15.06.2013 Views

clicca qui - Istituto del Nastro Azzurro

clicca qui - Istituto del Nastro Azzurro

clicca qui - Istituto del Nastro Azzurro

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Accademia Aeronautica: Giuramento <strong>del</strong> Corso<br />

Sicurezza <strong>del</strong> Volo hanno minimizzato gli incidenti di volo<br />

ascrivibili a "causa professionale" (volgarmente: errori di<br />

pilotaggio indotti da condotta scorretta e da infrazioni<br />

alle regole di sicurezza) a livelli irrilevanti da almeno <strong>qui</strong>ndici<br />

anni. Eppure gli ultimi sono i <strong>qui</strong>ndici anni in cui le<br />

ristrettezze di bilancio hanno anche imposto una drastica<br />

riduzione <strong>del</strong>l'attività di volo da destinare all'addestramento.<br />

E sappiamo che lo scarso addestramento è altrettanto<br />

pericoloso quanto la condotta poco attenta alle<br />

regole.<br />

Ma nelle Accademie Militari, non solo in quella<br />

<strong>del</strong>l'Aeronautica, si forma anche il "carattere" dei futuri<br />

ufficiali destinati al comando di reparti ed enti <strong>del</strong>le Forze<br />

Armate. La formazione prevede vari stadi essenzialmente<br />

di carattere pratico, attività sportiva agonistica, marcia,<br />

simulazione di situazioni stressanti, spinta alla decisione in<br />

condizioni critiche, eccetera, ma prevede anche lo studio<br />

teorico di una serie di materie professionali tra le quali<br />

ricordo "Arte militare" e "Arte <strong>del</strong> Comando".<br />

Devo dire che la prima volta che vidi accostare la parola<br />

"arte" a tali materie mi venne da sorridere. L'arte è qualcosa<br />

che attiene alle emozioni, che è capace di interpretare<br />

in maniera fantasiosa e personale la realtà trasfigurandola<br />

in una produzione che colpisce i nostri profondi sentimenti.<br />

Cosa poteva entrarci con l'attività dei militari?<br />

Lo ho capito dopo, negli anni. Comandare è un'arte. La<br />

tecnica la si apprende, ma la capacità di trasfondere la tecnica<br />

in qualcosa che trasmette ai propri dipendenti la fiducia<br />

nel capo e nella correttezza <strong>del</strong>le sue decisioni è qualcosa<br />

che parte da una situazione già favorevole: la presenza<br />

di latenti doti di leadership nella persona destinata al<br />

comando. Le Forze Armate danno così tanta importanza a<br />

questo aspetto che continuano a sostenere i costi pesantissimi<br />

di proprie accademie militari i cui cadetti terminano<br />

gli studi conseguendo la laurea. I futuri ufficiali, che<br />

potrebbero essere direttamente arruolati tra i giovani laureati<br />

invece vengono formati nelle Accademie Militari, vere<br />

Università <strong>del</strong> Comando. Ciò non avviene solo per pochissimi<br />

ufficiali destinati a posizioni di "staff" nell'organizzazione<br />

dei corpi di supporto tecnico e logistico, ma per coloro<br />

che avranno le posizioni di comando la spesa <strong>del</strong>le<br />

Accademie Militari è un investimento produttivo: produce<br />

veri comandanti.<br />

La conclusione che possiamo trarne è che per ottenere<br />

buoni comandanti e buoni professionisti <strong>del</strong>la condotta<br />

di mezzi complessi, occorre applicare con convinzione i<br />

suggerimenti di Bales: ricercare i potenziali leader naturali<br />

tra i candidati a posizioni di leadership "formale", in modo<br />

da far coincidere tale funzione nella società moderna con<br />

la medesima in quella primordiale che tutti noi ci portiamo<br />

ancora dentro, stampata nel nostro DNA.<br />

IL NASTRO AZZURRO<br />

Torniamo ora alla tragedia <strong>del</strong>la Costa<br />

Concordia. Un comandante che decide di passare<br />

vicino ad un'isola contornata di scogli senza<br />

preoccuparsi di finirci sopra, può essere considerato<br />

un comandante davvero professionale? Un<br />

comandante che, dopo un incidente, invece di dare<br />

ordini e disposizioni al suo e<strong>qui</strong>paggio, trascorre<br />

decine di minuti al telefono con un pur bravissimo<br />

tecnico <strong>del</strong>la compagnia, ma non presente a bordo<br />

e non responsabile <strong>del</strong> comando <strong>del</strong>la nave, può<br />

