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maleducato. Il tennis è anche rispetto dell’avversario e di chi ti sta guardando. Rafa lo ha capito in fretta, i suoi scatti di nervosismo in campo sono sempre molto controllati, mai fuori dalle righe”. Utilizza la sua barca da otto metri quando va a pesca, ma non dimentica il valore dei soldi: “Quest’anno dopo aver vinto al Queen’s siamo tornati un paio di giorni a casa prima di Wimbledon – sottolinea Toni – Rafa ha voluto viaggiare con un volo low-cost. Perché era il più comodo per arrivare a Maiorca e perché gli abbiamo insegnato ad essere umile”. Disciplina, rispetto, ma anche il sorriso sulle labbra. Ecco un altro aspetto che Toni ha voluto inculcare al tennis del nipote: “Lavoro duro, certo, ma il tennis resta un gioco, sfida contro l’avversario e contro se stessi. Fino a qualche anno fa Rafa aveva la tendenza a lamentarsi dell’incordatura, magari delle palline a suo dire troppo sgonfie. Gli ho sempre detto di arrangiarsi con quel che aveva, di assumersi le proprie responsabilità e di accettare le sconfitte con obiettività. Mai cercare scuse”. Infatti Nadal non lo ha fatto dopo il ko in semifinale con Andy Murray agli ultimi US Open. “Il mio avversario ha giocato meglio di me”, ha detto. Chiuso, stop. Non sorprende allora il rapporto di grande stima e simpatia che si è instaurato tra il clan spagnolo di Nadal e quello svizzero di Federer. Anche dopo il trionfo prima a Parigi poi a Londra, Rafa ha sempre sottolineato che “Roger resta il migliore”. A Flushing Meadows, poche settimane fa, spesso si sono allenati su due campi adiacenti e contemporaneamente. “Federer è un esempio di correttezza ed educazione, oltre ad essere un grandissimo campione, tra i più forti di sempre”, sottolinea Toni. Questo è il suo tennis dai modi garbati, mai sopra le righe, questo è diventato il tennis di Nadal il fenomeno. Ma essere zio e coach di Rafa rende più difficile il compito? “E’ un rapporto delicato da gestire – ammette Toni – perché il mio interesse nei suoi confronti va ben oltre i risultati che ottiene. È il figlio di mio fratello Sebastian, è mio nipote. A volte dopo una sconfitta o un brutto match sono molto severo nei suoi confronti, forse in modo eccessivo, ma solo perché sono legato a lui affettivamente e vorrei vederlo sempre vincere, dare il meglio di sé. Però il fatto di avere uno zio che lo allena rende molto più facili certi aspetti del nostro lavoro. Lui sa sempre che io sono a disposizione in qualunque momento, anche a Natale o a Pasqua, se vuole. E lo apprezza molto”. Il loro è stato un feeling immediato: “Ormai prima di un match non ci diciamo molto – spiega Toni – Rafa ha sempre bene in mente le parole che gli ho ripetuto da quando era agli inizi: gli obblighi sono obblighi, non esiste dire ‘non posso’. Deve semplicemente dare il massimo”. Ora che Nadal, pur avendo solo ventidue anni, è un giocatore maturo, Toni confessa che il più freddo è diventato proprio il nipote: “Quando sono seduto in tribuna e guardo i suoi incontri vivo sempre la partita con tensione. Lui per fortuna sa sempre qual è la cosa migliore da fare. Io non colpisco neppure una palla, non corro come un matto per il campo, eppure dopo il match devo fare la doccia come lui…”. Facile credergli. Chi dimentica l’emozionante finale vinta a Wimbledon su Federer: sul