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Sussidio per i Ritiri dei Presbiteri - Arcidiocesi di Messina

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1.1. La Parola e l’ascolto che educa<br />

1.1.1. Dal Vangelo <strong>di</strong> Marco 1,13-20<br />

Su <strong>di</strong> un monte solitario <strong>di</strong> Galilea (Curva delle nazioni) zona <strong>di</strong> frontiera,<br />

nel kairos <strong>di</strong> Dio, i Do<strong>di</strong>ci (oi dodeka) sono raggiunti dalla chiamata <strong>di</strong><br />

Gesù. La loro vocazione è una elezione, una scelta che porta l’accento del<br />

comando, poiché esige prontezza e totalità <strong>di</strong> risposta. I Do<strong>di</strong>ci hanno un<br />

nome, sono chiamati e convocati in modo <strong>per</strong>sonale. Due compiti essenziali<br />

attendono i Do<strong>di</strong>ci: stare con Gesù – stabilirsi in Lui - ed essere inviati a<br />

testimoniarlo. La conciliazione delle due <strong>di</strong>mensioni apparentemente contrastanti<br />

costituisce la novità della vita che è loro proposta contrassegnata<br />

dalla conversione <strong>per</strong>manente. Essenzialmente sono chiamati a decentrarsi<br />

da se stessi <strong>per</strong> entrare nel progetto del Padre. La risposta è già presente nel<br />

loro incamminarsi col Maestro. In lui trovano stabilità. Di lui si fidano e su<br />

<strong>di</strong> lui impareranno a modellare la vita, le scelte, lo stile con cui annunciare<br />

la Buona Novella. La loro missione si situa nel futuro, quello della vicenda<br />

terrena <strong>di</strong> Gesù in quello della storia della chiesa.<br />

Testo: 13 Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi<br />

andarono da lui. 14 Ne costituì Do<strong>di</strong>ci che stessero con lui 15 e anche <strong>per</strong><br />

mandarli a pre<strong>di</strong>care e <strong>per</strong>ché avessero il potere <strong>di</strong> scacciare i demòni.<br />

16 Costituì dunque i Do<strong>di</strong>ci: Simone, al quale impose il nome <strong>di</strong> Pietro;<br />

17 poi Giacomo <strong>di</strong> Zebedèo e Giovanni fratello <strong>di</strong> Giacomo, ai quali<br />

<strong>di</strong>ede il nome <strong>di</strong> Boanèrghes, cioè figli del tuono; 18 e Andrea, Filippo,<br />

Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo <strong>di</strong> Alfeo, Taddeo, Simone il<br />

Cananèo 19 e Giuda Iscariota, quello che poi lo tradì.<br />

1.1.2. Dal libro dell’Esodo 3,1-22<br />

Mosè è attirato dalla novità, si lascia stupire e accoglie l’iniziativa<br />

<strong>di</strong> Dio e vi entra a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>. Nel roveto ardente Egli gli si rivela in un<br />

verbo, in una forma <strong>di</strong>namica: Io sono colui che sono, Egli è e continua<br />

ad essere. Tante le possibile spiegazioni. Di fatto Dio si ri-vela, si mostra<br />

all’uomo <strong>per</strong> ri-orientarne l’esistenza, <strong>per</strong> metterlo sulle strade della<br />

ricerca. Saranno le vicende e le relazioni della vita a rendere possibile<br />

l’es<strong>per</strong>ienza <strong>di</strong> Lui, Dio Liberatore e Salvatore.<br />

Testo: Il roveto ardente<br />

1 Ora Mosè stava pascolando il gregge <strong>di</strong> Ietro, suo suocero, sacerdote<br />

<strong>di</strong> Ma<strong>di</strong>an, e condusse il bestiame oltre il deserto e arrivò al monte<br />

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