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professione e legge - OMCEO VR

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Conus ventricosus<br />

Il C. mediterraneus possiede un apparato<br />

produttore di veleno.<br />

Come tutti i Coni (e più in genere per i Toxoglossa),<br />

il C. mediterraneo possiede un apparato<br />

masticatorio modificato, atto a produrre<br />

dardi che vengono lanciati contro la preda,<br />

intinti in un "veleno" potente, una "conotossina"<br />

(del gruppo delle neurotossine) dagli<br />

effetti paralizzanti che produce effetti analoghi<br />

a quelli del tetano. Queste conotossine sono<br />

state di recente assai studiate in neuro-fisiologia.<br />

Naturalmente ogni specie, o gruppo di<br />

specie, possiede una o più conotossine<br />

specifiche, di tossicità diversa. La tossicità<br />

nei con- fronti dell'uomo è legata sia alla conotossina<br />

iniettata che alla sua quantità e quindi<br />

anche alla mole del Cono.<br />

DERMATITI DA PESCI<br />

Pesci Cartilaginei<br />

(o Condroitti) Ordine Myliobatiformes<br />

Genere Dasyatis (Trigoni)<br />

Dasyatis violacea<br />

Raja asterias<br />

Dasyatis violacea<br />

Solo i Trigoni hanno un aculeo seghettato<br />

sulla coda con il quale possono<br />

provocare, per contatto accidentale o<br />

incauto maneggiamento, ferite dolorose<br />

sulla cute a lenta cicatrizzazione.<br />

Abbastanza rari nei nostri mari, più<br />

comuni in quelli tropicali, specie in<br />

zone ben delimitate, denominate “Stingray<br />

city”<br />

Pesci Ossei (o Osteitti)<br />

Ordine Perciformes<br />

Fam.Trachinidae (tracine)<br />

Trachinus araneus, T. drago T. radiatus<br />

Fam. Scorpaenidae (scorfani)<br />

Tracine<br />

18<br />

AGGIORNAMENTO<br />

Entrambe le Famiglie sono dotare di<br />

spine velenifere che iniettano nella<br />

cute tossine di vario genere che provocano<br />

dolore, talora molto intenso, capace<br />

di indurre, specie nei soggetti<br />

giovani, malessere generale, sintomi<br />

simil-convulsivi, tachicardia, dispnea<br />

e ipotensione fino alla lipotimia. Localmente<br />

si osserva eritema, edema e<br />

tumefazione della zona trafitta con<br />

fenomeni infiammatori che permangono<br />

per diverso tempo talora asso-<br />

“Coppettazione” da tentacoli di Octopus vulgaris<br />

Da Emergency oggi alcune notizie su:<br />

ciati a reazioni linfangite e linfo-adenitiche.<br />

- Fam. Muraenidae (murene):<br />

Muraena Melena<br />

È un mito (dal tempo dei Romani si<br />

fantastica sul loro morso!!), non sono<br />

in grado di inoculare nessuna tossina,<br />

anche se la ferita provocata dai loro<br />

affilatissimi denti si infetta facilmente<br />

forse per residue sostanze necrotiche<br />

presenti tra loro.<br />

IL MORSO DA POLIPO<br />

Nel caso di O. vulgaris la tossina di natura proteica (cefalotossina)1 ha uno scarso effetto sui<br />

mammiferi, mentre esistono specie affini come l’Eledone moscata (Lamarck) in cui le ghiandole<br />

salivari secernono l’eledoisina che presenta un’azione vasodilatatrice e ipotensiva1.<br />

EPIDEMIOLOGIA<br />

I morsi riconducibili ai polpi, nel mediterraneo sono un’evenienza molto rara se vengono presi<br />

in esame i fogli di dimissione dei presidi ospedalieri in cui è possibile accertare circa una decina<br />

di lesioni all’anno in Italia. In realtà il numero delle lesioni è sicuramente superiore però è difficilmente<br />

accertabile considerato che nella quasi totalità dei casi le lesioni regrediscono spontaneamente<br />

senza che sia necessario l’intervento medico; inoltre in alcuni casi queste lesioni<br />

sono misdiagnosticate e confuse con lesioni provocate da altri animali marini o traumi.<br />

I soggetti maggiormente esposti a queste lesioni sono i pescatori, che per <strong>professione</strong> sono<br />

repentinamente in contatto con diverse specie animali marine ancora vitali e i natanti che di<br />

tanto in tanto cercano, privi di esperienza, di catturare questi animali. Anche la cattura inesperta<br />

e improvvisa il più delle volte però non è una fonte lesiva.<br />

MANIFESTAZIONI CLINICHE E DIAGNOSI<br />

Le lesioni da Octopus vulgaris (Cuvier) si presentano solitamente come una penetrazione meccanica<br />

dovuta all’infissione nella nella cute del becco corneo conformato a becco di pappagallo.<br />

Il soggetto leso solita- mente manifesta forte dolore che in alcuni casi si inasprisce dopo 6-8<br />

ore. Oltre al dolore è presente ecchimosi nel punto di penetrazione e edema che a seconda<br />

della se- de del morso (vascolarizzazione) e della reattività personale può essere più o meno<br />

esteso. Dopo alcuni giorni le lesioni iniziali possono evolvere in necrosi superficiale che in molti<br />

casi è aggravata da sovrainfezione batterica. La diagnosi si basa esclusivamente su una storia<br />

di esposizione all’animale.<br />

TERAPIA<br />

In seguito al morso è necessario spremere bene le ferite e applicare impacchi molto caldi.<br />

Successiva- mente disinfettare bene con prodotti a base di sali quaternari di ammonio o iodopovidone,<br />

mentre è meglio escludere il perossido di idrogeno che può favorire la necrosi dei<br />

tessuti. Le terapia farmacologica solita- mente si basa sul controllo del dolore con analgesici<br />

per os (es. nisidina) o attraverso iniezioni locali in sede di morso di anestetici locali (es. lidocaina).<br />

Nei casi in cui è presente necrosi dovuta alla tossina o a sovrainfezioni batteriche è<br />

sempre preferibile una pulizia chirurgica mirata all’asportazione dei tessuti necrotici. In tutti i<br />

casi è opportuna la prescrizione di antibiotici a largo spettro d’azione (es. chinolonici) e la profilassi<br />

antitetanica.<br />

VERONA MEDICA

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