match point Toni si è quasi girato dall’altra parte. Lui ride di gusto e rivive gli ultimi fantastici mesi di super Nadal. Per il mancino di Manacor questo è stato un anno speciale: poker al Roland Garros, primo successo a Wimbledon, nel tempio del tennis, medaglia d’oro alle Olimpiadi. Quando nomini Wimbledon Toni si illumina: “Sono cresciuto nel mito dei Championships, dei grandi campioni che hanno vinto sul Centre Court. Non solo Santana che è spagnolo, ma anche Io e il tennis » Laver, Emerson, Newcombe, Fraser, Hoad, Borg. Ora nell’albo d’oro c’è anche Rafa. Il successo a Wimbledon è stato fondamentale per la carriera di mio nipote. E’ il torneo più prestigioso del mondo, quello che abbiamo sempre sognato di vincere da quando abbiamo iniziato. Ora nessuno potrà più dire che Nadal domina solo sulla terra rossa. E ce l’ha fatta pure sul cemento a Pechino. E’ un tennista completo”. Con tanti trionfi è arrivata anche la prima posizione mondiale: Federer ha lasciato lo scettro a Rafa dopo 237 settimane in vetta al ranking, quasi cinque anni da leader incontrastato. Si è aperto il regno di Nadal. “L’obiettivo non era la posizione di numero uno – spiega Toni – per lo meno non era l’unico. La cosa più importante è migliorarsi sempre. Ora Rafa ha un servizio migliore e un rovescio tagliato che prima gli mancava. Quel che viene dopo è una conseguenza”. Tanti pregi, ma avrà pure un difetto questo benedetto figliolo? Toni non ci pensa su un attimo: “Vedendolo in campo non sembrerebbe, ma è un gran disordinato. Perde tutto, dimentica tutto… Quando siamo in viaggio devo sempre stare all’erta”. E giù una risata. Toni non entra nei dettagli, ma sussurri di spogliatoio raccontano che Rafa a Pechino è riuscito a smarrire persino la ricevuta degli indumenti che aveva portato a lavare. Lo zio coach torna serio e parla del difetto tennistico del nipote: “Forse ha un modo di impugnare la racchetta un po’ difficile. Ma lo aveva anche un certo John McEnroe”. Guarda caso mancino come Nadal. “Ma non ho mai visto nessuno con la grinta feroce in campo di mio nipote. Mentalità, volontà e disciplina sono le sue più grandi qualità”, ribadisce. I trionfi non lo hanno cambiato: “fighter” in campo, il ragazzo di sempre fuori, semplice e naturale. Ecco come lo hanno voluto i Nadal. Il nido di Manacor: è questo il punto fermo di Toni e Rafa, di un fenomeno del tennis costruito in famiglia. E’ lì che entrambi tornano appena gli impegni tennistici lo permettono. E lì che i Nadal possiedono un palazzo in centro, proprio di fronte alla chiesa del paese, una villa e un ristorante, “Sa Punta” a Porto Cristo, a sette chilometri da Manacor. Sempre la famiglia, la mamma Ana Maria in particolare, segue la Fondazione Rafa Nadal che dà una mano ai bambini disagiati e ai disabili. E’ lì che Toni ha contribuito a creare il mito di Nadal. Ed è sempre lì che Rafa è rimasto folgorato dal tennis secondo Toni. Un patto di fedeltà che dura da sempre. “Perché Rafa non mi ha mai licenziato? Forse perché non gli costo nulla…”. Toni sorride e saluta. Super Nadal sta per entrare nell’arena. SuperTennis Magazine n. 8/9 26 Agosto/Settembre 2008 - Io e il tennis
