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Si - Federazione Italiana Tennis

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Anche quest’anno si è tenuto l’ormai tradizionale campus<br />

ITF finanziato dalla Fondazione Cruijff e dedicato<br />

all’integrazione fra giovanissimi giocatori provenienti da tre<br />

continenti. <strong>Si</strong> è svolto a Utrecht, in Olanda, ed ha visto i<br />

babies italiani rompere il ghiaccio e farsi notare. Ecco come<br />

si svolge una manifestazione che ha il merito di allargare i<br />

confini di questa disciplina<br />

V<br />

i ricordate di Johan Cruijff, il famoso giocatore olandese di calcio?<br />

<strong>Si</strong>curamente vi starete domandando che cosa leghi il<br />

famoso calciatore con il tennis in carrozzina, anzi con i giovani<br />

tennisti in carrozzina... Ebbene, Cruijff ha dato vita ad una importante fondazione,<br />

la “Cruiff Foundation”, appunto, con la quale da alcuni anni permette,<br />

elargendo i fondi necessari per la realizzazione, alla ITF (International tennis<br />

federation) di organizzare alcuni campus, per la precisione cinque sparsi in<br />

vari continenti, nei quali i giovani disabili di tutto il mondo possono fare le<br />

prime esperienze di tennis internazionale con i coetanei.<br />

Lo scopo di tali campus, oltre a quello di una vera e propria “full immersion”<br />

agonistica che culmina con un torneo valevole per la classifica mondiale, è<br />

anche quello di insegnare a questi ragazzi il potere taumaturgico dello sport e<br />

della socializzazione. I giovanissimi si ritrovano a vivere una settimana in autonomia<br />

(con il solo apporto del coach) a contatto con realtà e culture completamente<br />

diverse e questa a mio avviso e senza dubbio è la migliore palestra che<br />

si possa desiderare per una formazione quanto più al passo con i tempi.<br />

Senza contare che i dominatori del circuito mondiale sia maschile che<br />

femminile, Ester Vergeer e Shingo Kunieda, sono cresciuti e hanno vissuto<br />

le loro prime esperienze proprio in campus come questi, nei quali si<br />

lavora e si apprendono metodi e sistemi di lavoro completamente diversi,<br />

data dalla varietà dei coach presenti e la mescolanza delle nazionalità.<br />

Il campus è organizzato in modo che ogni federazione, insieme ai propri giovani,<br />

inserisce un coach il quale lavora direttamente sul campo secondo il<br />

programma stabilito dagli organizzatori, ma quasi mai con il proprio gruppo<br />

per favorire appunto l’integrazione, lo scambio di metodologie e l’apprendimento<br />

dell’inglese, diventato ormai la lingua ufficiale del mondo sportivo.<br />

in carrozzina »<br />

Junior all’attacco!<br />

di Federico Rossi<br />

Nell’ultima edizione, svoltasi a Utrecht in Olanda, erano presenti 43 ragazzi rappresentanti<br />

quasi tutto il continente europeo (per la prima volta anche turchi e<br />

georgiani), parte dell’Africa e anche tre giovanissimi provenienti dallo Sri Lanka.<br />

Per l’Italia, insieme al tecnico nazionale Gianluca Vignali, erano presenti i giovanissimi<br />

Davide Nevola e Gioele Castelli che dopo l’ottima performance ai<br />

recenti mondiali di Cremona hanno vissuto con entusiasmo questa nuova<br />

avventura nel tennis internazionale.<br />

Allenamenti duri e sveglia all’alba in un clima da vera accademia internazionale<br />

non hanno demoralizzato i nostri ragazzini, anzi hanno dato loro grandi<br />

motivazioni per sottoporsi alle dure esercitazioni sul campo con grande<br />

impegno e costanza.<br />

“Quando abbiamo iniziato tre anni fa ero curioso e anche un po’ ‘preoccupato’<br />

dal grande numero di ragazzi presenti. Ma devo ammettere che l’ITF<br />

ha fatto davvero un gran lavoro! E anno dopo anno per noi è ormai diventato<br />

un appuntamento irrinunciabile. I ragazzi nonostante siano davvero<br />

tanti sono ben organizzati e diretti, non ci sono grandi spazi vuoti. Al mattino<br />

ci si allena con grande intensità, al pomeriggio si gioca il torneo valido<br />

per la classifica mondiale, alla sera dopo la cena spazio alla socializzazione<br />

nella hall dell’albergo che per una settimana è invaso dalle urla e<br />

dagli scherzi giocosi di questa banda di ragazzini scatenati. E naturalmente<br />

alle dieci tutti a dormire”. Così ci racconta il suo campus il nostro<br />

“Coach” Vignali. che ha accompagnato i ragazzi in tutti questi anni vedendo<br />

crescere uno dietro l’altro i nostri giocatori.<br />

Alcuni di loro non più junior come Ivan Lion e Mattia Berzi sono già entrati<br />

nel circuito maggiore e cominciano a raccogliere i primi punti mondiali nei<br />

vari tornei internazionali nonostante gli impegni scolastici.<br />

“Non possediamo ancora un fuoriclasse, come il francese Peifer o il britannico<br />

Reid, ma ci stiamo lavorando… - prosegue Vignali - Ivan, Mattia, Davide e<br />

Gioele con impegno e determinazione hanno le possibilità cogliere ottimi risultati<br />

in futuro e su loro stiamo tenendo gli occhi ben aperti. Naturalmente molto<br />

dipenderà dal loro impegno e dalle loro motivazioni, il tennis moderno non<br />

ammette mezze misure, ma sono tutti dei bravissimi ragazzi, gli ho visti crescere<br />

in questi anni e dunque su di loro ho buone speranze”.<br />

Per la cronaca Davide Nevola, il veterano del gruppo italiano, nel torneo ha centrato<br />

un’ottima semifinale, sconfitto da un ragazzino spagnolo che poi ha vinto<br />

il torneo, mentre Gioele alla sua prima partecipazione ha riportato la<br />

prima vittoria in un match ufficiale rompendo un incantesimo che lo<br />

voleva sempre sconfitto al primo turno.<br />

Super<strong>Tennis</strong> Magazine n. 8/9 33<br />

Agosto/Settembre 2008 - <strong>Tennis</strong> in carrozzina

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