nell’amore nasce e cresce la fiducia della relazione<br />
educativa, in cui i partners cercano sopra ogni cosa la verità e la trasparenza.<br />
È chiamato ad essere un testi mone non dogmatico, ma <strong>di</strong>alogico e<br />
propositivo, animato da amore fraterno sempre crescente <strong>per</strong> gli altri. È<br />
chiamato ad essere costruttore <strong>di</strong> s<strong>per</strong>anza <strong>per</strong> tutti, attento a non ferire<br />
e a non <strong>di</strong>scriminare nessuno, soprattutto se l’altro è debole nella fede.<br />
Forte della consapevolezza <strong>di</strong> camminare tra “il già” e il “non ancora”,<br />
tra il compimento finale e la presenza nella vita <strong>dei</strong> “segni <strong>di</strong> risurrezione”,<br />
il presbitero si fa promotore <strong>di</strong> uno sguardo attento sulla vita evitando<br />
la <strong>di</strong>cotomia <strong>per</strong> cui i fallimenti, i limiti, gli insuccessi, il peccato<br />
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