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Fatevi - VicenzaPiù

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Dopo tre prove come cronista<br />

– saggista (Vicenza proibita,<br />

I cento anni della Nobile Provinciale<br />

e Giro di Nera) e l’esordio<br />

nella narrativa con Amori con le<br />

ruote, il “nostro” Alberto Belloni<br />

torna a confrontarsi con la sfi da<br />

del romanzo. Lo fa con una storia<br />

di azione che parte dalla Seconda<br />

Guerra Mondiale e arriva fi no ai<br />

giorni nostri, intrecciandosi spesso<br />

con la storia e saltando dalle atmosfere<br />

magiche di Venezia e quelle<br />

altrettanto suggestive della Parigi<br />

esoterica. Sullo sfondo, la ricerca di<br />

una mappa dagli enormi poteri realizzata<br />

durante l’impero di Ottaviano,<br />

mappa che è anche all’origine<br />

del titolo del libro, Il lungo viaggio<br />

dei Quattro Misuratori, presentato<br />

proprio in questi giorni.<br />

Un titolo particolare: a cosa si<br />

riferisce?<br />

“Si riferisce all’incarico affi dato<br />

dall’imperatore Ottaviano Augusto<br />

a quattro agrimensori, spediti<br />

verso i diversi punti cardinali per<br />

ritracciare una nuova cartografi a<br />

della Terra, basata<br />

sulle conoscenze segrete<br />

degli antichi<br />

egizi. Si tratta di un<br />

evento effettivamente<br />

accaduto e riportato<br />

da storici di fama,<br />

come lo stesso Plinio.<br />

Io ho scoperto questa<br />

suggestiva vicenda<br />

attraverso un lavoro<br />

elaborato dall’architetto<br />

Giulio Pizzati.<br />

L’idea di una mappa<br />

cultura<br />

Appuntamento noir con la Storia<br />

“Il lungo viaggio dei Quattro Misuratori” di Alberto Belloni è un romanzo d’azione a sfondo storico<br />

Il protagonista è un giornalista veneziano che una misteriosa telefonata mette sulle tracce di un tesoro scomparso<br />