essere definito un "Comandante"? Infine, un<br />

comandante che abbandona la sua nave ben prima<br />

che le operazioni di sgombero e salvataggio degli<br />

occupanti abbiano avuto termine, considera se<br />

stesso un comandante?<br />

Nei tre quesiti, come si può notare, non c'è la<br />

ricerca <strong>del</strong>la condanna di Schettino, ma la ricerca<br />

di un riferimento tra il comportamento di quest'ultimo<br />

e quello che avrebbe dovuto tenere un<br />

leader formalizzato non solo nell’incarico, ma persino nel<br />

nome <strong>del</strong>l’attività a lui affidata: “comandante”.<br />

A questo punto la domanda successiva è: come è stato<br />

possibile affidare il comando di una nave ad un uomo così<br />

carente di leadership? Risposta: tutto è possibile, se il concetto<br />

di autorità, così intimamente connesso con quello di<br />

leadership, è stato messo in crisi e mai più ripreso da circa<br />

mezzo secolo.<br />

Allarghiamo ora il discorso e cerchiamo di capire<br />

anche un altro episodio. L'ufficiale di servizio alla sala operativa<br />

<strong>del</strong>la capitaneria di porto di Livorno è stato descritto<br />

come un eroe per il solo fatto di aver richiamato con<br />

decisione e più volte il comandante Schettino ai suoi doveri.<br />

L'ufficiale stesso si è poi schermito affermando senza<br />

mezzi termini di non considerarsi affatto un eroe. Sono<br />

d'accordo con lui, ma la voglia di eroismo da parte <strong>del</strong>la<br />

pubblica opinione, davanti all'incredibile situazione verificatasi,<br />

era così forte da cercarla anche in una semplice frase<br />

detta al telefono.<br />

Veniamo <strong>qui</strong>ndi alla missione che "Il <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong>"<br />

ha in questa società ormai rovinata: riproporre l'ideale<br />

attraverso il quale si può tornare al vero eroismo, cioè l'ideale<br />

di una società sana, che accetta e fa propri i valori di<br />

fondo e non se ne vergogna, anzi li sostiene e li rappresenta<br />

come fari di orientamento per i giovani e come punti di<br />

riferimento nel comportamento giornaliero per chi giovane<br />

non è più.<br />

Una società sana, non solo accetta la preminenza <strong>del</strong><br />

merito, ma l'insegue, la cerca, la vuole. Una società sana è<br />

pronta a premiare, ma è anche disponibile a punire. La<br />

punizione ha una funzione essenziale nell'educazione e<br />

nella formazione, ma è anche un deterrente a non sbagliare<br />

con facilità per chi ha già raggiunto la maturità.<br />

Qualche timido segnale che indica che la società italiana<br />

vorrebbe tornare ad essere competitiva, sana ed onesta,<br />

c'è. L'importante è non sottovalutare quei segnali<br />

soffocandoli col chiasso <strong>del</strong>le minoranze rumorose che,<br />

messe tutte insieme, costituiscono una maggioranza cialtrona<br />

e pericolosa come non mai.<br />

Cerchiamo <strong>qui</strong>ndi, nelle nostre comunità, nei paesi<br />

come nelle città, nei quartieri, nelle scuole, nelle associazioni,<br />

in tutte le manifestazioni <strong>del</strong>la convivenza sociale, i<br />

sintomi <strong>del</strong> desiderio di onestà e correttezza, e aiutiamoli<br />

a crescere ed a diffondersi: questa è la missione<br />

<strong>del</strong>l'<strong>Istituto</strong> <strong>del</strong> <strong>Nastro</strong> <strong>Azzurro</strong> fra Decorati al Valor<br />

Militare, cioè fra coloro che hanno messo a repentaglio la<br />

vita per compiere un gesto che andava oltre il proprio<br />

dovere di militare.<br />

Antonio Daniele<br />

11

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!