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Fatevi - VicenzaPiù

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di Giuliano Corà<br />

È<br />

movida<br />

la prima avventura del Prof. Robert<br />

Langdon (il libro venne pubblicato<br />

tre anni prima del Codice da Vinci) e<br />

probabilmente, senza il Codice, difficilmente<br />

questa storia avrebbe ottenuto gli<br />

onori degli schermi. Là infatti la vicenda<br />

ruotava attorno ad uno dei miti più affascinanti<br />

dell’Occidente, quello del Graal.<br />

Qui il tema è un po’ tirato per i capelli. Si<br />

tratta degli Illuminati, una società segreta<br />

di ‘scienziati’ costretti alla clandestinità<br />

dall’intolleranza della Chiesa verso<br />

il sapere scientifico. Dopo secoli in cui li<br />

si pensava estinti, ricompaiono a Roma<br />

durante un Conclave e rapiscono quattro<br />

cardinali, minacciando di ucciderli in<br />

modo plateale per screditare<br />

la Chiesa. Infine, una bomba<br />

terribile distruggerà il Vaticano.<br />

La sceneggiatura è abbastanza<br />

appassionante, ma con n<br />

qualche falla. Alzi la mano chi i<br />

non ha già capito cosa succe-<br />

derà quando l’assassino sale e<br />

in macchina; o chi non ha pre-<br />

visto il doppio finale. Inoltre, i<br />

numerosi intermezzi ‘ideologici’ sul conflitto<br />

tra Scienza e Religione difficilmente<br />

riescono a far riflettere. Tom Hanks non<br />

è un personaggio, è un fumetto: lavora<br />

come da copione e si porta a casa i suoi<br />

soldi. La ‘bellissima’ (boh …) Avelet Zurer<br />

è invisibile. Pierfrancesco Favino<br />

non è da buttar via. Bravissimo Armin<br />

Mueller-Stahl, già ammirato in una prodigiosa<br />

interpretazione in La promessa<br />

dell’assassino (D. Cronenberg, 2007).<br />

Se il film in sé non offre un gran diverti-<br />

di Giovanni Magalotti<br />

Nel gelido inverno, un lupo vaga affamato<br />

per una foresta innevata.<br />

Vive la sofferenza della privazione e fa<br />

esperienza per la prima volta della paura<br />

dell’uomo, prima di imbattersi in una<br />

volpe che, forse, conosce la strada per la<br />

salvezza.<br />

È più o meno tutto qui lo spunto narrativo<br />

alla base di “Il lupo”, romanzo d’esordio<br />

del giovane scrittore inglese Joseph<br />

Smith (1979). Senonché, grazie a un<br />

originale sforzo immaginifico da parte<br />

dell’autore, tutta la vicenda è raccontata<br />

in prima persona al tempo presente<br />

proprio dall’animale protagonista. Pur<br />

mento, ce ne offre molto la reazione della<br />

Chiesa a questa nuova incursione della<br />

fantasia in territori che essa, evidentemente,<br />

ritiene ancora di sua esclusiva<br />

pproprietà, p e che, se non ha raggiunto i<br />

ve vertici di isterismo toccati col<br />

Co Codice da Vinci, non vi è molto<br />

lo lontana. Il Prof. Giovanni Maria<br />

VVian,<br />

Direttore dell’Osserva-<br />

to tore Romano (le citazioni pro-<br />

vvengono<br />

dagli articoli di G. Ga-<br />

le leazzi e F. Caprara sulla Stampa<br />

p del 4 e 5 maggio), dopo aver<br />

dichiarato d di “non aver visto il<br />

Codice C da Vinci” (Vade retro,<br />

Satana!), S attacca il “tono cupo<br />

da macchinazione focalizzata sulla Chiesa<br />

e sul Vaticano, quasi fosse l’epicentro<br />

di trame oscure e segreti inconfessabili:<br />

si tratta di una faraonica operazione di<br />

marketing, creata appositamente per<br />

provocare scandalo e accendere le polemiche<br />

con la Chiesa cattolica per il<br />

modo assurdo in cui viene descritta”. Ma<br />

il Vaticano non si è limitato alle proteste<br />

verbali, se è vero, come racconta il regista,<br />