Mi piace<br />

raccontare<br />

storie:<br />

mi intrigano<br />

l’azione,<br />

i colpi di scena<br />

che comprendesse i punti di forza<br />

della Terra, quelli cioè nei quali le<br />

energie geotelluriche vengono in<br />

superfi cie, caricando gli uomini di<br />

una forza soprannaturale, mi ha<br />

subito affascinato… “<br />

Come è nata l’idea del libro, e<br />

come lo presenterebbe ad un<br />

potenziale lettore?<br />

L’idea di partenza nasce da un fatto<br />

storico e cioè il ritrovamento nel<br />

1941 da parte dei soldati italiani<br />

dell’immenso tesoro della Corona<br />

di Jugoslavia. Un tesoro fi nito poi<br />

misteriosamente nelle casse della<br />

Loggia Massonica P2… Questo<br />

per quanto riguarda la partenza. La<br />

narrazione si sposta poi negli anni<br />

’90, in parte a Venezia e molto a<br />

Parigi.<br />

Come scrive nella premessa,<br />

il libro è un noir, però l’ambientazione<br />

storica ha un ruolo<br />

importante: è stato diffi cile<br />

coniugare questi due aspetti?<br />

E alla fi ne quale prevale?<br />

Diciamo che il quadro degli eventi<br />

(le operazioni belliche in Bosnia<br />

Erzegovina, la battaglia di Berlino<br />

e poi la situazione europea quarant’anni<br />

più tardi) ha rappresentato<br />

il fondale sul quale mi sono<br />

divertito a far muovere i personaggi.<br />

Alla fi ne ha preso largamente il<br />

sopravvento la fi nzione narrativa,<br />

com’è logico in un libro di questo<br />

tipo. Ma ho cercato comunque di<br />

garantire alla vicenda un minimo<br />

di credibilità anche sul piano dei<br />

fatti storici…<br />

Un tesoro da trovare,<br />

una vendetta<br />

che si potrebbe<br />

concretizzare<br />

dopo decenni,<br />

una setta segreta.<br />

A leggere la quarta<br />

di copertina<br />

sembra di cogliere<br />

qualche riferimento<br />

a molti best<br />

seller degli ultimi<br />

anni, da Faletti<br />

a Dan Brown:<br />

quali sono stati i modelli a<br />

cui si è ispirato?<br />

Prima di paragonarmi ad autori<br />

così conosciuti dovrò avvicinarmi<br />

almeno da lontano ai loro livelli<br />

di vendite. Il che sarà già molto<br />

diffi cile. Diciamo che l’intreccio<br />

è molto più vicino a “Il codice Da<br />

Vinci” che a “Io uccido”. A me<br />

piace raccontare storie, non amo<br />

molto l’intreccio psicologico e introspettivo.<br />

Mi intrigano l’azione,<br />

il colpo di scena, gli intrecci misteriosi.<br />

Il più bel complimento<br />

che possano farmi i lettori è dirmi<br />

che sono riuscito a tenerli incollati<br />

alle pagine del romanzo.<br />

La vicenda narrata parte nei<br />

Balcani, passa per la Germania<br />

nazista, e ha poi un protagonista<br />

veneziano: c’è qualcosa<br />

di vicentino nel romanzo?<br />

L’ambientazione, qualche personaggio,<br />

qualche atmosfera?<br />

Il mio prossimo romanzo,<br />

sul quale sto<br />

già lavorando, si svol-<br />

gerà qui a Vicenza.<br />

Nel “Lungo viaggio dei<br />

Quattro Misuratori”<br />

c’è molto Veneto: non<br />

solo per la Serenissima,<br />

ma anche per i<br />

misteri del borgo di<br />

Altino, che si scopre<br />

essere l’Umbilicum<br />

del mondo, il punti do<br />

origine di tutti i segreti<br />

della misteriosa Carta.<br />

Chiedere ad un autore cosa<br />

ne pensa del suo libro è un po’<br />

come chiedere all’oste se il suo<br />

vino è buono. Ma qual è, secondo<br />

lei, l’aspetto più riuscito<br />

del libro.? E quale potrebbe essere<br />

un punto debole?<br />

Il punto debole, probabilmente, è<br />

l’aspetto stilistico, la tecnica narrativa.<br />

Da quando mi sono cimentato<br />

nel romanzo, passo molto del<br />

mio tempo a rileggere i grandi autori<br />

russi e francesi. E se prendi in<br />

Il punto debole<br />

è l’aspetto<br />

stilistico.<br />

Il punto di<br />

forza, invece,<br />

la trama<br />

| Alberto Belloni<br />

mano Dostoesvskji o Flaubert, tutto<br />

ciò che scrivi ti sembra orrendo…<br />

L’aspetto che più mi soddisfa, invece,<br />

è la trama. La trovo abbastanza<br />

solida e scorrevole. Sto migliorando…<br />

A chi lo consiglierebbe. E a chi<br />

direbbe, invece, lasci stare,<br />

non è il libro che fa per lei?<br />

Se uno s’annoia a leggere<br />

richiami storici<br />

e riferimenti a per-<br />

sonaggi famosi, potrebbe<br />

trovare superfl<br />

ue alcune parti del<br />

libro. Lo consiglierei<br />

invece a lettori che<br />

sanno farsi intrigare<br />

dalle suggestioni, che<br />

sanno saltare senza<br />

imbarazzo dal mago<br />

Crowley a Rudolf<br />

Hess, dai Beatles alla<br />

Corte dei Miracoli, dalla Legione<br />

Straniera a Ezra Pound, dagli ustascia<br />

a Licio Gelli.<br />

Quanto ci si mette a scrivere<br />

un libro di quasi cinquecento<br />

pagine? E chi glielo fa fare?<br />

Non sono cinquecento pagine, non<br />

spaventiamo i lettori più di quanto<br />

sia riuscito a fare io sin qui. E poi<br />

una storia dura quel che dura. Qualcuno<br />

dice che i libri si scrivono da<br />

soli, in verità. Mica puoi mettere la<br />

parola fi ne dove vuoi tu…<br />

L. M.<br />

numero 150 del 23 maggio 2009 pag 12<br />

Settimane<br />

musicali,<br />

la serata dei<br />

Centenari<br />

Entra sempre più nel vivo la 18°<br />

edizione delle Settimane Musicali<br />

del Teatro Olimpico. Dopo il<br />

concerto di apertura di mercoledì 20<br />

maggio, infatti, lunedì 25 andrà in<br />

scena uno degli appuntamenti cardine<br />

del cartellone come il concerto<br />

“Tre grandi Centenari”, dedicato a<br />

Beethoven, Haydn e Mendelssohn,<br />

tre compositori che nel 2009 sono<br />

festeggiati per qualche ricorrenza.<br />

Sul palco del teatro palladiano (inizio<br />

ore 21) ci saranno Sonig Tchakerian,<br />

Gabrielle Shek, Katia Ghigi, Claudio<br />

Rado ai violini, Massimo Paris ed<br />

Enrico Carraro alle viole, Mario Brunello<br />

e Simone Tieppo ai violoncelli e<br />

Massimo Somenzi al pianoforte.<br />

Il concerto di lunedì sera è in realtà<br />

una sorta di eccezione in un programma<br />

che, continuando sulla linea<br />

tracciata negli ultimi due anni, è tutto<br />

dedicato ad una grande città italiana.<br />

Dopo Venezia e Roma, questa volta<br />

tocca a Napoli, una delle capitali della<br />

musica europea tra Sette e Ottocento.<br />

E infatti già giovedì 28 maggio le<br />

Settimane torneranno a parlare napoletano,<br />

con un concerto dedicato<br />

alle musiche di Giuseppe Martucci<br />

e di Alessandro e Domenico Scarlatti.<br />

Una linea seguita anche nelle<br />

due opere in calendario tra il 6 e il 10<br />

giugno: la prima è un capolavoro di<br />

Gioachino Rossini, “Il turco in Italia”,<br />

ambientato “nelle vicinanze di Napoli,<br />

in un luogo di villeggiatura”. Come<br />

di consueto il Festival presenterà una<br />

versione particolare di questo titolo<br />

di repertorio, nello specifico quella<br />

basata sul libretto delle prime rappresentazioni<br />

napoletane del Turco<br />

al Teatro Nuovo sopra Toledo. La<br />

seconda è un’opera inedita di Niccolò<br />

Piccinni, Il finto turco (7 e 9 giugno<br />

2009), di cui le Settimane Musicali<br />

hanno promosso il recupero e la<br />

trascrizione dal manoscritto conservato<br />

presso il Conservatorio di<br />

Napoli. Piccinini è uno dei musicisti<br />

che, insieme ad altri “emigranti”<br />

come Cimarosa o Paisiello, contribuirono<br />

a diffondere lo spirito e<br />

l’irresistibile comicità partenopei in<br />

tutta Europa.

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