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Proteggersi dai rovesci? - Musica e Dischi

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FEBBRAIO 2012<br />

Le novità del mese<br />

Litfi ba, Francesco De Gregori, Cranberries, Il Teatro degli Orrori, Nino D’Angelo, Emeli<br />

Sandé, AA.VV./Bob Dylan, Air, Enzo Jannacci, L’Or, Leo Pari, Management del Dolore<br />

Post-operatorio, Micol Martinez, Lu Colombo, James Senese<br />

LITFIBA<br />

Grande Nazione<br />

Prod.: P. Pelù/F.Renzulli<br />

Sony Music 88697989582<br />

***1/2<br />

Mettiamola così: non è il disco più originale<br />

che ci potevamo aspettare dopo il<br />

reunion tour di un anno fa, ma almeno<br />

i Litfi ba, in<br />

qualche modo,<br />

sono sempre<br />

loro. Sarà la<br />

grande voce<br />

di Piero Pelù.<br />

Sarà lo spirito<br />

rock elettrico<br />

di Renzulli. Ma<br />

la band di “El<br />

Diablo” rimane una delle più rock nel<br />

fi rmamento italiano. Dopo l’interruzione<br />

degli ultimi 13 anni, “Grande nazione” è<br />

il nuovo album di 10 brani inediti, prodotto<br />

da Piero Pelù e Federico Renzulli.<br />

Mixato e masterizzato da Tim Palmer<br />

allo Sterling Studio di New York. I testi<br />

sono incalzanti, come la musica, immersi<br />

nell’intramontabile atteggiamento di<br />

critica e denuncia a loro sempre molto<br />

vicino. Il suono è senza vie di mezzo,<br />

sincero, non artefatto da trucchi da studio,<br />

affi ne al mood del live. Si toccano<br />

tutti i temi: ballate d’amore (Elettrica,<br />

Tra me e te), politica (Tutti buoni,<br />

Anarcoide), situazioni più intimistiche<br />

(La mia valigia), amore genitoriale<br />

(Luna dark), il tutto imbevuto dalla<br />

tempesta elettrica di vitalità dei Litfi ba.<br />

Il Cd sarà disponibile anche nella versione<br />

deluxe (con libretto di 32 pagine, più<br />

la bonus track Dimmi dei Nazi, colonna<br />

sonora del fi lm documentario “Pivano<br />

Blues – Sulla strada di Nanda”) e in vinile<br />

180 grammi.<br />

(Cristiana Vianello)<br />

FRANCESCO DE GREGORI<br />

Pubs & Clubs Live @ The Place<br />

Caravan VAN 1201<br />

****<br />

Appare, canta, colpisce, si dilegua. Il<br />

nuovo Francesco De Gregori è così: liquido<br />

esattamente come il formato che ha<br />

scelto per la diffusione di questo album,<br />

il download.<br />

Una logica<br />

estensione<br />

del pensiero<br />

iniziale visto<br />

che si tratta<br />

della versione<br />

audio di un<br />

concerto te-<br />

nuto lo scorso anno al The Place di<br />

Roma, un concerto virale, quasi a sorpresa<br />

appunto, in un luogo che per molti<br />

versi ricorda quel Folk Studio dove, più<br />

di 40 anni fa, De Gregori era inesausto<br />

frequentatore. Il programma comprende<br />

14 canzoni forti e saporose: nobili come<br />

La donna cannone, Generale e Alice;<br />

pulsanti come Finestre rotte; pensose<br />

come La storia; sorprendenti come A<br />

chi. E tutte proposte con quell’attitudine<br />

di rock soffi ce che da sempre è la<br />

convincente nota sonora dell’artista.<br />

Quasi che c’è da chiedersi come ha fatto<br />

in anni passati e diversi a esibirsi in spazi<br />

più grandi, arene e palazzetti.<br />

(Antonio Orlando)<br />

CRANBERRIES<br />

Roses<br />

Prod.: Stephen Street<br />

Cookin Vinyl COOKCD552<br />

***1/2<br />

Una pausa. Così i gruppi chiamano il<br />

periodo che intercorre fra lo scioglimento<br />

e la loro reunion. La “pausa” dei<br />

Cranberries è<br />

durata dieci<br />

anni, un arco<br />

di tempo nel<br />

quale Dolores<br />

O’ Riordan ha<br />

cercato una<br />

carriera solista<br />

che evidentemente<br />

non le<br />

ha dato abbastanza soddisfazione. “Dopo<br />

aver registrato due album con altri musicisti<br />

ho assolutamente capito che Noel<br />

e Mike (Hogan) hanno un modo unico di<br />

creare gli accordi e che Ferg (lawler)<br />

riesce a tenerli uniti in maniera molto<br />

sottile”, ha dichiarato la stessa O’Riordan.<br />

Ad aiutare il gruppo a ricreare le<br />

atmosfere dei primi due album, che<br />

nella prima metà degli anni ’90 ebbero<br />

uno strepitoso successo, è accorso anche<br />

Stephen Street, produttore proprio<br />

di “Everybody else is doing it, so why<br />

can’t we’” e di “No need to argue”. Con<br />

“Roses” ci rituffi amo quindi indietro di<br />

quasi vent’anni (il disco d’esordio è del<br />

’93) grazie a quel cocktail di rock/pop<br />

evocativo che sostiene l’agrodolce timbrica<br />

di Dolores. Fra brani più delicati e<br />

performance più energiche (vedi Schizophrenic<br />

Playboys) l’album è robusto<br />

e non delude affatto, soprattutto nella<br />

seconda parte, l’ispirazione non manca:<br />

l’intrigante Waiting in Walhamstow<br />

l’inizialmente languida Astral projections,<br />

la conclusiva Roses e altre ce lo<br />

24-1

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