Proteggersi dai rovesci? - Musica e Dischi
Proteggersi dai rovesci? - Musica e Dischi
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Raccogliamo i cocci<br />
anche se il vaso è rotto<br />
di Mario De Luigi<br />
L’ultimo decennio ha visto più che dimezzarsi<br />
il mercato della musica registrata<br />
in Italia: le cifre che riportiamo in questo<br />
numero sono eloquenti, e le prospettive<br />
per l’anno appena iniziato non sembrano<br />
particolarmente confortanti. Ma l’industria<br />
va avanti, cercando di rimettere insieme i<br />
cocci di un vaso irrimediabilmente spezzato<br />
– da cause non solo esterne, come la proliferazione<br />
del consumo illegale dal web, ma<br />
anche dal disorientamento degli operatori<br />
nei confronti dei cambiamenti – cercando<br />
di salvarne almeno il contenuto, ovvero<br />
il prodotto. Se si riuscirà nell’intento, si<br />
tratterà di decidere se proseguire fi n dove<br />
possibile con un vaso rappezzato alla bell’e<br />
meglio, magari con scotch di seconda<br />
mano, oppure procurarsene uno nuovo, di<br />
modello in linea coi tempi. Fuor di metafora,<br />
si tratta di scegliere se abbandonare defi<br />
nitivamente il sistema tradizionale su cui<br />
il mercato si è retto fi nora – con i suoi punti<br />
vendita a commercializzare il supporto<br />
fi sico, le reti distributive fondate su agenti,<br />
i mezzi di comunicazione e promozione collaudati<br />
in passato (radio, stampa, pubblicità,<br />
ecc.) presso il grande pubblico – oppure<br />
sperimentare approcci e strumenti nuovi<br />
per soddisfare un’esigenza di musica che è<br />
comunque cresciuta, come dimostra l’interesse<br />
verso lo streaming e il downloading<br />
che ha caratterizzato gli ultimi anni, nonché<br />
la tenuta del live. Ma quali? Man mano<br />
che le aziende, grandi e piccole, avvertivano<br />
gli effetti della crisi del supporto non<br />
hanno trascurato nel decennio scorso di<br />
sperimentare – pur con la debita cautela,<br />
e senza lanciarsi in investimenti spericolati<br />
– strategie alternative, sia attraverso<br />
operazioni mirate direttamente alla rete<br />
sia differenziando l’attività alla ricerca di<br />
un modello integrato (sfruttamento dei<br />
diritti, ingresso nel live, licenze sul versante<br />
editoriale e altre iniziative volte a coprire<br />
ogni opportunità di diffusione della musica),<br />
con risultati spesso incoraggianti ma<br />
mai risolutivi. Oggi, però, la scelta diventa<br />
improcrastinabile: e il problema non è<br />
– come insegna il cambio di legislatura<br />
di questi mesi – semplicemente tappare le<br />
falle, bensì ricominciare a crescere. Ricette<br />
garantite, in questo senso, non esistono,<br />
ma già qualche primo passo si sta facendo<br />
grazie al riconoscimento della necessità di<br />
ricompattare le forze (il “manifesto” che<br />
ha riunito nel settembre scorso, a Faenza,<br />
le tre associazioni di produttori indipendenti<br />
e l’azione innescata a Cannes a livello<br />
FEBBRAIO 2012<br />
internazionale – sempre da strutture<br />
indipendenti – sono segnali signifi cativi)<br />
e del confronto con le istituzioni in vista<br />
di una loro maggiore sensibilizzazione sui<br />
problemi del settore. Sapremo nei prossimi<br />
mesi se il cambio degli interlocutori, con<br />
l’insediamento di un governo “tecnico”,<br />
dunque teoricamente più attento ai reali<br />
meccanismi in grado di far ripartire la<br />
nostra fi liera musicale, saprà realizzare<br />
ciò che la fantomatica legge sulla musica<br />
– da quindici anni promessa <strong>dai</strong> politici di<br />
professione e mai andata in porto – non è<br />
riuscita a ottenere: ovvero tutela del lavoro<br />
di chi produce, incentivi nello sviluppo del<br />
parco artisti, garanzie sugli scambi con<br />
l’estero ai fi ni di un allargamento del mercato,<br />
e diversi altri progetti, già ipotizzati e<br />
discussi in varie sedi, a salvaguardia della<br />
qualità del prodotto. Che è, in defi nitiva,<br />
il senso chiave – il contenuto (per tornare<br />
alla metafora iniziale) – dell’attività dei<br />
nostri operatori. Qualità peraltro sempre<br />
più a rischio, se il ruolo di scouting delle<br />
aziende produttrici, grandi e piccole, si<br />
limiterà, anzi che costruire progetti validi<br />
in collaborazione con artisti validi, a mendicare<br />
un posto a Sanremo o in qualche<br />
talent show televisivo in fase di decadenza,<br />
obiettivi che (salvo rare eccezioni) a lungo<br />
andare non lasciano il segno. Ma non disperiamo:<br />
il nuovo anno è iniziato solo da<br />
poco, concediamogli fi ducia.<br />
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