che la produzione ha incontrato, durante<br />

la lavorazione del film, numerosi<br />

attribuendogli alcune caratteristiche<br />

umane (è astuto,<br />

disprezza la debolezza, prova<br />

rabbia ed è orgoglioso di<br />

sé), Smith non antropomor-<br />

fizza in modo eccessivo il l<br />

lupo; mantiene intatto, con n<br />

una buona dose di mistero, ,<br />

il fascino emanato da questo o<br />

leggendario predatore; e non n<br />

cade nell’errore di suggerire a<br />

tutti i costi un’allegoria dell’esperienza<br />

umana. Preferisce piuttosto soffermarsi<br />

sulle asperità dell’ambiente naturale,<br />

restituito al lettore con un lirismo appena<br />

trattenuto: “Ma la foresta stessa<br />

– la massa di alberi dormienti e di neve<br />

bianca che copre ogni cosa, il ghiaccio<br />

che pende da rami spezzati e contorti<br />

come denti in una bocca guasta – la<br />

foresta ascolta il nostro cammino? Gli<br />

alberi sentono con le radici gli zoccoli<br />

numero 150 del 23 maggio 2009 pag 14<br />

Popcorn Dan Brown e la Chiesa,<br />

il duello continua<br />

Il prof. Langdon alle prese con una società segreta che vuole far saltare in aria il Vaticano<br />

Il film non è granché: molto più interessanti le polemiche che ne hanno accompagnato l’uscita<br />

| Tom Hanks e Avelet Zurer in una scena del film<br />

ed imprevisti ostacoli, che puzzano tanto<br />

di tentativi di sabotaggio: “Pochi giorni<br />

prima dell’avvio delle riprese ci hanno<br />

fatto sapere che non avremmo potuto<br />

girare in certe chiese, e ho anche appreso<br />

che il Vaticano avrebbe esercitato la sua<br />

influenza su altri organismi della città<br />

affinché altri permessi ci venissero negati”.<br />

Per esempio, “il cocktail riservato<br />

alla stampa avrebbe dovuto svolgersi<br />

sulla terrazza della Residenza Paolo VI,<br />

affacciata sul Vaticano, ma pochi giorni<br />

prima dell’evento è arrivato il no. Noi<br />

abbiamo anche chiesto a vari rappresentanti<br />

del clero se volevano vedere il<br />

film, ma l’invito è stato declinato” (Simplicio<br />

è vivo e lotta insieme a noi …). In<br />

ogni caso, dice lo statunitense Howard,<br />

cittadino di un paese nel quale la libertà<br />

di opinione conta pur qualcosa, “se<br />

qualcuno giudica i contenuti della storia<br />

offensivi può sempre decidere di non<br />

andare a vedere il film”. Come dice, Prof.<br />

Vian: “L’ennesima teoria del complotto<br />

incentrata sul Vaticano”? L’ultima che<br />

hai detto, professore.<br />

Angeli e demoni,<br />

R. Howard, USA, 2009<br />

Sul comodino Dalla parte del lupo<br />

Cosa prova il leggendario predatore? Joseph Smith prova a immaginarlo<br />

Un racconto di grande suggestione, ma che non regge la dimensione del romanzo<br />

de della bestia mentre le calpe-<br />

st sta? Sentono la seta del mio<br />

pe pelo mentre sguscio sotto un<br />

ra ramo? Rabbrividiscono nel<br />

ssonno<br />

sapendo cosa attende<br />

cchi<br />

è ancora sveglio nel fred-<br />

ddo,<br />

nuovamente braccato e<br />

im impaurito da una morte che<br />

lo l segue silenziosa, con occhi<br />

come c<br />

fuoco e una lingua rosa<br />

annidata fra zanne lunghe e<br />

affilate? No, non possono saperlo”.<br />

Peccato soltanto che la storia sia buona<br />

nella migliore delle ipotesi per un racconto<br />

lungo, e regga a fatica la dimensione<br />

del romanzo (per quanto breve:<br />

130 pagine). Anche per questo, Smith,<br />

soprattutto nella prima parte del testo,<br />

è costretto talvolta a ripetersi, perdendo<br />

un po’ in suggestione ed efficacia.<br />

Joseph Smith, Il lupo,<br />

Bompiani, 132 pp., € 15

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