Sussidio per i Ritiri dei Presbiteri - Arcidiocesi di Messina
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modalità <strong>di</strong> essere e <strong>di</strong> vivere <strong>di</strong> chi ha interesse a dare un senso alla vita,<br />
a non rincorrere immagini mutevoli, a non consegnarsi senza ri serve a ciò<br />
che altri hanno deciso <strong>per</strong> lui. L’interiorità esprime l’esercizio del potere<br />
dell’uomo non più sul mondo oggettivo, costatabile e verificabi le, ma su<br />
se stesso, l’abilità <strong>di</strong> mettere in valore il potenziale che lo fa esse re uomo<br />
attraverso il possesso e l’unificazione delle proprie forze, la capa cità <strong>di</strong> sa<strong>per</strong>le<br />
<strong>di</strong>rezionare secondo le loro immanenti finalità in vista della propria<br />
<strong>per</strong>fezione. Conoscenza e possesso delle proprie forze, loro impiego intelligente<br />
e responsabile, effetti <strong>di</strong> una conquistata padronanza <strong>di</strong> sé, non si<br />
conciliano in alcun modo con in<strong>di</strong>vidualismo, intimismo, privatismo, tutti<br />
atteggia menti che rivelano forme <strong>di</strong> ripiegamento solipsistico, <strong>di</strong> chiusura<br />
verso gli altri e il mondo. L’interiorità, intesa come sguardo veritiero su<br />
se stessi <strong>per</strong> imparare a decifrare il senso del vivere, consapevolezza <strong>dei</strong><br />
poteri e <strong>dei</strong> li miti iscritti nella propria natura, assunzione <strong>di</strong> responsabilità<br />
nell’agire <strong>per</strong> il proprio e l’altrui bene, fa crescere e rafforza la <strong>di</strong>mensione<br />
etica dell’agire umano. Vista nella prospettiva della s<strong>per</strong>anza cristiana<br />
rappresen ta una grande forza <strong>di</strong> sbarramento al rischio sempre incombente<br />
<strong>di</strong> con fondere interiorità con intimismo e in<strong>di</strong>vidualismo.<br />
Educare all’interiorità, vuol <strong>di</strong>re educare all’ascolto e al <strong>di</strong>alogo.<br />
All’ascolto <strong>di</strong> Dio, che rinnova <strong>per</strong>ennemente la sua promessa attraverso<br />
gli eventi della storia e impegnando la coscienza in una responsabilità solidale;<br />
all’ascolto <strong>di</strong> sé, con una cifra <strong>di</strong> lettura non assunta dall’esterno e<br />
neppure arbitrariamente imposta a se stesso, ma letta dentro le esigenze<br />
profonde del proprio essere, cogliendone la giusta misura senza tentazioni<br />
<strong>di</strong> autocre azioni prometeiche, ma anche senza svalutarsi <strong>per</strong> quanto l’uomo<br />
può e deve fare <strong>per</strong> coo<strong>per</strong>are al <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> Dio sul mondo; all’ascolto<br />
degli altri, con cui si è chiamati ad essere corresponsabili della realtà del<br />
mondo, pri mizia del regno futuro. Come accennato, arrivare alla sco<strong>per</strong>ta<br />
della propria interiorità non è fat to spontaneo, ma necessità <strong>di</strong> iniziazione<br />
ed esercizio adeguato che non può fare a meno <strong>di</strong> guide es<strong>per</strong>te. Il cammino<br />
non è lineare, ma faticoso, <strong>di</strong>ffici le, responsabilizzante.<br />
«Gesù chiede <strong>di</strong> scegliere coraggiosamente una vita simile alla sua. Di<br />
sceglierlo nel cuore, <strong>per</strong>ché l’avere questa o quella situazione esterna non<br />
<strong>di</strong>pende da noi. Di pende da noi, invece, scegliere nel cuore una vita quanto<br />
più possibile vicina al suo modo <strong>di</strong> vivere fra gli uomini».<br />
(C. M. MARTINIi, L’itinerario spirituale <strong>dei</strong> Do<strong>di</strong>ci, Borla, 1993, pag. 77.)<br />
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