panorama internazionale E alla fine l’ATP assolse Davydenko… Nikolay Davydenko Atp, l'associazione dei tennisti L’ professionisti, ha assolto il russo Nikolay Davydenko e l'argentino Martin Vassallo Arguello dall'accusa di aver "aggiustato" il risultato di una partita nella passata stagione. I due tennisti sono finiti sotto accusa per una gara disputata nell'agosto del 2007 al torneo di Sopot: in quell'occasione, Arguello si aggiudicò la partita per abbandono di Davydenko al terzo set. Una società di scommesse, però, dununciò all'Atp che, dopo che il russo aveva vinto 6-1 il primo set, le puntate su una sua sconfitta aumentarono sensibilmente, fino a raggiungere i sette milioni di dollari. Da lì nacque l’inchiesta che partorì il topolino delle assurde e ingiustificate squalifiche ad alcuni giocatori italiani, rei di aver scommesso pochi euro su qualche match di tennis parecchio tempo prima. Un nuovo amore per Djokovic? U n nuovo amore per Novak Djokovic? O solo gossip? Sta di fatto che al serbo, medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Pechino, è stato attribuito un flirt con la lanciatrice di giavellotto paraguaiana News friends »» » Leryn Franco, che più che un’atleta sembra una modella. Tutti i siti e le testate sudamericane sono convinti che si tratti di amore a prima vista, ma dai diretti interessati non è arrivata nessuna conferma. Silenzio assoluto anche da parte di Jelena Ristic, la fidanzata ufficiale di “Nole”. Wimbledon 23 giugno-6 luglio, erba I risultati a Wimbledon Singolare maschile (5.257.000 sterline) Finale (2) Nadal (SPA) b. (1) Federer (SVI) 64 64 67 (5) 67 (8) 9-7 Italiani Simone Bolelli / 1t + (wc) Bogdanovic (GBR) 76 (4) 46 63 76 (4); 2t + (13) Gonzalez (CIL) 76 (8) 76 (7) 36 76 (4); 3t – (24) Hewitt (AUS) 16 36 67 (2) Fabio Fognini / 1t – Safin (RUS) 16 26 67 (3) (27) Andreas Seppi / 1t + (LL) Kamke (GER) 57 63 62 64; 2t + Serra (FRA) 63 67 (4) 62 67 (5) 64; 3t – Safin (RUS) 67 (5) 63 67 (3) 46 Filippo Volandri / 1t – Reynolds (USA) 26 26 ritiro Potito Starace / 1t – Grosjean (FRA) 26 57 16 (q) Galvani / 1t + (WC) Jamie Baker (GBR) 64 62 63; 2t – ( 16) Youzhny (RUS) 64 46 36 63 36 Singolare femminile (5.257.000 sterline) Finale (7) V.Williams (USA) b. (6) S.Williams (USA) 75 64 Italiane Roddick cerca coach: ecco Patrick Mcenroe Non solo capitano di Coppa Davis degli Stati Uniti: agli US Open Patrick McEnroe, fratello di John, ha seguito come coach Andy Roddick, il Andy Roddyck (20) Francesca Schiavone / 1t + Paszek (AUT) 63 57 10-8; 2t – Medina Garrigues (SPA) 63 57 7-9 Tathiana Garbin / 1t – (15) Szavay (UNG) 16 36 (q) Maria Elena Camerin / 1t – (5) Dementieva (RUS) 36 76 (7) 36 Mara Santangelo / 1t + Ani (EST) 75 63; 2t – (21) Petrova (RUS) 46 57 (22) Flavia Pennetta / 1t + Vakulenko (UCR) 63 64; 2t – Sugiyama (GIA) 67 (5) 62 26 Sara Errani / 1t – (10) Hantuchova (SVK) 67 (5) 46 SuperTennis Magazine n. 8/9 27 Agosto/Settembre 2008 - News & Friends numero uno a stelle e strisce. John Roddick, fratello maggiore di Andy, che lo allenava dopo la fine della collaborazione con Jimmy Connors, è stanco dei troppi viaggi e si è messo da parte. Ecco allora che Andy si è rivolto a Patrick McEnroe, almeno per il momento. “Ci conosciamo da sempre - ha spiegato Roddick - ma il suo aiuto resterà occasionale per non creare conflitti di interessi con il team di Davis. Riguardo a mio fratello, ovviamente comprendo la sua scelta che non influirà in nessun modo sui nostri rapporti familiari”.
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