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professione e legge - OMCEO VR

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UN CASO DI STUDIO TRA VENEZIA<br />

E LONDRA<br />

Margherita Ferrari<br />

La terribile pestilenza che infuriò particolarmente<br />

nel centro-nord della<br />

nostra penisola negli anni 1630-1631<br />

è comunemente conosciuta col nome<br />

di “peste manzoniana” per la descrizione<br />

fatta da Alessandro Manzoni ne<br />

I promessi sposi; le scene di disperazione,<br />

di desolazione e di morte che<br />

leggiamo nell’opera furono comuni in<br />

tutti i luoghi colpiti dalla terribile pestilenza.<br />

Per l’area veronese è necessario fare<br />

riferimento alla descrizione dettagliata<br />

fatta da Francesco Pona (1595-1655),<br />

filosofo e medico del Collegio di<br />

Verona, nel volume IL GRAN CONTA-<br />

GIO DI VERONA nel Milleseicento, e<br />

trenta.<br />

Il volume del Dott. Francesco Pona<br />

La pubblicazione, il cui testo venne<br />

consegnato allo stampatore Bartolomio<br />

Merlo il 30 ottobre 1631,<br />

STORIA DELLA MEDICINA<br />

Quando piante e pietre,<br />

sconfiggevano la Peste<br />

quando oramai il contagio si era assopito,<br />

venne successivamente affiancata<br />

dall’opera LA REMORA OVERO<br />

DE’ MEZI NATURALI, Per curare, e<br />

fermare la Pestilenza. In essa Pona,<br />

oltre ad inserirsi nel lungo ed irrisolto<br />

(all’epoca) dibattito sulle teorie all’origine<br />

della peste, del suo propagarsi,<br />

dei sintomi e dei segni con cui si<br />

manifestava, descrive “con quai mezi<br />

principalmente si debba curare la<br />

Peste, e fermare i progressi di essa”.<br />

Poiché Pona mantenne continui contatti<br />

con i colleghi dell’università di<br />

Padova, dove si era laureato appena<br />

ventenne con Gerolamo Fabrici<br />

d’Acquapendente, con l’ambiente<br />

medico bolognese e veneziano, LA<br />

REMORA riprende consigli, disposizioni<br />

e rimedi che erano usati dai<br />

medici, dai flebotomi e dagli speziali<br />

non solo della Serenissima Repubblica<br />

di Venezia, ma anche di altri stati<br />

colpiti dalla peste, sia nella nostra<br />

penisola che al di fuori di essa.<br />

E poiché la repubblica veneziana era<br />

considerata da tutto il mondo un<br />

“modello” organizzativo nella prevenzione<br />

e difesa della salute pubblica<br />

per il rigore e l’efficienza amministrativa<br />

dei Provveditori alla Sanità, per la<br />

scrupolosità dei collegi medici insediati<br />

nelle città della dominante e per<br />

la qualità dei preparati degli speziali,<br />

alle sue istituzioni si rivolgevano<br />

ambasciatori, consoli, medici, viaggiatori<br />

per conoscere e adottare i<br />

sistemi avanzati di politica sanitaria.<br />

Venezia, riferimento del mondo sanitario,<br />

era pure un notevole centro di<br />

diffusione e stampa di opere che<br />

proponevano, nel nostro caso, rimedi<br />

contra pestem.<br />

In questo effervescente clima di<br />

scambi e conoscenze, mi pare di<br />

cogliere una particolare corrispondenza<br />

tra i rimedi descritti da Pona<br />

ne LA REMORA e la raccolta di ricette<br />

A COLLECTION OF Seven and Fifty<br />

approved RECEIPTS Good against<br />

the Plague che W.J. Gent trasse dai<br />

cinque libri di segreti di un certo<br />

dottor Don Alexes, un uomo dotto nelle<br />

lingue latina, greca, ebrea, caldea<br />

ed araba che viaggiò per venticinque<br />

anni, per contrastare la peste che<br />

infuriò nelle isole britanniche circa 35<br />

anni dopo la peste manzoniana.<br />

Ben oltre le diverse opinioni e teorie<br />

sull’origine e diffusione delle pestilenze,<br />

che si rifanno alle teorie della<br />

corruzione dell’aria con la manifestazione<br />

di miasmi e vapori da una parte,<br />

e alle teorie del contagio, dall’altra,<br />

la prevenzione era ritenuta di importanza<br />

basilare.<br />

Infatti uno dei metodi descritti dai due<br />

autori per preservarsi dalla peste<br />

riguardava l’uso di portare addosso<br />

delle palle profumate disinfettanti da<br />

annusare e da utilizzare come<br />

lavande per le ascelle, l’inguine e il<br />

cuore, le parti del corpo più “a<br />

rischio” di manifestazione di bruffoletti<br />

e bubboni.<br />

Ecco la ricetta di Pona:<br />

“L’Assenso, laMirrha, l’Assa fetida,<br />

la Ruta, il Solfo: l’Angelica, la<br />

Lavanda, la Salvia, il Rosmarino: il<br />

Gherofano, il Sandalo; il Laudano<br />

convengono, bolliti in aceto, e fatto di<br />

loro pasta da portare addosso e lavandosi<br />

con quell’aceto l’ascelle,<br />

l’anguinaglia, e ‘l cuore”;<br />

e quella di Gent:<br />

“How to make balls to smell in time<br />

of the Plague. Take one part of Mirrha,<br />

Rue, Sulphur, half a part of Cloves,<br />

sum Rosemary, sum Camphor and<br />

Lavander, one part of Libdany; of all<br />

these make a paste with wine vinegar<br />

and Rose water, work well together,<br />

make of this balls to hold in your hands<br />

with you”<br />

(Come fare delle palle da odorare<br />

durante la Peste. Prendere una parte<br />

di Mirra, Ruta, Zolfo, metà parte di<br />

chiodi di garofano, del rosmarino,<br />

della canfora e lavanda; una parte di<br />

40 VERONA MEDICA

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